Da 15 anni Caregiver day offre opportunità di confronto con centinaia di caregiver e operatori su problemi, pratiche e politiche per sostenere il caregiver familiari nel difficile compito di prendersi cura di persone care.
Organizzata da Anziani e non solo scs con la collaborazione dell’Associazione dei Caregiver familiari CARER ETS, il sostegno dall’Unione Terre d’Argine e il patrocinio della Regione Emilia Romagna e dell’AUSL di Modena, questa rassegna di eventi offre ogni anno spunti di riflessione su un settore di particolare interesse per il secondo welfare.
Nell’edizione 2025 – tenutasi nel mese di maggio – si è inteso ribadire l’assoluta necessità di realizzare nel Paese il riconoscimento e accompagnamento dei caregiver, la loro integrazione nella rete territoriale dei servizi, di riconoscere le loro competenze, di innovare il sistema dei servizi in ottica di prossimità, flessibilità, continuità assistenziale e sostegno alla domiciliarità. Di seguito si approfondiscono alcuni di questi spunti.
Riconoscimento e sostegno ai caregiver: verso una nuova stagione
Sono trascorsi oltre 10 anni dalla legge della Regione Emilia Romagna per il riconoscimento e valorizzazione del Caregiver (L.R 2/14), che ha dato – per la prima volta in Italia – diritti di cittadinanza a chi si prende cura per ragioni affettive di una persona cara. In questo lasso di tempo – dal Nord al Sud del Paese – altre 12 Regioni hanno varato leggi in tal senso. Malgrado ciò e molteplici Disegni di Legge parlamentari depositati, non si hanno ad oggi esiti per una normativa nazionale organica a sostegno dei caregiver. Per questo occorre una svolta nella consapevolezza delle forze politiche sul ruolo chiave dei caregiver nel sistema di welfare, sui loro diritti e tutele.
Non è possibile infatti rinviare ulteriormente il varo di norme e la messa a terra di politiche che consentano, in tutto il Paese, di strutturare servizi di supporto a chi si prende cura e riconoscere tutele in ambiti di competenza esclusivi dello Stato (come ad esempio il fisco, la previdenza sociale…), in armonia con le norme e gli interventi messi in campo da una pluralità di Regioni.
I molteplici contributi di merito portati nella giornata di apertura del Caregiver Day (rivedibile qui), hanno rimarcato l’importanza di considerare i caregiver familiari come componente chiave delle politiche europee e nazionali inerenti la cura a lungo termine. In tal senso vanno letti i richiami all’attuazione della “Strategia Europea per le Cure a lungo termine” che prevede servizi per la domiciliarità e la residenzialità centrati sulla persona, sostegno ai caregiver informali, azioni integrate di prestatori di cura informali e formali, valorizzazione e tutela del lavoro e delle competenze di cura, politiche di prevenzione, sviluppo di tecnologie assistive.
In modo analogo si è sottolineata l’esigenza di raccordo tra la “definenda” legge nazionale per i caregiver e le leggi di riforma in favore delle persone anziane (L.33/23) e per le persone con disabilità (L.227/2021) con i relativi decreti attuativi, valorizzando il ruolo dei caregiver come componente del sistema dei servizi di assistenza a lungo termine, soggetto attivo nella predisposizione e gestione del piano assistenziale della persona assistita. Ai fini del riconoscimento di diritti e tutele è stata espressa l’esigenza di una definizione ampia, inclusiva (come già nella definizione europea di caregiver informale e nella normativa di molteplici Regioni) ed equa in quanto basata sull’effettivo carico ed impatto assistenziale tenendo conto altresì dei percorsi compiuti, in termini normativi negli ambiti regionali e nelle relative buone pratiche territoriali.
Come evidenziano esperienze regionali ed europee, investire in servizi a sostegno di chi si prende cura produce resilienza, qualità assistenziale verso la persona che riceve cura, ottimizza le competenze ed il ruolo degli operatori del sistema territoriale di welfare e di cure. In Emilia-Romagna sono stati valutati gli interventi effettuati, definito lo stanziamento di un Fondo regionale per i caregiver, ampliato l’intervento a favore dei giovani caregiver, annunciati percorsi partecipati per il consolidamento e implementazione di una rete regionale di ascolto e informazione per i caregiver, nonché la diffusione di buone pratiche realizzate a livello territoriale. Ciò contestualmente ad una riforma strutturale del welfare regionale finalizzata ad ampliare l’erogazione di servizi di long term care a favore di persone fragili, con disabilità, non autosufficienti in ambito domiciliare e residenziale.
Competenze del caregiver: un capitale sociale da implementare e valorizzare
Un milione di caregiver In Italia (su 7 milioni stimati) hanno abbandonato il lavoro o non lo hanno mai avuto per inconciliabilità con gli impegni di cura. In questo quadro, come discusso nell’incontro di Caregiver Day svoltosi il 13 maggio (rivedibile qui), sono molte le sfide da affrontare. Una di questa riguarda come sostenere l’inclusione o il reinserimento lavorativo dopo la cura (ad esempio di un genitore), evidenziando come il caregiver possa tornare sul mercato del lavoro portando competenze preziose sviluppate durante il periodo della cura.
Si tratta di competenze stimabili complessivamente in 50 miliardi di ore di esperienza acquisite in un decennio: un giacimento di capacità assistenziali e di abilità relazionali-comportamentali che possono diventare una leva di sviluppo non solo sociale, ma anche economica. La stima è che ogni anno oltre 100.000 persone (di cui due terzi donne) in possesso di un patrimonio di competenze legate alla cura potrebbe tornare sul mercato del lavoro. Le loro esperienze potrebbero essere riconosciute e valorizzate con politiche attive volte a un reale reinserimento in contesti dove potrebbero essere un valore aggiunto.
Ma durante l’evento si è parlato anche delle ulteriori competenze che potrebbero servire al caregiver durante il periodo della cura. Avere caregiver più competenti nella cura significa infatti anche più efficacia degli interventi sociosanitari assistenziali, maggiore appropriatezza nell’impiego di farmaci e risorse professionali, capacità trasversali sempre più richieste nel mercato del lavoro.
In generale, dunque, riconoscere e valorizzare le competenze dei caregiver familiari – prima, durante e dopo la cura – è un dovere sociale, una scelta etica, un valore economico, un rafforzamento della qualità del sistema di welfare.
Un valore sociale da non disperdere
Dall’insieme di queste considerazioni fatte durante il Caregiver Day 2025, si ritiene emerga con forza il valore sociale dell’attività di cura dei caregiver e la ricchezza di elaborazioni che possono essere offerte ai policy makers per dare concretezza ed incisività a politiche ed interventi rispondenti ai bisogni di chi si prende cura e di chi – fragile, disabile, non autosufficiente – necessita di cure e di continuità assistenziale a lungo termine.
Emerge altresì l’importanza di varare rapidamente una nuova stagione di welfare attraverso una strategia di risposta ai nuovi bisogni di cura basata sul ruolo del caregiver, l’integrazione con i ruoli e le competenze proprie degli operatori formali, la realizzazione di servizi a sostegno della domiciliarità, investimento di risorse economiche, professionali e tecnologiche a favore dell’assistenza a lungo termine sostenuta da un welfare comunitario generativo.
Per approfondire
- Unione Europea (2022), Communication from the Commission to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions on the European Care Strategy.
- CARER ETS e Cittadinanza attiva (2024), Caregiver familiari: Manifesto/Appello.
- Alla ricerca del futuro -La riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, Patto per un nuovo welfare per la non autosufficienza, Maggioli Editore (2024).
- CNEL (2024), Il valore sociale del caregiver