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In Italia, i servizi pubblici digitali stanno migliorando velocemente. Le competenze digitali di base, invece, sono ancora un problema.

Per questo, la facilitazione digitale è oggi una necessità. Le istituzioni ne sono consapevoli e provano a muoversi. Sia con gli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, sia con le attività del Fondo per la Repubblica Digitale. Un’iniziativa che combina questi due piani di azione, è il bando Dritti al Punto, che è stato lanciato in primavera proprio dal Fondo e che ha ricevuto oltre 80 proposte progettuali al momento in valutazione.

“La risposta al bando è stata positiva. Il numero di proposte ricevute, la varietà dei soggetti coinvolti e la copertura territoriale sono tutti indicatori di una partecipazione attiva e consapevole”, commenta a Percorsi di secondo welfare Martina Lascialfari, Direttrice generale del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale. Questo perché “la facilitazione digitale è una leva fondamentale per garantire inclusione sociale, pari opportunità e piena cittadinanza digitale”, sostiene la direttrice.

Proviamo a capire perché.

La facilitazione digitale e il PNRR

Nella pratica la facilitazione digitale è un servizio a disposizione di tutti i cittadini per promuovere l’apprendimento delle competenze digitali che si concretizza in un’attività di supporto individuale nell’utilizzo di Internet e dei dispositivi. Si va dall’invio di email alla ricerca di informazioni, dalla creazione dello Spid fino all’accesso ai vari servizi pubblici, amministrativi o sanitari.

“È uno strumento concreto per accompagnare tutti nel percorso di trasformazione digitale, anche chi è rimasto indietro spesso per motivi anagrafici, economici o culturali”, aggiunge Lascialfari. “Non si tratta solo di ‘insegnare a usare internet’, ma – prosegue – di offrire competenze per interagire con i servizi pubblici digitali, gestire la propria identità digitale, accedere a opportunità lavorative e informative. In breve, significa dare a tutti la possibilità di partecipare attivamente e consapevolmente alla vita del Paese”.

Parte Non Profit Digital Leaders: accompagnerà la trasformazione digitale del Terzo Settore

Nella transizione digitale in corso, il rischio che troppe persone restino escluse è forte, a maggior ragione in un Paese come il nostro che ha un basso livello di competenze digitali. Per questo, tra gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), vi è anche quello di creare una rete nazionale di Punti di facilitazione digitale, per potenziare le competenze e l’inclusione digitale di almeno due milioni di cittadini entro il 2026.

La rete di Punti di facilitazione digitale rientra nella Missione 1 del PNRR e viene concretizzata dalle Regioni che, come spiegato dal Dipartimento per la trasformazione digitale, hanno tutte firmato i piani operativi. Enti locali, del terzo settore e Comuni verranno ora coinvolti attraverso bandi regionali”, si legge nel comunicato del Dipartimento.

L’intervento, del valore di 135 milioni di euro, prevede la realizzazione di 3.000 Punti di facilitazione digitale sul territorio.

L’obiettivo è creare luoghi fisici in cui, continua il Dipartimento, “i cittadini potranno ricevere un aiuto per accedere ai servizi digitali della Pubblica amministrazione, come l’App Io, la piattaforma pagoPa, l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente e il Fascicolo sanitario elettronico, ma riceveranno un supporto pratico e dedicato anche su altri servizi, come la dichiarazione dei redditi precompilata, l’abbonamento per il trasporto pubblico locale, i servizi previdenziali o quelli assistenziali”.

Il bando “Dritti al Punto”

Dritti al Punto del Fondo per la Repubblica Digitale si inserisce in questo contesto definito dal PNRR: “il bando nasce dall’intento comune di rafforzare un percorso già tracciato, affiancando e integrando le azioni in corso con nuovi strumenti, nuovi attori e approcci complementari. Un’azione concreta per rendere l’esercizio della cittadinanza digitale accessibile a tutte e tutti”, spiega la direttrice Lascialfari.

 “Il Fondo – continua – ha deciso di collaborare attivamente a questo percorso attraverso la messa in campo di 5 milioni di euro. L’obiettivo è creare sinergie tra soggetti pubblici e privati per rafforzare i servizi offerti dai Punti Digitale Facile”.

Ecco come Non Profit Digital Leaders vuole trasformare il Terzo Settore

Quando il Fondo ha pubblicato il bando in primavera, risultava raggiunto circa il 40% dell’obiettivo stabilito dal PNRR di 2 milioni di cittadini formati entro fine 2026. Poche settimane dopo, a maggio, il Dipartimento per la trasformazione digitale ha annunciato che la quota di 1 milione era stata superata, ma il bisogno è ancora forte e le necessità variano molto da territorio a territorio, con quelli del Sud e le aree interne particolarmente bisognosi di sostegno.

“Con Dritti al Punto vogliamo contribuire in modo concreto ad ampliare il numero dei cittadini formati, puntando sulla capillarità territoriale e su un’offerta formativa rilevante e inclusiva”, riassume Lascialfari.

Le proposte progettuali

Complessivamente, per Dritti al Punto il Fondo per la Repubblica Digitale ha ricevuto 85 proposte progettuali che sono in fase di valutazione. “È un numero significativo che testimonia l’interesse diffuso nell’ambito della facilitazione digitale”, commenta la direttrice del Fondo.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica,  la regione dalla quale è arrivato il maggior numero di proposte è la Puglia (16 proposte – 19%), seguita dalla Toscana (10 proposte – 12%) e dalla Sicilia (9 proposte – 11%). Complessivamente, 42 proposte interessano l’area Nord e Centro (49%) mentre le restanti 43 sono relative all’area Sud e Isole (51%).

Come detto, la distribuzione territoriale è un aspetto da tenere particolarmente in considerazione. Uno dei criteri usati dal PNRR per distribuire i punti di facilitazione digitale sul territorio nazionale è il dato relativo alle persone di 16-74 anni con nessuna o bassa competenza digitale o che non hanno usato internet negli ultimi tre mesi (dati Istat). Più questa cifra è elevata e più le regioni hanno ottenuto finanziamenti. Il risultato è che, su 3.000 punti totali, 1.200 dovranno essere aperti nelle regioni del Sud.

Una Comunità di pratica per la trasformazione digitale del Terzo Settore

Lascialfari sottolinea anche un altro aspetto, a suo dire rilevante: “quasi tutte le proposte sono presentate da raggruppamenti di soggetti attivi nei territori, contribuendo così a rafforzare reti collaborative già esistenti e a promuovere nuove sinergie orientate allo sviluppo locale. Questo ci conferma che il bando ha intercettato un bisogno reale e una forte disponibilità all’azione da parte delle comunità locali”.

Il ruolo del Terzo Settore

In tal senso, continua la direttrice, “il Terzo Settore gioca un ruolo fondamentale”, sia nella partita della facilitazione digitale nel suo complesso, sia nello specifico del bando Dritti al Punto.

Delle 85 proposte inviate, infatti, 27 sono state presentate da enti pubblici (32%) mentre le restanti 58 (68%) sono state presentate da enti del terzo settore e organizzazioni senza scopo di lucro.

Lascialfari ritiene che, in questo ambito, il valore aggiunto che il Terzo Settore può apportare è la sua “capacità di intercettare i bisogni delle comunità e di agire in modo capillare sul territorio”. Spesso, infatti, la carenza di competenze digitali riguarda fasce ben precise della popolazione (come abbiamo visto in questo articolo) e le organizzazioni del Terzo Settore operanti su un determinato territorio possono già essere in contatto con queste persone e quindi suggerire i modi migliori per sostenerle.

“Il bando riconosce il valore strategico degli enti del Terzo settore come partner attivi nel coinvolgimento dei cittadini e nella promozione di attività di formazione digitale, promuovendo approcci inclusivi e sostenibili. Il loro coinvolgimento consente di rafforzare l’efficacia delle azioni previste, di adattarle ai contesti locali e di favorire un accesso più equo alle competenze digitali, soprattutto nelle aree dove risulta più necessario”, conclude Lascialfari.

I progetti selezionati e sostenuti dal bando Dritti al Punto verranno annunciati entro fine settembre. I progetti dovrebbero poi partire entro i primi di novembre.

Foto di copertina: Studio Republic, Unsplash.com