L’insicurezza (o povertà) alimentare è un fenomeno in crescita in tutto il mondo. In Italia, il fenomeno riguarda circa 3,4 milioni di persone, causando forme di fame e malnutrizione, con il conseguente aumento della richiesta di aiuti alimentari da parte della popolazione più vulnerabile. Con l’obiettivo di approfondire la conoscenza sul fenomeno e di fornire dati ai decisori politici, l’Osservatorio Insicurezza e Povertà Alimentare (OIPA) promosso dal Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l’Ambiente (CURSA) ha pubblicato, durante la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, il nuovo report annuale sul monitoraggio dell’insicurezza alimentare nel contesto italiano e nella Capitale.

Povertà alimentare: un fenomeno complesso da misurare

La sicurezza alimentare è la condizione in cui tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico ed economico a cibo sufficiente, sicuro e nutriente che soddisfi le esigenze dietetiche e le preferenze alimentari per condurre una vita sana e attiva (World Food Summit 1996). Tuttavia la condizione opposta, ovvero l’insicurezza (o povertà) alimentare, è un fenomeno in crescita in tutto il mondo, come ci indica l’ultimo Report della FAO sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, in riferimento all’Obiettivo 2 “Fame Zero”. Questo fenomeno caratterizza il Sud Globale, così come i Paesi occidentali, nonostante le forme nascoste e contradditorie in cui si manifesta.

È possibile spiegare l’insicurezza alimentare in diverse maniere, concentrandosi sulle cause insite nel sistema alimentare (come il livello dei prezzi alimentari al consumo) o sul contesto politico e socio-economico di riferimento (come i livelli di reddito della popolazione o le politiche di inclusione sociale). Inoltre, è possibile misurarla in base alle conseguenze (materiali, socio-culturali e psico-emotive) che ne derivano. Nella Figura 1 è possibile osservare il quadro complessivo che rappresenta le cause esterne e le conseguenze della povertà alimentare sull’individuo.

Figura 1. Quadro complessivo dell’Insicurezza e Povertà Alimentare: interrelazione tra il sistema alimentare, il contesto e l’esperienza individuale. Fonte: elaborazione degli autori sulla base di FAO 2006; HLPE 2017; O’Connell & Brannen 2021.

Il report dell’Osservatorio ha voluto strutturarsi attraverso la risposta ad alcune domande applicate al contesto italiano e alla città di Roma, ovvero:

  1. Qual è il livello di insicurezza alimentare sulla popolazione?
  2. Quanto è accessibile economicamente una dieta sana?
  3. Quali sono i numeri dell’assistenza alimentare?

L’elaborato si è, quindi, concentrato principalmente su tre dimensioni. I dati mostrati nel report derivano dall’elaborazione di dataset statistici reperibili online, realizzati dall’Osservatorio o formalmente richiesti alle organizzazioni di riferimento (come ISMEA o AGEA).

Il contesto nazionale

La povertà alimentare in Italia è riconducibile soprattutto ad una questione di scarso accesso economico al cibo, fattore che, negli ultimi anni, si è aggravato in relazione alla minore capacità di spesa delle famiglie, dovuta sia all’andamento dell’inflazione, sia alla contrazione dei redditi.

Nell’anno 2022 le persone che hanno sofferto di insicurezza alimentare severa o moderata in Italia rappresentano circa il 5,7% della popolazione. Inoltre, è preoccupante osservare come la prevalenza di popolazione in condizione di insicurezza alimentare severa sia aumentata dal 2019 al 2021 a ritmi sostenuti (vedi Tabella 1). L’eccesso ponderale in Italia (sovrappeso e obesità) si attesta circa al 50% della popolazione adulta.

Tabella 1. I dati sull’insicurezza alimentare in Italia. Fonte: FAOSTAT.

Tra il 2018 e il 2022 si è verificata un’inflazione crescente dei prodotti alimentari (+13%), che provoca una forte inaccessibilità al cibo. Il Sud è l’area territoriale che sta pagando maggiormente il prezzo dell’inflazione.

Nel 2021 2,9 milioni di persone hanno ricevuto aiuti alimentari in Italia, circa il 5,04% della popolazione. Dopo un trend di miglioramento fino al 2019, c’è stato un brusco aumento degli aiuti a causa della pandemia di Covid-19. Gli assistiti in aumento sono rappresentati principalmente da persone di nazionalità italiana.

La città di Roma

La povertà alimentare è un fenomeno intrinsecamente urbano1. Nella città di Roma, attualmente abitata da circa 2,8 milioni di persone, la questione alimentare si lega alle disuguaglianze socio-economiche che la caratterizzano. Il risultato è un mosaico composto da diversi livelli di insicurezza alimentare sul territorio.

L’insicurezza alimentare moderata o grave nella Città metropolitana di Roma Capitale negli anni 2021-2022 si attesta al 7%. Nell’anno 2023, nella sola città di Roma, il 15% del campione considerato è stato preoccupato di non avere abbastanza cibo da mangiare per mancanza di soldi o altre risorse.

A Roma, la spesa alimentare presso i discount si qualifica come la più economica, mentre la spesa di prodotti biologici presso i negozi specializzati raggiunge un costo di circa il 176% in più rispetto ai discount. Per quanto riguarda i supermercati, l’accessibilità al cibo è peggiorata negli anni a causa di un maggiore aumento dei prezzi rispetto agli altri punti vendita.

L’accessibilità economica ad una dieta sana è compromessa soprattutto nel quadrante est della Capitale.

Circa il 6,16% della popolazione romana richiede aiuti alimentari. La quantità di aiuti alimentari distribuiti è aumentata dal 2019 al 2022 di circa il triplo (Figura 2).

Figura 2. Quintali di prodotti FEAD distribuiti negli anni 2019-2022 nella città di Roma. Fonte: OIPA 2023.

L’Osservatorio ha elaborato un Indice di Precarietà Alimentare, che monitora la richiesta di aiuti nei Municipi della Capitale, e un Indice di Copertura Territoriale, che misura il numero di enti di assistenza a livello territoriale.

La richiesta maggiore di aiuti alimentari a Roma avviene nel Municipio I e nel Municipio VI (Figura 3). Mentre il Municipio XI registra il più basso numero di enti di assistenza alimentare presenti sul proprio territorio (Tabella 2).

Figura 3. Indice di Precarietà Alimentare a livello municipale rispetto alla media cittadina. Fonte: OIPA 2023.
Tabella 2. Numero degli enti di assistenza a livello municipale e Indice di Copertura Territoriale. Fonte: OIPA 2023.

Tra le modalità di intervento, la maggior parte dei prodotti alimentari è stata distribuita tramite pacchi alimentari e solamente il 3% è destinato agli empori solidali, considerati come la forma maggiormente innovativa e rispettosa di distribuzione alimentare (poiché i beneficiari possono scegliere gli alimenti che desiderano senza ricevere passivamente un pacco precostituito).

Le raccomandazioni politiche

Nell’ultima sezione del report, l’Osservatorio sull’Insicurezza e Povertà Alimentare di Roma ha presentato alcune raccomandazioni politiche che partono dall’analisi e dalle criticità illustrate nelle sezioni precedenti.

Il lavoro dell’Osservatorio, basandosi sulla knowledge sharing, ovvero sulla co-produzione di conoscenza insieme a soggetti che operano nella società civile e che possono considerarsi veicoli per una migliore conoscenza della realtà, è finalizzato a supportare il lavoro dei policy makers, nella convinzione che le politiche pubbliche debbano essere data-driven, ossia basate sulla migliore conoscenza possibile della realtà che intendono trasformare.

Nel corso degli ultimi mesi, l’Osservatorio ha formulato dieci raccomandazioni ai policy makers, con l’obiettivo di promuovere l’idea del cibo come diritto e non come bisogno, e basandosi sulla considerazione che la povertà alimentare non significhi solamente deprivazione materiale, ma rappresenti anche una deprivazione sociale, identitaria, di dignità e di giustizia sociale.

In questo senso agire sulla povertà alimentare significa lavorare per ridurre la povertà in tutte le sue forme, con programmi di politiche di contrasto articolati e orizzontali (reinserimento sociale, sostegno al reddito, politiche abitative). Tuttavia, garantire il diritto al cibo vuol dire anche intervenire sulla filiera alimentare, sui rapporti economici tra i diversi attori, e agire sul food system attraverso la costruzione di filiere pubbliche; il ripensamento dei fondi pubblici (ad esempio, il fondo FEAD) con il green public procurement; l’intervento sui meccanismi dei prezzi al consumo dei prodotti alimentari. Agire con interventi sistemici significa costruire un welfare alimentare che vada oltre l’assistenzialismo e le visioni di breve periodo, per realizzare un effettivo accesso al cibo sano e sostenibile. In questo contesto, le Food Policy nei contesti locali possono rivelarsi il motore principale per promuovere tale cambiamento.

 

Bibliografia

  • FAO (2006), Food Security, Policy Brief, Issue 2.
  • HLPE (2017), Nutrition and food systems. A report by the High Level Panel of Experts on Food Security and Nutrition of the Committee on World Food Security.
  • O’Connell R. & Brannen J. (2021), Families and Food in Hard Times: European Comparative Research, Ucl Pr Ltd.
  • OIPA (2023), L’evoluzione e lo stato della povertà alimentare a Roma nel contesto italiano.
  • World Food Summit (1996), Rome Declaration on World Food Security.

Note

  1. Tutte le forme di povertà si verificano specialmente all’interno dei grandi centri urbani. Nelle città la povertà ha una componente spaziale importante: la povertà nei contesti urbani non è dovuta solo alla concentrazione di poveri, ma al fatto che le stesse città mettono in atto delle dinamiche sociali che producono forme di povertà.
Foto di copertina: Anna, Unsplash.com