Il 12 e 13 giugno si è svolto a Gorizia, presso il teatro Verdi, il XXVI Congresso di Acri, l’associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio italiane. Il Congresso è organizzato ogni 3 anni e ogni edizione è ospitata a turno da una delle Fondazioni associate.
I lavori sono stati aperti dai saluti delle autorità locali: Rodolfo Ziberna, sindaco di Gorizia, e Samo Turel, sindaco di Nova Gorica (le due città nel 2025 condividono il titolo di Capitale europea della cultura, come avevamo raccontato qui); Mons. Carlo Redaelli, arcivescovo di Gorizia; Sergio Emidio Bini, assessore alle Attività produttive Regione Friuli Venezia Giulia; Roberta Demartin, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia.
La cerimonia inaugurale, apertasi con la lettura del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, ha visto la presenza di numerosi ospiti istituzionali: Federico Freni, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze (in rappresentanza del Ministro); Maria Teresa Bellucci, viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali; Giovanni Gorno Tempini, presidente Cassa Depositi e Prestiti Spa; Stefano Locatelli, vicepresidente di Anci; Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore; Carola Carazzone, vicepresidente di Philea – Philanthropy Europe Association.
I lavori della mattinata si sono conclusi con una riflessione del presidente di Acri, Giovanni Azzone, sul tema al centro del Congresso.
Azzone: le comunità da sempre al centro dell’attività delle Fondazioni
Il XXVI Congresso era intitolato “Comunità: insiemi plurali“. Come ha sottolineato il presidente Azzone nel suo intervento questo titolo addirittura “può apparire, a prima vista, quasi scontato. Le Fondazioni nascono dalle Casse di Risparmio, che furono istituite proprio per “arricchire” di valori e di interventi le comunità“. Per la loro storia e identità le Fondazioni hanno da sempre le comunità al centro delle proprie riflessioni e attività. Eppure le comunità sono in continuo cambiamento, e sono toccate da numerose dinamiche interne ed esterne. Due esempi su tutti sono, secondo Azzone, il calo demografico e l’avvento dell’intelligenza artificiale. Non solo: i problemi sociali sono sempre più complessi e impongono “interventi mirati alla specificità di ciascun individuo“, come esemplificato da problemi come il fenomeno dei NEET o del lavoro povero.
Cambiamenti come questi richiedono riflessioni profonde e condivise, ha proseguito Azzone: “Nessuno di noi conosce con certezza cosa debba cambiare. Proprio per questo il Congresso di Acri non è un evento isolato, ma rappresenta il punto di arrivo di un percorso che ha contraddistinto questi mesi [v. infra], nei quali ci siamo confrontati con i nostri interlocutori e con chi lavora nelle comunità e per le comunità, per identificare gli elementi chiave di questo mutamento“.
Come possono intervenire le Fondazioni di origine bancaria a fronte di queste sfide? Operando secondo “un modello fondato su 4C: coordinamento, conoscenza, competenze e credibilità“, sintetizza Azzone:
- Coordinamento: tra attori pubblici, privati e del Terzo Settore;
- Conoscenza capillare dei territori, basata su dati aggiornati con costanza;
- Competenze potenziate nelle strutture tecniche e di governance;
- Credibilità, fondamentale per mantenere la fiducia nei confronti del sistema filantropico.
Le comunità plurali, in pratica
Nel pomeriggio di giovedì il Congresso è entrato nel vivo di esperienze e pratiche di comunità che sono state al centro del percorso “Comunità in pratica“. Come accennato dal presidente Azzone, infatti, a partire dal 2024 Acri ha promosso una serie di azioni e confronti utili ad alimentare il dibattito interno alle Fondazioni sul rapporto tra filantropia e comunità. Ha fatto parte di questo percorso anche la serie podcast e giornalistica Intrecci, in cui abbiamo raccontato 10 modi di “fare comunità” attraverso 10 progetti che in tutta Italia coinvolgono a vario titolo le Fondazioni di origine bancaria.
Nel pomeriggio di giovedì si sono dunque alternate sul palco professioniste, esperti, testimoni di diversi progetti di comunità che sono stati al centro di “Comunità in pratica”. Tra le diverse esperienze raccontate, per esempio, quella di BLAM, un collettivo di giovani architette che, attivando reti e collaborazioni interdisciplinari, dal 2018 progetta e attiva processi di rigenerazione urbana a base culturale con particolare attenzione al tema del riuso del patrimonio. Ludovica La Rocca, cofondatrice di BLAM, ha raccontato l’esperienza de iMorticelli, il primo Punto di Comunità di Salerno. Sono intervenuti poi Michela Diodato, Responsabile dell’Area Progetti di Fondazione Paolo Bulgari, che ha raccontato alcune iniziative legate a quartieri romani complessi come Tor Bella Monaca; Marina Galati, Direttrice di Comunità Progetto Sud; Davide Marotta, Direttore di Cascina Fossata; Martina Lascialfari, Direttrice del Fondo per la Repubblica Digitale impresa sociale; Susy Galeone, cofondatrice cooperativa La Paranza; Mirella Cannata, presidente dell’associazione Teatro Necessario (che fa parte del progetto nazionale di Acri Per Aspera ad Astra); Michele Questa, Coordinatore Equipe Multidisciplinare Villaggio Fondazione Roma.
La prima giornata di lavori si è conclusa con una conversazione con i Vicepresidenti di Acri Bernabò Bocca, Presidente della Fondazione CR Firenze, e Marco Gilli, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo. Hanno riflettuto su che cosa significhi, per le Fondazioni, fare comunità raccontando esempi ed esperienze realizzate sui territori. È stata anche l’occasione per lanciare GenP– Giovani che partecipano, un premio promosso da Acri con l’obiettivo di riconoscere e sostenere le organizzazioni del Terzo Settore composte e guidate da giovani under 35. È particolarmente interessante che Acri abbia deciso di lavorare utilizzando l’approccio della prize philanthropy in questo ambito: il tema del coinvolgimento e del protagonismo giovanile ha guadagnato grande centralità nell’azione filantropica negli ultimi anni, con la diffusione di iniziative come gli Young Advisory Board ma anche con specifiche attività di ricerca (come l’indagine promossa dalla Fondazione CRC e pubblicata qualche settimana fa).
La seconda giornata di lavori
I lavori del Congresso sono proseguiti venerdì 13 giugno con una serie di interventi dedicati alle Banche, introdotti da Gerhard Brandstätter, vicepresidente di Acri e presidente della Cassa di Risparmio di Bolzano Spa. Sono intervenuti Andrea Pilati, vicecapo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia; Antonio Patuelli, presidente Abi e presidente de La Cassa di Ravenna SpA; Vito Antonio Primiceri, presidente dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari; Peter Simon, direttore ESBG – European Savings and Retail Banking Group; Camillo Venesio, presidente onorario Pri.Banks.
La mattinata si è conclusa con l’approvazione della mozione finale del Congresso, presentata dal presidente di Acri, contenente le linee guida per l’Associazione in merito ai temi e gli obiettivi strategici per i prossimi tre anni. Tra i contenuti più interessanti l’impegno a continuare a sostenere iniziative congiunte come il Fondo per la Repubblica digitale, il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e la Fondazione Con il Sud. Queste iniziative sono particolarmente significative per le Fondazioni di origine bancaria, enti chiamati a intervenire principalmente sui propri territori di riferimento. Questo elemento è stato richiamato anche dal presidente Azzone nella sua relazione iniziale: “In questi anni, il sistema delle Fondazioni ha saputo realizzare progetti di interesse nazionale, che vuol dire sostanzialmente decidere che è più utile per le nostre comunità che il Paese nel suo complesso cresca, piuttosto che dedicarsi esclusivamente a interventi specialistici di tipo solamente locale“.