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Il Servizio Sanitario Nazionale non è più in grado di soddisfare la domanda di servizi. Lo Stato mette a disposizione 136 miliardi. Ma le famiglie devono aggiungere di tasca propria circa 46 miliardi, 60 se includiamo anche le spese per la non autosufficienza. Si registrano marcate iniquità territoriali e fra gruppi sociali in termini di disponibilità e qualità, con effetti negativi sugli esiti di salute. Nel pubblico si erogano prestazioni spesso non appropriate, mentre crescono i bisogni inespressi. La governance del sistema è troppo frammentata, mancano incentivi e capacità di management, soprattutto a livello intermedio.

Su questo problematico sfondo, il Cergas-Bocconi ha proposto una lista di quindici principi che dovrebbero orientare una incisiva riorganizzazione del SSN. Si parte dai valori ispiratori di base (come universalismo, equità, centralità della persona efficienza, efficacia) e si arriva ai principi più specifici che riguardano l’erogazione e l’organizzazione dei servizi (come globalità, sanità d’iniziativa, governo delle interdipendenze, semplificazione, innovazione, autonomia manageriale).

Sul finanziamento, il Cergas raccomanda di “promettere ciò che si può mantenere”. Oggi ci sono troppo promesse astratte, disattese nella pratica. Pensiamo al divario fra disponibilità e accessibilità delle prestazioni e la triste realtà delle liste d’attesa o dei “viaggi della salute” tra Sud e Nord.

“Definire il perimetro dei diritti esigibili perché sostenibili è uno degli esercizi collettivi che più contribuiscono a costruire capitale istituzionale e valori condivisi”, recita il documento. E poiché le esigenze dei cittadini sono diverse, pur restando universalista la sanità pubblica deve privilegiare i bisogni più intensi, dal punto di vista medico ma anche socio-economico. È il principio dell’universalismo “proporzionale”, che ha già ispirato molte riforme in Gran Bretagna e Paesi scandinavi, rendendo la loro sanità più sostenibile.

Questo articolo è stato pubblicato sul Corriere della Sera del 5 febbraio 2025 ed è qui riprodotto previo consenso dell’autore.
Foto di copertina: Serena Ko, Pexels.com