Oltre 27 milioni di persone in tutta l’Unione Europea, nel 2024, vivevano in una condizione di grave deprivazione materiale e sociale. Si tratta del 6,4% della popolazione, in leggero calo rispetto all’anno precedente (6,8%).
Questo dicono i dati aggiornati pubblicati da Eurostat pochi giorni dopo l’annuale discorso sullo Stato dell’Unione. A tenerlo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha affrontato diversi temi sociali nell’intervento al Parlamento UE di Strasburgo.
“Abbiamo urgente bisogno di un’ambiziosa strategia europea contro la povertà, in cui definiremo il nostro piano per contribuire a sradicare la povertà entro il 2050”, ha dichiarato von der Leyen.
La deprivazione sociale e materiale
Il tasso di grave deprivazione materiale e sociale calcola la fascia di popolazione che non può permettersi almeno 7 elementi su una lista di 13 tra beni, servizi o attività sociali, a livello sia famigliare sia individuale. Ed è uno dei tre valori che viene usato per calcolare il più ampio Tasso di rischio di povertà o esclusione sociale.
Per quanto nell’ultimo anno il tasso di grave deprivazione sia leggermente diminuito all’interno dell’UE, i nuovi dati di Eurostat mostrano una situazione molto frammentata, sia tra Stati diversi, sia all’interno degli stessi Stati membri.
“I tassi più elevati di deprivazione grave sono stati osservati in Romania al 17,2%, seguita da Bulgaria (16,6%) e Grecia (14,0%). Al contrario, i tassi più bassi sono stati registrati in Lussemburgo, Polonia, Croazia e Slovenia, tutti al di sotto del 2,5%”, scrive l’ufficio statistico Ue.

L’Italia si posiziona nella parte bassa della classifica, con un valore medio di 4,5%, ma – come prevedibile – sono molto forti le disparità regionali. La Calabria, per esempio, con un valore 24,9% è una delle peggiori regioni dell’Ue, mentre il Trentino-Alto Adige si conferma tra le migliori, ma sono diverse regioni del Centro-Nord a raggiungere valori molto buoni.
“Tra il 2023 e il 2024 si sono osservate le maggiori riduzioni dei tassi di deprivazione materiale e sociale grave in Romania (-2,6 punti percentuali), Irlanda (-1,5 punti percentuali) e Bulgaria (-1,4 punti percentuali)”, prosegue Eurostat, spiegando anche che diminuzioni inferiori a 1,0 punti percentuali sono state registrate in altri 12 Paesi, tra cui l’Italia. “Al contrario, gli aumenti maggiori sono stati osservati in Finlandia (+0,9 punti percentuali), Estonia e Slovacchia , Svezia e Grecia”, conclude l’ufficio.
Complessivamente, a livello UE, il tasso di grave deprivazione è leggermente più elevato tra le donne (6,6 %). Mentre per quanto riguarda le fasce di età quella più colpita è quella degli under 18; quella che soffre meno è quella degli over 65.
“Le persone faticano ad arrivare a fine mese”
Come detto, di deprivazione e povertà si è occupata anche von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione. Dopo aver parlato di difesa, della difficile situazione internazionale e di competitività, la presidente della Commissione UE ha detto di sapere “che molte famiglie sono in difficoltà. I costi lievitano, le persone faticano ad arrivare a fine mese. È una questione basilare di giustizia sociale”, ha proseguito.
Poco prima, aveva ribadito di voler “garantire una transizione giusta per tutti (tema che Percorsi di secondo welfare ha recentemente affrontato con una ricerca, ndr), ad esempio sfruttando il Fondo sociale per il clima” e aveva annunciato “un atto legislativo sui posti di lavoro di qualità”.

Poco dopo, la Presidente ha ribadito l’importanza della già citata strategia europea contro la povertà. Per il provvedimento c’è grande attesa dal momento che, come ha osservato Social Platform, “finora sono stati compiuti pochi progressi rispetto all’obiettivo dell’UE di ridurre di almeno 15 milioni il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale entro il 2030”.
Infine, von der Leyen ha aggiunto che la strategia anti povertà sarà “accompagnata da una solida garanzia per l’infanzia, tesa a mettere al riparo bambini e bambine dalla povertà”.
Tutti questi provvedimenti non sono novità. Erano stati già annunciati ed erano attesi, ma il fatto che von der Leyen abbia scelto di citarli in questa occasione dà loro forza politica. Secondo alcune analisi, la Presidente avrebbe messo l’accento sulle questioni sociali per “accontentare” la componente socialista della sua traballante maggioranza al Parlamento europeo. E questo appare ancora più credibile analizzando le sue parole sulla questione abitativa.
Casa: “una crisi sociale”
Quello della casa, infatti, è il tema sociale che più di tutti ha trovato spazio nel lungo discorso di von der Leyen.
“Non è una semplice crisi degli alloggi, è una crisi sociale. Indebolisce il tessuto sociale europeo e la nostra coesione, oltre a mettere a rischio la nostra competitività”, ha detto la presidente. “Il personale sanitario, gli insegnanti e i vigili del fuoco non possono permettersi di vivere nelle città in cui lavorano. Gli universitari abbandonano gli studi perché non riescono a pagare l’affitto. I giovani rimandano i progetti di mettere su famiglia”, ha continuato.
Il tema abitativo è una delle priorità del secondo mandato di von der Leyen, che per la prima volta ha nominato un commissario con queste competenze, il socialista danese Dan Jorgensen. La Presidente ha confermato la presentazione ad inizio 2026 del Piano europeo per gli alloggi a prezzi accessibili, che dovrebbe includere misure volte ad accelerare la costruzione di nuove abitazioni, ristrutturare gli edifici esistenti ed evitare che ci siano persone senza dimora entro il 2030.
Ma, come sottolinea POLITICO Europe, la principale novità contenuta nel discorso di von der Leyen “è stata l’impegno a rivedere le norme sugli aiuti di Stato, in modo che i membri dell’UE possano utilizzare fondi pubblici per costruire alloggi a prezzi accessibili, una richiesta avanzata da tempo dagli esperti del settore e dai governi nazionali”.
Le richieste della società civile
Diverse organizzazioni hanno commentato favorevolmente l’attenzione della Presidente della Commissione per questi temi, ma hanno anche avanzato richieste precise.
Secondo FEANTSA, il Piano europeo per gli alloggi a prezzi accessibili “non dovrebbe limitarsi a costruire nuove case, ma offrire risposte concrete ai bisogni abitativi delle persone”. “Quando si parla homeless, la sfida è investire non solo in alloggi, ma anche in prevenzione e reinserimento, puntando su strategie già sperimentate con successo, come il modello Housing First, da estendere su larga scala in tutta Europa”, ha aggiunto l’organizzazione che riunisce organizzazioni che lavorano con le persone senza dimora in Ue.
Sorcha Edwards, segretario generale di Housing Europe, ha elogiato “l’urgenza” del messaggio di von der Leyen. “Si possono avere centri di crescita, ma se le persone non possono trasferirsi lì e non riescono a trovare un alloggio dignitoso, quella crescita non andrà molto lontano”, ha dichiarato sempre a POLITICO. Inoltre, ha aggiunto che l’UE deve ancora fare di più per contrastare la speculazione. “Gli investimenti nell’edilizia residenziale o nel settore immobiliare sono in realtà una delle cause del problema”, ha spiegato.
Da segnalare, poi, anche come Social Platform abbia messo l’accento anche su quello che von der Leyen non ha detto.
“A luglio la Commissione europea ha presentato la sua proposta per il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE, proponendo un importante riassetto dei fondi. Sebbene nel discorso si faccia più volte riferimento al bilancio dell’UE, non viene menzionato in che modo si intende sostenere gli obiettivi sociali”, ha scritto l’organizzazione, che è una rete di reti di organizzazioni del Terzo Settore europeo.
Il timore è che, se la radicale riforma del bilancio europeo proposta dalla Commissione venisse approvata così com’è (al tema dedicheremo presto un ulteriore articolo nelle prossime settimane), gli investimenti sociali rischierebbero di venire fortemente ridimensionati. Per questo, secondo Social Platform, almeno in quest’ambito, il discorso di von der Leyen è stato “un’occasione mancata”.