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Lo scorso 6 ottobre la CGIL di Monza e Brianza ha presentato i risultati di una ricerca condotta sul welfare aziendale. Ai lavoratori di alcune importanti aziende dell’area Energy Park – un parco tecnologico di 160mila mq di superficie nel vimercatese, che comprende le sedi di aziende quali Nokia Italia, Bridgestone Micron e molte altre – è stato proposto un questionario con l’obiettivo di indagare i bisogni dei lavoratori e capire come metterli in relazione ai servizi offerti dal territorio.


Lo scopo della ricerca

Il progetto Synergy Park è nato nel 2015, frutto anche di una riflessione sulla necessità di ripensare le modalità di azione del sindacato. Come affermato da Lorella Brusa, segretario CGIL Monza e Brianza e curatrice della ricerca, "per provare a risalire la china di un individualismo sempre più pervasivo, il sindacato deve interrogarsi sugli strumenti e sul modo di entrare in relazione stretta con i bisogni delle persone".

Per tale ragione, la sperimentazione si è sviluppata con l’obiettivo di connettere due livelli di azione sindacale: welfare aziendale (conciliazione vita-lavoro, servizi e convenzioni, organismi di tutela, fondi aziendali, formazione permanente) e welfare territoriale (fiscalità generale, servizi domiciliari, trasporto, diritto alla casa, fondi anticrisi, politiche attive per il lavoro). Lo scopo dell’azione è stato quello di coinvolgere direttamente i lavoratori per indagarne i bisogni e per capire, in un secondo momento, se e come sarà possibile conciliare tali necessità con i servizi (già forniti o da implementare) offerti dal territorio.


L’indagine

Per mettere in atto politiche di welfare aziendale che rispondano in maniera adeguata alle reali esigenze dei lavoratori, si è deciso di coinvolgere direttamente i dipendenti di aziende e enti che, nell’area di riferimento, avevano già esperienze di contrattazione aziendale di secondo livello: 15 aziende insediate nell’Energy Park/Torri Bianche e, tra gli enti pubblici, Comune e Ospedale di Vimercate e Offerta Sociale (azienda consortile nell’ambito del Vimercatese).

AI lavoratori delle aziende coinvolte, oltre duemila, è stato sottoposto un questionario che ha chiesto di valutare una serie di possibili servizi di loro interesse negli ambiti: della mobilità per raggiungere il posto di lavoro, di quelli legati alla famiglia (asili nido aziendali, asili nido convenzionati, servizi pre o post scuola, campus estivi per bambini, centri diurni per anziani, assistenza domiciliare per anziani) o di quello della contrattazione (flessibilità oraria, possibilità di telelavoro o smart working, convenzioni sanitarie).
All’indagine hanno risposto quasi settecento dipendenti, "un risultato davvero significativo – sostiene Lorella Brusa – perchè dimostra quanto sia importante per i lavoratori e per le loro famiglie poter contare su servizi socio sanitari qualificati in grado di rispondere adeguatamente all’esigenze di operai e famiglie".  


Risultati emersi e prospettive

In materia di coperture sanitarie integrative, oltre a quelle previste da fondi di categoria o aziendali, la quasi totalità dei lavoratori ha manifestato un notevole interesse per la possibilità di nuove convenzioni legate alle strutture pubbliche del territorio. Esito di questo risultato è il tentativo, attualmente in atto, di inserire una convenzione per la fornitura di servizi sanitari da parte dell’Ospedale di Vimercate verso i dipendenti dell’area Energy Park.

In tema di conciliazione vita-lavoro, le maggiori esigenze espresse riguardano i genitori di figli in età 0-3 anni e i periodi di chiusura delle scuole (pre e post scuola e campus estivi); numerosi sono anche i lavoratori che hanno espresso interesse per i servizi di cura per i genitori anziani e non autosufficienti. La risposta a tali esigenze necessita il confronto con i comuni di residenza dei dipendenti, questo porta a dover allargare la riflessione in un’ottica inclusiva di apertura territoriale.

I 678 test restituiti saranno il punto di partenza di un percorso di interazione pubblico-privato che la CGIL intende avviare sul territorio tra aziende, enti e cooperative territoriali. Ciò che la CGIL auspica è che dalla sperimentazione si possa passare alla creazione di un modello che, attraverso la messa in rete delle aziende coinvolte, promuova la realizzazione di progetti trasversali con ricadute significative sul territorio. In tal senso, l’ente pubblico locale dovrà assumere un ruolo determinante all’interno della governance territoriale.