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Ogni anno migliaia di negozi di quartiere, bar e attività artigiane cessano l’attività. Secondo Confesercenti solo nel 2024 ci sono state più di 60.000 chiusure. Una crisi che riguarda centri storici e periferie, aree urbane e aree interne, città e paesi, da Nord a Sud in maniera indistinta. E che non possiamo più ignorare.

Le conseguenze di questa situazione toccano diverse dimensioni, materiali e immateriali, che riguardano la vita quotidiana di milioni di persone. Le più evidenti sono quelle economiche, con l’indebolimento del tessuto imprenditoriale, l’aumento della disoccupazione e l’impoverimento delle famiglie. Ma le ripercussioni sono profonde anche e soprattutto a livello sociale. Le attività commerciali di prossimità sono infatti presidi in cui trovare beni e prestazioni, ma anche accoglienza, relazioni e senso di appartenenza. Non deve quindi stupire che il venir meno di questi luoghi porti con sé, in maniera più o meno intensa e veloce, la desertificazione commerciale, il deterioramento dei contesti urbani, la crescente percezione di insicurezza e, quindi, l’indebolimento delle comunità.

Negli anni sono state numerose le iniziative locali che hanno cercato di porre rimedio a queste situazioni ma, nonostante investimenti anche ingenti, le piccole realtà hanno continuato a chiudere con tutte le sue conseguenze. Come si può affrontare questa situazione?

Nell’ambito del neonato Osservatorio su Reciprocità e Commercio Locale promosso da Nomisma per valutare problemi e individuare soluzioni necessarie a invertire questo trend, Percorsi di Secondo Welfare ha curato una ricerca per studiare e approfondire il fenomeno. Da essa è nato il Manifesto per l’economia locale e di prossimità , in cui sono indicati 10 punti da attuare per contrastare la desertificazione commerciale e per sostenere l’economia dei territori con un approccio sociale e orientato alle comunità.

 

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Il Manifesto è stato sviluppato grazie a un percorso che ha previsto un’analisi desk, per inquadrare e approfondire i diversi aspetti del tema, e la realizzazione di interviste e focus group con urbanisti, economisti, scienziati politici, esperti di pianificazione territoriale, amministratori locali e rappresentanti delle parti sociali.

Il risultato è un documento che delinea un quadro concettuale condiviso per far fronte alle sfide che riguardano l’economia locale, valido indipendemente dal contesto di riferimento e dalla  mission dei soggetti coinvolti. I 10 punti del Manifesto tracciano la strada della collaborazione e della reciprocità che possono percorrere i soggetti che sono a vario titolo coinvolti in questa sfida: commercianti, società di servizi, micro e piccole imprese, organizzazioni di rappresentanza, amministrazioni locali, parti sociali e politiche.

La convinzione di fondo è che solo sviluppando un perimetro concettuale condiviso in cui si possa realizzare un dialogo costruttivo e continuativo si creino le condizioni per dar vita a iniziative sostenibili, efficaci e replicabili per l’economia locale di prossimità.

Ed è proprio in questo perimetro che è possibile siglare quello che abbiamo denominato “Patto di reciprocità”: uno strumento per dar vita a una rete nazionale di organizzazioni e persone che si impegnino non solo dal punto di vista valoriale, ma anche nella creazione di una collaborazione transterritoriale basata su relazioni concrete e scambi materiali.

L’obiettivo è la costruzione di un “Circuito della reciprocità” in cui tutti i partecipanti si impegnano a fare acquisti presso le altre organizzazioni del network, oltre il proprio territorio e il proprio settore operativo, in modo che ogni spesa fatta all’interno di questa rete possa generare un valore che non si “disperde”. Un modo per rilanciare i consumi, preservare le attività e tutelare le comunità passando da una logica della competizione a una logica della coesione.

Un’infrastruttura nuova che per anni non abbiamo potuto realizzare ma che ora, grazie al supporto della tecnologia e alla digitalizzazione crescente, è diventata desiderabile, possibile e necessaria.

Con il Manifesto per l’economia locale e di prossimità , insieme a Nomisma e gli altri partner dell’Osservatorio, abbiamo voluto tracciare una strada nuova per aiutare i territori e le loro comunità. Ora, per essere costruita avrà bisogno del contributo continuativo di tutte le realtà che hanno interesse a percorrerla. Il Patto di reciprocità basato sui principi del Manifesto e il Circuito della reciprocità che andrà progressivamente implementato si presenta infatti come un percorso in evoluzione. Un work in progress  a cui vi invitiamo ad essere parte. Qui spieghiamo come.

 

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Foto di copertina: Mihai Vlasceanu, Pexels.com