Alessandro Tolomelli è l’autore del Working Paper 4/2021 della collana 2WEL dedicato ai Laboratori di Comunità. Questi sono servizi di welfare di nuova tipologia nati a Bologna nel 2014 e dedicati all’incontro di persone con dimora e senza dimora con l’intento di tenere insieme mondi che sono tradizionalmente separati. Il paper descrive l’approccio dell’empowerment di comunità sviluppato dai Laboratori e analizza l’impatto del lockdown della primavera 2020, che ha richiesto una modifica radicale della loro operatività.

Autore

Alessandro Tolomelli è professore associato di Pedagogia Generale e Sociale presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” dell’Università di Bologna. Tra i suoi temi di ricerca troviamo il contrasto alla dispersione educativa degli adolescenti, l’Empowerment di comunità e l’Epistemologia delle professioni educative e sociali, il Teatro dell’Oppresso. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: “Rimuovere gli ostacoli..”. Per una pedagogia di frontiera (ETS, Pisa, 2019), Homo Eligens. L’empowerment come teoria della formazione (Junior, Parma, 2015).

Abstract

I Laboratori di Comunità sono servizi di welfare di nuova tipologia attivi a Bologna dal 2014. Questi luoghi sono dedicati all’incontro di persone con dimora e senza dimora e al loro interno si opera nell’ottica di tenere insieme due mondi apparentemente e tradizionalmente separati. L’approccio dellempowerment di comunità è il quadro di riferimento teorico che fa da cornice alle attività e al progetto dei laboratori. Durante il lockdown della primavera 2020 imposto dal Covid-19 i laboratori hanno visto modificare radicalmente la loro operatività. Il paper è l’esito di un processo di riflessione sull’esperienza di gestione dei servizi in emergenza sanitaria che ha coinvolto il gruppo delle coordinatrici e le singole équipe. Le criticità rilevate mettono in evidenza l’estrema difficoltà di gestire l’emergenza per coloro che già vivono situazioni di vulnerabilità, ma anche, e di conseguenza, l’aumento esponenziale delle difficoltà operative per chi deve operare professionalmente in questi contesti. Le domande che hanno accompagnato questa indagine riguardano la possibilità di realizzare un intervento sociale di empowerment nello “stato di eccezione” (cfr. Arendt, 1996) o se in tali circostanze sia invece necessario recedere verso un tipo di azione puramente assistenziale. Inoltre, ci si è interrogati sulle caratteristiche e le prassi di resistenza da attivare in difesa del senso del lavoro secondo questo paradigma.