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È ora di curarsi di chi si cura di noi”. È con questo gioco di parole che la vice-presidente della Commissione UE Dubravka Šuica ha presentato la Strategia europea per l’assistenza (European Care Strategy).

L’iniziativa riguarda l’assistenza agli anziani e ai minori, soprattutto nella fascia 0-6 anni, ma anche le persone che prestano assistenza, sia per lavoro sia in maniera informale. E che sono in larga maggioranza donne.

Investire nell’assistenza significa investire nella parità di genere e nell’equità sociale”, ha dichiarato la Commissaria per l’Uguaglianza Helena Dalli durante la conferenza stampa del 7 settembre. “L’UE riconosce il valore del lavoro di assistenza, il che deve riflettersi in migliori condizioni di lavoro e di retribuzione”, ha aggiunto il Commissario per il Lavoro e i diritti sociali Nicolas Schmit, ricordando anche la carenza di manodopera che il settore sta vivendo. Ma cosa prevede in concreto la Strategia?

Per un’Unione più sociale

La Strategia per l’assistenza fa parte di un più ampio impegno preso dall’Unione europea per rafforzare la sua dimensione sociale. Il provvedimento, infatti, era previsto dal Piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali approvato nel 2021 e finalizzato a raggiungere gli obiettivi che l’UE si è data per il 2030 in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà.

A questo proposito, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che un investimento annuale dello 0,8% del PIL nell’istruzione e nell’assistenza alla prima infanzia e un investimento dell’1,9%  nell’assistenza a lungo termine creerebbero 13,6 milioni di posti di lavoro aggiuntivi nell’UE entro il 2030. Nel 2019 le due percentuali erano rispettivamente ferme allo 0,1% e all’1,7%

Una comunicazione e due raccomandazioni

La Strategia europea per l’assistenza si articola in tre documenti: una comunicazione della Commissione Ue e due proposte per delle raccomandazioni del Consiglio.

La comunicazione, si legge nel comunicato stampa, “definisce una visione del modo in cui l’assistenza viene fornita in Europa e prevede ulteriori azioni di supporto a livello europeo e inviti all’azione a livello nazionale”. L’assistenza è, infatti, un tema di stretta competenza degli Stati membri, su cui il potere della Commissione è limitato.

Le raccomandazioni, invece, riguardano minori e anziani, due segmenti di popolazione molto importanti per il welfare italiano. È bene ricordare però che si tratta di provvedimenti non vincolanti, attraverso i quali le istituzioni Ue indicano le linee di azione senza imporre obblighi giuridici a carico degli Stati membri.

Prima infanzia

In una delle proposte di raccomandazione del Consiglio, la Commissione propone che gli Stati membri rivedano gli obiettivi in materia di educazione e cura della prima infanzia fissati nel 2002, denominati anche gli obiettivi di Barcellona. In particolare, si chiede di passare:

  • dal 33% al 50% dei bambini di età inferiore a 3 anni che partecipano all’educazione e alla cura della prima infanzia;
  • dal 90% al 96% dei bambini di età compresa tra i 3 anni e l’età di inizio dell’istruzione primaria obbligatoria che partecipano all’educazione e cura della prima infanzia.

In entrambi i casi gli obiettivi vanno raggiunti entro il 2030. Il compito, nel primo caso, sarebbe particolarmente arduo per l’Italia. Nel nostro Paese, infatti, secondo l’ultimo rapporto Istat, i bambini sotto i tre anni che frequentano una qualsiasi struttura educativa erano il 26,3% nel 2019, valore inferiore sia alla media europea (35,3%) sia ai tassi di altri Paesi del Mediterraneo (Spagna 57,4%, Francia 50,8%).

Long Term Care

La seconda proposta di raccomandazione, invece, prevede che gli Stati membri elaborino dei piani d’azione nazionali per rendere l’assistenza a lungo termine, la cosiddetta Long Term Care, più disponibile, accessibile e di migliore qualità per tutti.

Nel documento si chiede di aumentare “l’offerta e la varietà” di questo tipo di assistenza, di introdurre “soluzioni digitali”, di mobilitare “finanziamenti adeguati e sostenibili”, anche utilizzando i fondi dell’UE come il Fondo Sociale Europeo + (FSE+) o il Dispositivo per la ripresa e la resilienza.

Inoltre, gli Stati vengono esplicitamente invitati a sostenere i prestatori di assistenza informale – i caregiver che spesso sono donne e familiari dei beneficiari dell’assistenza – attraverso la formazione, la consulenza e il sostegno psicologico e finanziario

Anche in questo caso, si tratta di un tema importante per il nostro Paese: oggi, in Italia, le persone con più di 65 anni sono quasi 14 milioni, pari al 23% della popolazione, il dato più alto di tutta l’Unione Europea. E tra poco meno di trent’anni 1 cittadino su 3 sarà anziano, con tutto quello che questa condizione comporta, specialmente nelle fasi finali della vita.

La proposta della Commissione, inoltre, arriva in un momento cruciale per l’Italia perché è in discussione una riforma strutturale della Long Term Care, inserita tra gli impegni presi con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra le proposte avanzate, ci sono anche quelle del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” a cui aderisce anche Secondo welfare, che la sta approfondendo con un focus.

L’impegno della Commissione. E degli Stati

In questo quadro, la Commissione UE si impegnerà in diversi ambiti: dialogo sociale, competenze, progetti, ricerche, verifica dell’applicazione delle norme europee sulle condizioni di lavoro, arrivo di lavoratori provenienti da paesi terzi, programmi Erasmus+.

Toccherà però agli Stati concretizzare la gran parte della strategia.

La strategia dell’UE per l’assistenza era attesa da tempo ed è molto apprezzata. Riconosce la necessità di un accesso universale, di un’alta qualità, di investimenti e di migliori condizioni di lavoro per gli assistenti professionali e di sostegno per quelli informali”, ha dichiarato Maciej Kucharczyk, Segretario generale di AGE. “Ora spetta agli Stati membri abbattere la segregazione tra l’assistenza e il resto delle nostre società e garantire il diritto delle persone bisognose di assistenza alla piena inclusione e partecipazione“.

 

Foto di copertina: Conferenza stampa di presentazione della European Care Strategy; da sinistra a destra: Dubravka Šuica, Nicolas Schmit, Helena Dalli ⓒ European Union, 2022