Andrea Baldazzini, Azzurra Spirito e Flaviano Zandonai firmano il Working Paper 1/2022 della collana 2WEL, intitolato “Oltre la promessa dell’innovazione sociale. Welfare esplorativo e co-strategie per nuovi piani di sviluppo locale a prova di futuro“. Il lavoro, analizzando un progetto di welfare realizzato nell’ambito della strategia We.Ca.Re della Regione Piemonte, permette di interrogarsi sul ruolo del ‘futuro’ nell’orientare le politiche territoriali. Per tracciare le possibili conseguenze delle azioni messe in campo ma anche, e soprattutto, per definire visioni capaci di mettere in discussione lo stato attuale delle cose e illuminare nuovi spazi di azione in grado di favorire una più rapida riorganizzazione degli (eco)sistemi per affrontare i cambiamenti.

Autrice e autori

Andrea Baldazzini è ricercatore Senior presso AICCON, centro di ricerca dell’Università di Bologna dedicato alla promozione della cultura della cooperazione e del non profit – dove si occupa di imprenditoria sociale, innovazione e trasformazione dei sistemi di welfare territoriale. Svolge inoltre attività di formazione e consulenza per organizzazioni di Terzo Settore e pubbliche amministrazioni. È membro della redazione di Pandora Rivista.

Azzurra Spirito è designer, consulente e esperta di co-strategy. Si occupa di transizione equa e giusta, applicando metodi che ibridano diversi approcci (design thinking, futures&foresight, systemic design). Da oltre otto anni facilita processi pubblico-privato-enti cognitivi-comunità in ambiti diversi (healthcare, rigenerazione urbana, povertà energetica) su diverse scale territoriali (dal quartiere alla regione). Collabora con organizzazioni quali l’Università Luiss Guido Carli, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e Art-Er. Per 5 anni è stata parte del team impact di SocialFare | Centro per l’innovazione sociale.

Flaviano Zandonai è sociologo, si occupa di impresa sociale e Terzo Settore. Ha lavorato come ricercatore sui temi dell’imprenditoria comunitaria e della rigenerazione di beni e spazi per nuovi usi di interesse collettivo; ha inoltre curato rapporti di ricerca e organizzato eventi dedicati all’impresa sociale. Attualmente è consulente e open innovation manager presso il Consorzio Nazionale Cgm dove gestisce programmi di co-investimento tra imprese sociali, attori dell’innovazione sociale e tecnologica e della finanza a impatto. Collabora con le testate Vita, Secondo welfare e che-fare. Ha pubblicato con Paolo Venturi “Neomutualismo. Ridisegnare dal basso competitività e welfare”.

Abstract

Le trasformazioni sociali in atto sollecitano gli attori locali del welfare a fare propri nuovi approcci per superare le ormai “classiche” funzioni di progettazione e di programmazione in favore di una costruzione condivisa, orientata da una strategia trasformativa basata su processi decisionali e meccanismi di governance sempre aperti alle evoluzioni del contesto in cui agiscono. Tale sollecitazioni toccano in particolare le amministrazioni pubbliche, chiamate a declinare sul territorio strategie di investimento elaborate prevalentemente su base nazionale o europea, e gli enti del Terzo Settore, che hanno acquisito nel tempo un nuovo spazio di propositività e pro-attività. Una tensione collaborativa che, inoltre, sempre più spesso apre a interlocutori del privato.

Un esempio in tal senso è la strategia We.Ca.Re – Welfare Cantiere Regionale promossa dalla Regione Piemonte: una sperimentazione che ha permesso di costruire un piano regionale integrato per coniugare politiche sociali, politiche del lavoro e sviluppo economico, e basato sulla premessa che la coesione sociale è fonte di sviluppo territoriale e la crescita deve passare attraverso la riduzione delle diseguaglianze sociali. Il paper offre una valutazione strategica di Attivare Scintille, uno dei progetti finanziati da We.Ca.Re, che consente di esplorare il lascito di quanto realizzato in questo ambito, ponendolo in dialogo con le prospettive future del territorio su cui ha insistito.

L’esito di questa indagine è infatti duplice. Da una parte consente di adottare il welfare come spazio esplorativo utile a cogliere aspirazioni e potenzialità del territorio. Dall’altra mette in evidenza la necessità di portare la dimensione collaborativa non solo nella fase programmatoria o di progettazione, ma anche nella costruzione e attuazione delle strategie necessarie a costruire la trasformazione, anche in dialogo con le evoluzioni aspettate e inaspettate del contesto in cui si opera. Quanto emerge permette di interrogarsi sul ruolo che ha il ‘futuro’ nell’orientare le prospettive d’azione sui territori, non solo tracciando le conseguenze – auspicate o meno – delle azioni che mettiamo in campo oggi ma anche per maturare visioni consistenti di futuri capaci di mettere in discussione lo stato attuale delle cose, e quello che tendiamo a considerare come una sua evoluzione inevitabile, in favore di uno sguardo capace di illuminare nuovi spazi di azione e favorire una più rapida riorganizzazione degli (eco)sistemi per affrontare i cambiamenti che li interessano.