lavoro

Secondo Francesco Abbà e Flaviano Zandonai se il Terzo Settore non sarà in grado di ripensare il modo con cui si rapporta con il capitale rischia di mettere in pericolo ambiti di intervento finora ritenuti immuni da logiche che interessano l’economia tradizionale. Soprattutto nel campo del welfare.
Il nuovo libro di Maristella Cacciapaglia propone un cambio di prospettiva sulla misura, mettendo al centro della propria analisi le voci e le esperienze dei beneficiari che vivono nella città di Taranto.
Il nostro sistema di welfare deve affrontare tante sfide legate alla sostenibilità sociale, economica e ambientale. Per questo è nato il Master Executive in Eco-Social Welfare, promosso da Percorsi di secondo welfare, SAA – School of Management e Fondazione Accademia Maurizio Maggiora.
Il provvedimento, spiega Giuseppe Guerini di CECOP-CICOPA Europe, conferma che l'UE ha dato al tema “uno spazio mai visto prima”. E pur trattandosi di un atto politico non vincolante, manda un segnale forte a tutti i Paesi membri sull'importanza del tema.
In queste settimane il dibattito è tornato centrale. Cosa pensano partiti e parti sociali della misura? E quali sono opportunità e rischi di cui tenere conto?
Nel Milanese, UniAbita ha lanciato una sperimentazione per ridurre l’orario di lavoro e distribuirlo solo su quattro giorni. Un’iniziativa all’avanguardia che può essere da esempio per l’intero settore della cooperazione.
Se vogliamo mantenere un certo tasso di crescita economica, aumentando nel contempo la partecipazione femminile al mercato del lavoro e la natalità occorre sperimentare nuove modalità di organizzazione del lavoro a “impatto sociale”.
Dopo le audizioni alla Camera, il Governo starebbe valutando di modificare ancora la soglia di detassazione dei fringe benefit per il 2023. L'idea è quella di prevedere per tutti i lavoratori e le lavoratrici una nuova soglia di 1.000 euro e introdurre un "bonus" di 660 euro per ogni figlio a carico.
Le giovani generazioni riconoscono che negli ultimi anni il mondo del lavoro è cambiato a favore di una maggiore flessibilità e conciliazione. Ma lo stress e l'ansia per il futuro sono ancora molto diffusi. A dirlo è un'indagine di Deloitte.