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Nell’attuale fase caratterizzata dal trascinarsi dell’emergenza sanitaria e, soprattutto, dall’affermarsi di una congiuntura economica poco favorevole – anche a seguito delle ripercussioni dovute alla guerra in Ucraina – la famiglia continua a svolgere come in passato una straordinaria funzione di sostegno relazionale, sociale, educativo nei confronti dei minori. Oggi tuttavia, per molteplici ragioni, la sostenibilità – in particolare economica – di questa funzione appare a rischio e, pertanto, è meritevole di particolare attenzione da parte delle istituzioni.

Per tali ragioni, la Cisl è sempre più convinta che l’impegnativa ripresa economica e sociale in Lombardia debba essere accompagnata da un rinnovato investimento sulle politiche a favore della famiglia attraverso un sistema di interventi integrato per tipologia di tematiche trasversalmente affrontate, ed in particolare per le misure inerenti alla genitorialità e la conciliazione vita-lavoro.

L’interlocuzione con la Regione

Per questa ragione il sindacato ha aperto ormai da tempo una interlocuzione con il Presidente della Regione e con l’Assessore competente sulla prossima programmazione dei Fondi europei 2021/2027, a partire dall’utilizzo dell’ex Fondo sociale che da questa programmazione ha assunto il nome di Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) assorbendo anche altri fondi e aumentando pertanto il proprio budget.

Inoltre, si ricorda che i servizi educativi e di sostegno alla famiglia sono al centro della raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea sulla “Child Guarantee, volta a promuovere il contrasto alla povertà infantile e l’inclusione socioeconomica allo scopo di ridurre gli ostacoli all’accesso, da parte dei minori bisognosi, a una serie di servizi considerati fondamentali per la formazione civile e sociale della persona nei Paesi UE. Si tratta, dunque, di interventi che si pongono l’obiettivo di contribuire al pieno perseguimento dell’eguaglianza delle possibilità delle future generazioni.

Come Cisl Lombardia stiamo proponendo alla Regione interventi concreti di sostegno alla responsabilità di cura e di promozione della conciliazione vita lavoro nell’ambito della programmazione delle risorse, in particolare del fondo FSE+, con l’obiettivo di incrementare i servizi per la famiglia e allo stesso tempo incentivare l’occupazione femminile.

Regione Lombardia non è certo l’ultima regione italiana in tema di sistemi educativi e politiche per l’infanzia. Purtuttavia occorrono interventi più incisivi e coordinati che si avvicinino alle migliori best practices presenti nei principali Paesi europei.

Gli interventi necessari

In primo luogo, per quanto riguarda il sistema dei servizi 0-3 anni, occorre un intervento teso ad incrementare la copertura dei posti attualmente offerti in regione con la prospettiva di raggiungere le percentuali previste dalla raccomandazione europea (33%) e attestarsi verso i più virtuosi tassi di frequenza di Spagna e Francia, rispettivamente pari al 57,4% e 50,8%.

Un secondo intervento andrebbe finalizzato al sostegno delle famiglie con bambini della fascia 3-6  anni ad oggi priva di interventi dedicati, dal lato della domanda, riguarda l’introduzione di misure appositamente finalizzate a sostenere la spesa per la frequenza alla scuola dell’infanzia.

Conseguentemente, un’ulteriore misura di carattere universale andrebbe destinata alle famiglie dei bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e la primaria e riguarda il concreto sostegno al costo del servizio di pre-scuola e post scuola, oggi in capo alle famiglie, attraverso un contributo al Comune di residenza per ogni bambino che usufruisce del servizio o voucher dedicati. Questo garantirebbe una riduzione del costo del servizio integrativo.

Sostenibilità e integrazione

Questi interventi avrebbero, tra l’altro, anche il merito di portare benefici alla sostenibilità dell’offerta del sistema scolastico lombardo, al quale concorrono nei diversi ordini scuole pubbliche e paritarie, favorendo una migliore conciliazione dei tempi suddivisi tra famiglia e lavoro e prevenendo eventuali forme di abbandono scolastico.

Per queste ragioni la Cisl ritiene prioritario un intervento di natura più strutturale da parte di regione Lombardia che abbia una visione complessiva del sistema scolastico educativo lombardo da rilanciare, incrementare e sostenere; investendo risorse dedicate e coordinate derivanti dal bilancio regionale, dalla ripartizione dei fondi nazionali e dai fondi europei, che superi le attuali sperimentali e frammentarie misure in atto.