Negli ultimi anni il fenomeno della povertà alimentare in Italia ha trovato spazio nel dibattito pubblico e accademico, specialmente a seguito della crisi socio-sanitaria causata dal virus Covid-19. Secondo una stima su dati Istat (Marchetti e Secondi, 2022) nel 2017 il 22,3% della popolazione viveva una condizione di “At-Risk-of-Food-Poverty, ovvero aveva solo un limitato accesso a cibo sano e sostenibile, in modi socialmente accettabili, liberi da stati psico-emozionali negativi. La fondazione Banco Alimentare e le principali organizzazioni di assistenza alimentare descrivono una situazione drammaticamente esacerbata dalla pandemia, riscontrando un deciso aumento delle richieste di aiuto nel 2020 e nel 2021; sebbene l’emergenza sanitaria sia lentamente rientrata, le condizioni di vita di una ampia platea di persone non sono più tornate ai livelli pre-Covid.

Povertà alimentare: la nascita di Torino Solidale

Nella sola città di Torino si stima che nel 2022 almeno 70.000 persone fossero beneficiarie di assistenza alimentare1, ovvero circa l’8% della popolazione residente. Come noto, chi riceve aiuti materiali è solo una parte del gruppo di persone che potenzialmente vive una condizione di povertà alimentare, tuttavia, in Italia, non esiste una stima aggiornata e affidabile del numero di individui che ne fa esperienza.

L’aumento delle persone in condizione di povertà alimentare ha prodotto delle prime risposte emergenziali di policy, sia a livello nazionale (con l’Ordinanza n.658 della Protezione Civile e successivi decreti) sia a livello locale, ad esempio, con l’iniziativa Torino Solidale (Deliberazione della Giunta comunale n. 00880/019 del 24 marzo 2020). Si tratta di rete promossa dalle Case del Quartiere, Fondazione Compagnia di San Paolo, Banco Alimentare, Banco delle Opere di Carità e coordinata dal Comune di Torino, nata in piena emergenza sanitaria a marzo 2020 al fine di fronteggiare la straordinaria richiesta di beni alimentari, divenuta insostenibile per le associazioni del Terzo Settore già impegnate nell’assistenza delle persone vulnerabili.

Torino Solidale, una rete di welfare per arginare gli effetti collaterali del Covid-19

Le 13 associazioni, gli Snodi della rete, che hanno preso parte fin dall’inizio al progetto, in poche settimane hanno organizzato una rete di distribuzione di pacchi alimentari, il cui contenuto in parte proveniva dal Banco Alimentare e dalle donazioni delle attività commerciali locali e in parte era finanziato dai fondi straordinari stanziati dal Comune, che ha predisposto degli acquisti di beni alimentari di prima necessità. I pacchi alimentari venivano successivamente preparati da volontari e volontarie della Rete e distribuiti alle persone beneficiarie dagli Snodi, inizialmente direttamente al loro domicilio, mentre, a partire dall’estate 2020, la distribuzionesi è spostata presso le sedi degli Snodi.

L’evoluzione del progetto

Già alla fine del 2021, in linea con l’intento iniziale di rendere la rete una politica strutturale e non emergenziale del Comune, l’esperienza della distribuzione dei pacchi alimentari è stata progressivamente sostituita dai voucher spesa, erogati fino al 2022 e, in un caso, dall’emporio solidale, nato a luglio 2021 su iniziativa dell’associazione Sermig.

L’attività di assistenza materiale, invece, attualmente prosegue presso gli Snodi che già prima del 2020 distribuivano pacchi alimentari a persone in difficoltà. Il superamento dalla forma di assistenza materiale tradizionale ha comportato una consistente riduzione del carico di lavoro degli Snodi, sia in termini di risorse e spazi da impiegare nelle attività sia in termini di persone beneficiarie, il cui numero è diminuito rispetto alla prima fase, in piena crisi pandemica, anche grazie al superamento dello stato di difficoltà da parte di molte persone, che hanno ripreso le loro attività lavorative.

Quell’aria di prossimità che a Torino fa quartiere

Gli Snodi forniscono attualmente un servizio di segretariato sociale, rivolto alle persone in difficoltà, in coerenza con la volontà di evolvere gli obiettivi di Torino Solidale verso la creazione di presidi locali di welfare di prossimità, che superino la logica emergenziale come unica risposta alla povertà alimentare, predisponendo le attività della Rete verso una visione multidimensionale del fenomeno, strettamente legato alla condizione più ampia di vulnerabilità, dove la mancanza di reddito, casa, benessere, relazioni e sostegno da parte della comunità spesso sono le cause del mancato accesso al cibo sano e nutriente.

La attività della Rete sono andate incontro, quindi, ad un progressivo ripensamento, basandosi sul principio del welfare di prossimità, superando il sistema emergenziale, nel tentativo di creare una struttura capillare, con una maggiore concentrazione nelle aree dove si riscontra un alto livello di marginalità, garantendo un servizio omogeneo e quindi equità nell’assistenza. Gli obiettivi attualmente si estendono al di là dell’assistenza alimentare, qualificandosi come un primo assetto di governance collaborativa sulla povertà alimentare tra il Comune, la Fondazione Compagnia di San Paolo, le Case del quartiere, 17 parrocchie e alcune aziende della Grande Distribuzione Organizzata, in coerenza con il Piano di Inclusione Sociale cittadino.

In coerenza con gli obiettivi, infatti, la capillarità e il radicamento sul territorio sono uno dei tratti fondamentali della rete, al fine di strutturare un sistema di welfare di prossimità, co-progettato e co-programmato. Attualmente la Rete fornisce un servizio diffuso di front office e di segretariato sociale, reindirizzando i bisogni espressi dalle persone agli enti pubblici e del Terzo Settore: a questo proposito, la Direzione dei servizi sociali torinesi stima che circa la metà di chi si rivolge agli sportelli dei partner della Rete Torino Solidale non è in carico all’ente pubblico, evidenziando la capacità del welfare di comunità di intercettare le necessità specifiche di ogni territorio.

Il ruolo dell’attore pubblico per un “primo welfare alimentare”

Se fino al 2020 l’attore pubblico (nazionale e locale) non era coinvolto direttamente nel contrasto alla povertà alimentare, la pandemia ha innescato un processo di costruzione di un “primo welfare” anche in tale ambito,  attraverso misure di integrazione al reddito o di distribuzione di beni alimentari, in partnership con gli enti del Terzo Settore.

In questa direzione, a fianco della nuova Carta Risparmio Spesa2, la Legge di Bilancio 2023, all’articolo 78 bis, ha introdotto un’altra misura dedicata a chi ha accesso limitato al cibo: il Reddito Alimentare (di cui abbiamo parlato qui, ndr). Il Fondo per la sperimentazione è istituito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e ammonta a 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni per il 2024. Al momento, il Fondo finanzierà la misura, in via sperimentale, nelle Città Metropolitane, al fine di contrastare sia il fenomeno della povertà alimentare, sia lo spreco di cibo. L’obiettivo è erogare pacchi alimentari, composti da prodotti invenduti della piccola e grande distribuzione, che potranno essere prenotati dalle persone in situazione di difficoltà tramite l’uso di un’applicazione per smartphone e ritirati presso il centro logistico più vicino o direttamente presso il proprio domicilio.

Cos’è il Reddito Alimentare introdotto dalla Legge di Bilancio 2023

Il Comune di Torino, tra i luoghi identificati per la sperimentazione, ha di recente presentato una proposta di mozione in cui evidenzia la necessità di lavorare in continuità con l’esperienza di Torino Solidale e degli altri progetti territoriali di supporto alle famiglie in condizione di povertà, basati sulla raccolta e la redistribuzione di beni alimentari invenduti, in particolare frutta e verdura, soprattutto nei mercati rionali. La proposta, approvata il 10 marzo 2023, impegna il Comune a:

  • cogliere l’occasione del Reddito Alimentare per avviare una più ampia ed approfondita analisi delle condizioni di vita e dei bisogni alimentari di chi accede ai servizi di assistenza, dando seguito alla ricerca svolta dal gruppo Atlante del Cibo3 (Allegretti e Toldo, in pubblicazione);
  • implementare il Reddito Alimentare seguendo una logica di welfare di prossimità, strutturando interventi inclusivi, partecipativi e che riducano lo stigma spesso legato a chi accede all’assistenza;
  • far avanzare l’esperienza di Torino Solidale, creando una forma evoluta di governance e di amministrazione condivisa.

Oltre l’approccio emergenziale

Il Reddito Alimentare e la Rete Torino Solidale sono primi – seppur timidi – approcci dell’attore pubblico nella costruzione di un pezzo di primo welfare che possa contrastare la povertà alimentare. Sebbene si basino su forme innovative di governance partecipativa, che in parte riconosce la multidimensionalità del fenomeno e le connessioni con il lavoro, l’inclusione sociale, il diritto alla casa e alla salute, l’approccio emergenziale permane come principale risposta.

Come ampiamente esplorato dalla letteratura che si occupa del tema (Garthwaite, 2016; Caraher e Furey, 2018; Lambie-Mumford, 2019; Maino e De Tommaso, 2022), basare gli interventi su misure emergenziali e quindi, sull’assistenza materiale, non permette di ridurre l’incidenza del fenomeno, in quanto non opera sulle sue cause determinanti (mancanza di reddito, casa, istruzione, benessere, tempo). Il contrasto alla povertà alimentare necessita, quindi, di ricollegarsi alla più ampia riflessione sul primo e secondo welfare (e le loro intersezioni) e sui sistemi globali e locali del cibo, specialmente sui modi attraverso cui la loro gestione abbia profonde implicazioni sulle disuguaglianze alimentari (Caraher in Sage, 2022).

Le riflessioni qui riportate sono parte di uno studio più ampio, condotto all’interno del progetto Atlante del Cibo di Torino Metropolitana, e i cui risultati sono discussi nel IV Rapporto di Atlante del Cibo, in uscita a giugno 2023.


Riferimenti

  • Allegretti, V., Toldo, A., (in pubblicazione), Analisi socio-spaziale della povertà alimentare. Il caso di Torino, in IV Rapporto dell’Atlante del Cibo di Torino Metropolitana.
  • Caraher, M., Furey, S., (2018), The Economics of Emergency Food Aid Provision: A Financial, Social and Cultural Perspective, Londra, Palgrave Macmillian.
  • Caraher, M., (2022), Food Systems and Food Poverty, in Sage, C., (eds.), 2022. A Research Agenda for Food Systems, Cheltenham, Edward Elgar Publishing.
  • Garthwaite, K., (2016), Hunger Pains: Life Inside Foodbank Britain, Bristol, Policy Press.
  • Lambie-Mumford, H. (2013), «Every town should have one»: Emergency food banking in the UK, Journal of Social Policy, 42(1), 73–89. DOI:
  • Maino, F., De Tommaso, C. V. (2022), Le reti locali multiattore nel contrasto alla povertà alimentare minorile: i casi di Milano e Bergamo, in “Rivista Italiana di Politiche Pubbliche, Rivista quadrimestrale” n.3, pp. 349-374, DOI: 10.1483/105512
  • Marchetti S, Secondi L. (2022), The Economic Perspective of Food Poverty and (In)security: An Analytical Approach to Measuring and Estimation in Italy, Soc Indic Res. N.162(3):995-1020. DOI: 10.1007/s11205-021-02875-5.

Note

  1. Secondo Torino Food Metrics Report 2022, monitoraggio realizzato dalla Città di Torino con il supporto scientifico dell’Università degli Studi di Torino, è disponibile qui.
  2. La Carta Risparmio Spesa, istituita dalla legge di bilancio 2023, all’art. 1, comma 450-451, prevede un finanziamento di 500 milioni di euro destinato alla assegnazione di 1,5 milioni di buoni spesa, dall’importo fisso e una tantum di circa 380 euro, utilizzabili l’acquisto di beni alimentari di prima necessità da parte di nuclei familiari composti da almeno tre persone, con un ISEE inferiore a 15.000 euro.
  3. Il progetto Atlante del Cibo di Torino Metropolitana è un contesto di confronto, di condivisione e di ricerca, finalizzato alla raccolta di informazioni e conoscenze sui sistemi alimentari cittadini, volto a favorire maggiore consapevolezza tra gli attori che hanno un ruolo nella governance del cibo, per riorientare tale sistema verso obiettivi di sostenibilità, intesa in senso multidimensionale. Il principale strumento di condivisione delle conoscenze così costruite è il Rapporto annuale, che giunge nel 2023 alla sua quarta edizione. A questo si aggiunge il sito web, il cui rilancio, con nuove funzionalità, si terrà a luglio 2023.
Foto di copertina: Fabio Fistarol, Unsplash