2 ' di lettura
Salva pagina in PDF

Se il 2020 è stato dominato dall’incertezza causata dalla pandemia di Covid-19, quello che sappiamo per certo è che sempre più persone facoltose decidono di mettersi in gioco e investire tempo e risorse in progetti filantropici. Come si legge sull’ultimo Billionaires Insights di UBS-PwC “Riding the Storm” (luglio 2020), quest’anno si è registrato il volume più alto di donazioni filantropiche, con 209 miliardari che, complessivamente, si sono impegnati a donare un totale di 7,2 miliardi di dollari in trasferimenti di denaro, beni e servizi, per combattere la pandemia e i suoi molti risvolti negativi sulla sfera economica, sociale e culturale dei diversi paesi del mondo.

Mentre in Italia è ancora radicato il pregiudizio di una filantropia come mero sostegno economico, a volte disinteressato, più spesso opportunistico, i grandi filantropi globali si muovono in un affascinante percorso di affinamento dei modelli d’intervento e delle strategie con cui conducono i loro investimenti filantropici, trattandoli con le stesse competenze con cui gestiscono i loro imperi commerciali e finanziari. Così, mentre massimizzano l’efficacia delle loro donazioni, portano avanti trasformazioni epocali, come il sogno di una finanza sostenibile e il paradigma di una filantropia sistemica che si interessi alle cause dei problemi, non solo agli effetti.

Per approfondire questo tema è da poco uscito il volume “La relazione generosa. Guida alla collaborazione con filantropi e mecenati” di Elisa Bortoluzzi Dubach e Chiara Tinonin (FrancoAngeli, 2020, pp. 185), un manuale che esplora questa nuova condizione della filantropia globale, guardando a filantropi e mecenati come individui, le cui motivazioni e scelte di donazione sono spesso ricorrenti. Conoscerli da vicino offre agli operatori del Terzo Settore migliori possibilità di entrare in relazione con loro, e aumentare la consapevolezza che i progetti culturali o di utilità sociale che vogliono realizzare hanno spesso un potenziale inespresso di innovazione che si può cogliere solo in una logica collaborativa.

Il libro si articola in nove capitoli e un’appendice dedicata alle nuove traiettorie di sviluppo del settore. All’interno di ogni capitolo numerose checklist perfezionano l’acquisizione dei contenuti, rendendo immediata per il lettore l’applicazione dei diversi criteri metodologici nella gestione operativa di una relazione con un mecenate.

Secondo le autrici, una relazione filantropica è generosa quando genera benessere non solo per i due soggetti, ma anche per una parte terza, come per esempio una comunità di riferimento, un gruppo di minoranza, le generazioni future. Se consideriamo che siamo sempre più in grado di misurare come cambia il nostro livello di benessere quando nel nostro cervello prendiamo la decisione di donare e quando effettivamente assumiamo comportamenti altruistici, allora vediamo che realizzare la generosità diventa un potente strumento di sostenibilità. I ricavati del libro andranno a favore dei musicisti dell’Orchestra Senzaspine e del Fondo di Solidarietà per gli studenti del Conservatorio della Svizzera italiana.

Per approfondire

Bortoluzzi Dubach E. e Tinonin C. (2020), La relazione generosa. Guida alla collaborazione con filantropi e mecenati, Milano, FrancoAngeli