In vista del XXVI Congresso nazionale di Gorizia (12-13 giugno 2025) l’Acri, l’associazione che riunisce le Fondazioni di origine bancaria, promuove “Comunità in pratica“: un percorso partecipato di riflessione sui temi dell’evento. Di questa iniziativa fanno parte varie proposte, tra cui Intrecci e una serie di confronti organizzati per approfondire argomenti legati all’azione filantropica nel nostro Paese.
Nel quarto di questi confronti si è discusso di cura. Il tavolo tematico – uno dei cinque dedicati alle diverse forme di comunità (Educare, Cultura, Abitare, Cura, Innovazione) – ha raccolto esperienze significative su come affrontare le fragilità sociali in modo più umano ed efficace.
I dati Istat segnalano un’Italia sempre più fragile: l’età media è salita a 46,8 anni e il 16,1% dei giovani tra i 15 e i 29 anni è Neet. In questo scenario complesso, il tradizionale modello sanitario – pur rimanendo centrale – si dimostra insufficiente. Non basta più curare la malattia, occorre prendersi cura della persona nella sua interezza, tenendo conto dei contesti di vita, delle reti relazionali e del bisogno di prossimità. Da qui nasce l’idea di un welfare di comunità, in cui la cura diventa responsabilità collettiva.
Al tavolo hanno portato il loro contributo esperienze e visioni diverse: la nostra ricercatrice Chiara Agostini (Percorsi di secondo welfare), Elena Bertolini (Fondazione Reggio Children), Jacopo Dalai (Cooperativa sociale Nivalis), Monica Villa (Fondazione Cariplo), Marina Galati (Comunità Progetto Sud) e Serena Porcari (Dynamo Camp). Una sintesi è disponibile sul sito di Acri.