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Grazie a una partnership tra il Governo e ACRI, l’associazione che riunisce la Fondazioni di origine bancaria, all’inizio del 2022 è stato istituito il Fondo per la Repubblica Digitale. Il suo scopo è rafforzare le competenze digitali e ridurre il digital divide1 nel nostro Paese, contribuendo a contrastare alcune delle disuguaglianze che lo interessano.

Il Fondo, il cui funzionamento mutua la positiva esperienza del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, ha una dotazione di 350 milioni per il periodo 2022-20262 e poche settimane fa ha reso noti i primi 23 progetti finanziati, dedicati a donne e NEET. In questi giorni sono stati pubblicati due nuovi bandi: “In progresso”, dedicato ai lavoratori con mansioni a forte rischio di sostituibilità causa automazione e innovazione tecnologica, e “Prospettive”, che si rivolge a persone disoccupate e inattive.

Formazione per chi è ad alto rischio di rimpiazzo tecnologico

Un recente studio pubblicato da docenti dell’Università di Trento indica che nei prossimi 15 anni la quota di lavoratori e lavoratrici ad alto rischio di rimpiazzo tecnologico si attesterà tra il 33% e il 18%, se si considerano rispettivamente le professioni automatizzabili o le singole mansioni. Un numero variabile tra i 3,9 e i 7,1 milioni di persone – specialmente nei settori trasporti e logistica, supporto d’ufficio e amministrativo, produzione, servizi e settore della vendita – rischiano dunque di perdere il lavoro a causa della mancanza di competenze adeguate per acquisire, entro i tempi della transizione tecnologica, le stesse abilità complesse che svolgerebbe un robot.

Tale situazione rende necessaria un’azione di adeguamento del know-how attraverso azioni di upskilling dei lavoratori, con percorsi di formazione sulle competenze digitali e trasversali per svolgere le loro mansioni in via complementare agli strumenti forniti dall’innovazione tecnologica.

Questo è l’obiettivo del bando “In progresso” del Fondo per la Repubblica Digitale, che attraverso uno stanziamento complessivo di 10 milioni di euro vuole promuovere lo sviluppo delle competenze digitali dei lavoratori con mansioni a forte rischio di sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica, al fine di garantire le condizioni di permanenza nel mondo del lavoro e migliori opportunità professionali. Soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro possono candidare progetti attraverso il portale Re@dy  fino al 4 agosto.

Nuove competenze digitali per rientrare nel mercato del lavoro

L’Italia detiene il più alto tasso di inattività (34,6%) in Europa. I dati dicono che nel terzo trimestre del 2022 più di un terzo della popolazione italiana di età compresa tra i 15 e i 64 anni risultava non occupata o in cerca di occupazione, contro il valore medio UE pari al 23,6%. Inoltre, secondo i dati OCSE, il tasso di disoccupazione del nostro Paese è al 7,9%, superiore di quasi due punti percentuali rispetto alla media europea del 6,1%. Le persone tra i 34 e i 50 anni risultano essere quelle maggiormente colpite dal fenomeno e tra loro si concentra la quota più alta di disoccupati di lunga durata, cioè coloro che cercano e non trovano un lavoro da più di un anno.

Per affrontare tale situazione lo sviluppo di competenze digitale in questi profili è fondamentale. A dirlo ci sono stime del World Economic Forum sui prossimi anni, ma anche studi attuali come quello di Deloitte e SWG, secondo cui oggi quasi un’azienda italiana su quattro non trova i profili professionali STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) di cui ha bisogno.

In questo contesto, il Fondo per la Repubblica Digitale promuove “Prospettive”, bando dedicato ad accompagnare lo sviluppo delle competenze digitali di donne e uomini ai margini del mercato del lavoro – disoccupate/i e inattive/i, di età compresa fra i 34 e i 50 anni – per offrire loro migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. Il bando mette a disposizione 20 milioni di euro per sostenere iniziative presentate da soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed enti del Terzo Settore entro il 14 luglio, sempre su Re@dy.

Note

  1. Il divario esistente – per ragioni economiche, educative, infrastrutturali, sociali, demografiche e di genere – tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione (come computer, tablet, connessione internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale.
  2. Le risorse sono garantite dalle Fondazioni di origine bancaria, che possono godere di un credito di imposta variabile tra i 65% e il 75% per le risorse versate nel fondo al fine di sostenere progetti rivolti alla formazione e all’inclusione digitale. Tali denari sono gestiti da un’impresa sociale che si occupa della redazione e la pubblicazione di bandi, l’istruttoria ex ante delle proposte di progetto, il monitoraggio la selezione e approvazione delle iniziative idonee, che rientrano cioè nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Foto di copertina: Fondo per la Repubblica Digitale