cultura

Massimiliano Anzivino, Francesco Caligaris e Alfonso Noviello hanno scritto cinque approfondimenti in cui raccontano come le biblioteche possano diventare nuovi centri di welfare in cui identificare i bisogni sociali, immaginare le risposte possibili e realizzarle insieme alle comunità
🎧 Nella prima puntata del podcast Intrecci raccontiamo del progetto di innovazione sociale realizzato a Milano grazie alla Fondazione Cariplo. Lo spazio, aperto da mattina a sera, vuole creare comunità ascoltando i bisogni di tutte le persone.
Il volume curato da Chiara Agostini ed edito da Giappichelli presenta i risultati della ricerca Nova Schol@, realizzata da Percorsi di secondo welfare per comprendere quanto il digitale e le nuove tecnologie siano in grado di favorire l'inclusione sociale nel sistema scolastico italiano.
Il progetto "Genitori Adesso", sviluppato dalla rete BAM - Biblioteche Area Montebellunese, ha coinvolto enti locali e comunità per rispondere alle necessità dei neogenitori attraverso forme innovative di welfare socioculturale. Una sperimentazione interessante che potrebbe essere presa ad esempio su altri territori.
I mutamenti necessari allo sviluppo non sono facili da realizzare. La prima cosa da fare è rispolverare la mission più profonda delle biblioteche, cercando di sostenere chi ci lavora con una dotazione adeguata di strumenti e alleanze.
Dal gruppo di lettura alle reti territoriali, dall’ibridazione rigenerante all’apertura ai giovani: spunti operativi (e punti in comune) su diverse biblioteche che nel nostro Paese stanno cercando di essere nuovi luoghi di welfare
Continua il nostro viaggio alla scoperta delle biblioteche come nuovi luoghi di welfare. Parliamo di ruoli, funzioni e confini che occorre sviluppare, oltre che delle attenzioni necessarie perché i cambiamenti siano positivi e sostenibili.
A livello internazionale sono tanti i casi di biblioteche che si sono innovate per andare incontro ai bisogni sociali delle proprie comunità. Andiamo a scoprire tre esperienze poco note ma molto interessanti che si sono sviluppate in Inghilterra, Svezia e Danimarca.
L’idea del sociale sta cambiando le biblioteche, che da “case dei libri” stanno diventando luoghi dove si possono costruire nuove relazioni e immaginare servizi di welfare “leggeri” attraverso processi territoriali partecipati.
Le biblioteche rispondono da sempre a una pluralità di bisogni. Sono ad esempio presidi civici e sociali che offrono la possibilità di socializzare e acquisire liberamente una formazione autonoma, fuori dagli spazi istituzionalmente deputati all’apprendimento e all’istruzione. Ma sapranno sopravvivere alle innovazioni degli ultimi anni?