Nel 2024, il numero degli assistiti dalla Caritas in Italia è aumentato del 3% rispetto al 2023. In totale sono quasi 280.000. Se confrontato con il 2014, il dato appare decisamente allarmante: in dieci anni l’incremento è stato del 62,6%. Dei tanti dati contenuti nel report statistico “La povertà in Italia” appena pubblicato da Caritas Italiana, questo è uno dei più forti, ma non certo l’unico.
“Oltre un assistito su quattro (26,7%) si trova in uno stato di disagio stabile e prolungato. La povertà diventa anche più intensa: il numero medio di incontri annui per assistito è quasi raddoppiato rispetto al 2012″, spiega il rapporto. Le famiglie rimangono molto presenti tra le categorie che ricevono assistenza, ma cresce anche il numero degli anziani che si rivolgono alla rete dei 3.341 servizi Caritas, attivi in 204 diocesi.
Un altro aspetto importante che emerge dal report è la questione del lavoro povero, di cui abbiamo di recente scritto anche su Percorsi di secondo welfare. “Non è solo dunque la mancanza di un impiego che spinge a chiedere aiuto: di fatto quasi un beneficiario su quattro rientra nella categoria del working poor, con punte che superano il 30% nella fascia tra i 35-54 anni”, spiega Caritas.
Quindici anni fa i disoccupati rappresentavano i due terzi dell’utenza e gli occupati appena il 15%: “questo – prosegue il report – descrive con chiarezza quanto sia mutato il profilo dell’utenza Caritas nel corso degli ultimi tre lustri, riflettendo al contempo una profonda trasformazione del fenomeno stesso della povertà“.
Caritas ricorda come la povertà sia sempre più “multidimensionale e complessa“, con reddito, casa e lavoro a rappresentare i principali pilastri di vulnerabilità. “A fronte di questa complessità – conclude il documento – cala il numero di beneficiari delle misure di sostegno al reddito: i percettori di Assegno di Inclusione (Adi) sono l’11,5% del totale, quelli del Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) solo l’1,3%”. Le nuove misure che hanno sostituito il Reddito di Cittadinanza si confermano quindi fortemente insufficienti rispetto ai bisogni del Paese.