Creare uno spazio innovativo di collaborazione tra istituzioni, Terzo Settore e parti sociali per migliorare il benessere locale attraverso un approccio data-driven. È questo, in sintesi, l’ambizioso obiettivo di OsservaBrescia, l’Osservatorio territoriale del Bresciano che vuole analizzare i bisogni sociali della comunità per promuovere interventi concreti che possano dar loro risposta. In questo contributo vi raccontiamo in che modo l’Osservatorio intende perseguire questa finalità.

Che cos’è OsservaBrescia

L’Osservatorio promosso da Intesa Sanpaolo per il Sociale grazie al supporto scientifico di Percorsi di secondo welfare sta raccogliendo e analizzando dati provenienti da fonti nazionali e locali con diversi obiettivi:

  • mappare bisogni e criticità sociali presenti sul territorio;
  • individuare priorità e strategie di intervento per farvi fronte;
  • definire azioni concrete che possano essere implementate sul territorio;
  • diffondere una cultura del dato tra organizzazione e cittadini.

Per farlo OsservaBrescia ha creato un Tavolo di lavoro permanente, una rete territoriale di supporto. In tale sede saranno definiti oltre 50 indicatori sociali, economici e demografici per raggiungere gli obiettivi sopra indicati che porteranno alla pubblicazione di un rapporto analitico della situazione e attività di disseminazione dei risultati, oltre alla sensibilizzazione della popolazione sulla loro importanza.

Per riuscire nel suo intento, OsservaBrescia si basa su una ampia compagine di soggetti pubblici, privati, del Terzo Settore e del mondo accademico, uniti dall l’obiettivo comune di favorire uno sviluppo economico-sociale inclusivo nella provincia di Brescia

A che punto siamo?

La prima azione concreta di OsservaBrescia è stata quella di costituire il nucleo attivo del progetto: un Tavolo di lavoro permanentecoordinato dalle ricercatrici di Percorsi di secondo welfare – Anastasia Rita Guarna, Chiara Lodi Rizzini e Alice Sofia Fanelli – che coinvolge più di 50 rappresentanti di enti pubblici e privati che operano quotidianamente sul territorio bresciano.

Il percorso del Tavolo è stato avviato nell’aprile 2025 con un primo incontro di carattere introduttivo e divulgativo, durante il quale sono stati presentati gli obiettivi dell’Osservatorio. Nei successivi due incontri svolti nel mese di maggio si è entrati nel vivo del progetto chiedendo ai partecipanti di confrontarsi sulla proposta di oltre 50 indicatori, ispirati ai goal dell’Agenda 2030, utili a monitorare i bisogni e le dinamiche sociali locali territoriali.

In questo momento sono in corso interlocuzioni bilaterali con i singoli enti del Tavolo per raccogliere e sistematizzare dati in loro possesso e costruire così un quadro il più possibile rappresentativo e condiviso del territorio.

Tra poche settimane si svolgerà un nuovo incontro dedicato alla validazione finale degli indicatori e pensato anche come occasione per rafforzare la collaborazione tra gli attori coinvolti e stabilire insieme i prossimi passi per la definizione di strategie d’azione concrete e misurabili basate sui dati raccolti.

Perché è importante la “cultura del dato”

Ma a cosa si deve questa attenzione così forte per il dato? Ci ha aiutato a capirlo Chiara Lodi Rizzini. Secondo la ricercatrice “la cultura del dato è fondamentale perché, se i bisogni del territorio vengono rilevati in modo adeguato e condiviso, coinvolgendo attori diversi con prospettive e fonti differenti, si ottiene una visione più completa e precisa della realtà.”

Comprendere le reali necessità delle persone è dunque il primo passo per costruire un sistema di welfare che funzioni davvero. E per farlo, non bastano le impressioni: servono dati, conoscenze condivise e un metodo. Promuovere una vera cultura del dato “permette di attivare progetti più efficaci e maggiormente rispondenti alle esigenze e i bisogni dei cittadini, rendendoli anche più apprezzabili”, continua Lodi Rizzini.

Ma cos’è un “bisogno”? In sociologia, è una mancanza di risorse materiali o immateriali che impedisce a una persona o a una comunità di raggiungere uno stato di benessere, efficienza o funzionalità. Affrontare davvero i bisogni significa quindi analizzarli nel loro contesto storico, sociale e politico, tenendo conto della condizione di vita concreta delle persone, delle relazioni in cui sono inserite e degli standard di riferimento come benessere, qualità della vita e diritti.

Conoscere il territorio e i suoi bisogni

Da qui nasce l’esigenza di un osservatorio sui bisogni, uno strumento che non si limiti a raccogliere dati, ma li mette al centro di un confronto tra chi vive e opera sul territorio. Questo approccio consente di individuare i bisogni più urgenti, prevenire situazioni di disagio prima che diventino gravi e definire politiche sociali più mirate e capaci di rispondere concretamente alle esigenze delle persone.

Secondo Lodi Rizzini, infatti “è importante guardare ai dati come a un patrimonio comune. Ogni attore si occupa di una parte specifica dei servizi e dell’utenza, ma solo mettendo insieme queste diverse informazioni è possibile costruire una visione multidimensionale dei problemi”.

Una lettura attenta dei bisogni permette infatti di individuare quelli insoddisfatti, stabilire priorità, definire obiettivi chiari e valutare l’efficacia degli interventi in atto. È questo il cuore del welfare di iniziativa al centro di OsservaBrescia, che si basa su sistemi di conoscenza strutturati in grado di anticipare i bisogni, contrapposti ai modelli tradizionali di erogazione standardizzata dei servizi, spesso incapaci di rispondere alle reali necessità dei cittadini. In questo modo, il welfare può evolvere da un approccio riparativo a una strategia proattiva e preventiva, capace di intercettare le vulnerabilità prima che si trasformino in disagio conclamato.

Far parlare le organizzazioni

Grazie a questo approccio solido e concreto, l’Osservatorio si sta dimostrando anche uno strumento potente per mettere in rete le organizzazioni del territorio. Raccogliere i dati in modo sistematico e diffuso è fondamentale per comprendere a fondo i bisogni della comunità, ma non basta: è altrettanto importante analizzarli insieme e costruire una visione condivisa delle priorità sociali.

Spesso, infatti, i dati esistono ma sono frammentati, poco accessibili e difficili da confrontare. È per questo che il coinvolgimento attivo delle istituzioni, degli enti del Terzo Settore e dei servizi è essenziale, non solo nella raccolta, ma anche nell’interpretazione delle informazioni.

In questo senso Chiara Lodi Rizzini ha voluto sottolineare come “nel territorio bresciano si possa sviluppare una solida cultura del dato: molti enti raccolgono già informazioni, ma il problema principale è la sistematizzazione. Ci sono infatti molti attori coinvolti, ognuno con criteri e modalità differenti di raccolta. OsservaBrescia ha proprio l’obiettivo di far confluire tutti questi dati in un’unica sede, in modo che, da un lato, cittadini e organizzazioni possano trovarli facilmente, e dall’altro, che siano armonizzati tra loro”.

In questo modo, la raccolta dei dati diventa anche un’occasione per rafforzare il dialogo tra gli attori del territorio e promuovere azioni coordinate e condivise, con l’obiettivo comune di costruire un welfare più giusto, efficace e vicino ai bisogni reali delle persone. Inoltre, questa collaborazione “può rappresentare un incentivo anche per quei soggetti che ancora non raccolgono dati: essere parte di un progetto in cui altri attori si stanno già muovendo in questa direzione potrebbe infatti stimolarli a fare altrettanto”.

I prossimi passi

Dagli incontri del Tavolo è emerso come molti enti abbiano già in essere, importanti attività autonome di raccolta dati. Tuttavia, come spiegato da Lodi Rizzini, questi sforzi rischiano di rimanere parziali e frammentati se non vengono messi a sistema.

Negli ultimi mesi OsservaBrescia ha quindi cercato di valorizzare il lavoro già svolto da queste realtà, integrandolo con dati di dominio pubblico e sistematizzandolo per ottenere un quadro comune in grado restituire alla comunità bresciana una visione quanto più possibile completa ed esaustiva dei bisogni presenti dal territorio.

Come detto, non si tratta però solo di raccogliere informazioni, ma di leggerle in modo condiviso e strutturato, così da trasformarle in uno strumento utile a orientare le scelte e le azioni future in modo consapevole e mirato. I prossimi passi di OsservaBrescia andranno proprio in questa direzione, grazie a un confronto continuativo con gli stakeholder locali e la redazione di un report che, basandosi sui dati raccolti, aiuti a definire priorità e modalità di intervento.

 

Foto di copertina: Edoardo Bortoli, Unsplash.com