Francesca Bianchi e Barbara Casula mettono in luce come il welfare aziendale territoriale possa sostenere l’inclusione sociale, in particolare attraverso la co-progettazione di politiche di welfare locali per rispondere bisogni della società con nuovi processi, modelli e servizi integrati.

Autrici

Francesca Bianchi è professoressa associata presso l’Università di Siena dove insegna Sociologia generale e Sociologia delle diseguaglianze e del welfare. I suoi interessi di ricerca riguardano i temi delle trasformazioni sociali e culturali, l’educazione, la formazione continua, l’orientamento. Ha collaborato con ISFOL di Roma, Istituto Carlo Cattaneo di Bologna, MTI di Boston, Regioni Toscana e Emilia Romagna, ESTRA SpA. È membro dell’Associazione Italiana di Sociologia e partecipa a Conferenze dell’Associazione Internazionale di Sociologia (ISA), ESPAnet Europe ed ESPAnet Italia.

Barbara Casula è assistente sociale, iscritta al terzo anno del Dottorato in Apprendimento ed innovazione nei contesti sociali e di lavoro dell’Università di Siena (DISPOC). Per oltre 15 anni ha lavorato nei servizi sociali comunali, maturando esperienza nella programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali territoriali. Nell’ambito di tale esperienza nasce l’interesse e l’impegno per l’innovazione del welfare e dell’azione professionale dell’ assistente sociale, soprattutto su scala locale.

Abstract

Il welfare aziendale, nella sua articolazione territoriale, è spesso descritto come un vero e proprio laboratorio di innovazione sociale, in quanto rappresenta l’esito dei processi locali di costruzione di risposte nuove e alternative alla crisi del welfare e al pressing delle istanze sociali da questa generate.

Il welfare aziendale territoriale (WAT) rappresenta l’evoluzione comunitaria del welfare aziendale, si compone delle iniziative di sistemi locali, i quali con architetture organizzative variabili, incrociano e sostengono le dimensioni del valore sociale e della salvaguardia della finalità pubblica del welfare, indipendentemente dagli attori che vi partecipano o dalle fonti di finanziamento delle iniziative. Questo aspetto lo rende particolarmente strategico per analizzare i processi in corso di ridefinizione dei confini tra mondi profit e non profit, tra mercato, politica e società, tra azione civica e imprenditorialità in un’ottica sempre più caratterizzata da governance multistakeholder e multilivello, finalizzata allo sviluppo collettivo di politiche sociali che si propongono come integrate e innovative.

A partire da questa considerazione, il working paper ha lo scopo di esplorare alcune esperienze di WAT mettendo in luce, attraverso queste, le dimensioni più significative per sostenere l’inclusione del WAT tra le forme di innovazione del welfare e, in particolare, valorizzare le potenzialità dello stesso nella co-progettazione di politiche sociali locali, attraverso le quali si definiscono nuovi processi, modelli e servizi integrati in grado di rispondere ai bisogni della società.