L’obiettivo del presente contributo1 è ripercorrere l’evoluzione della Rete Cibo Brescia nei cinque anni che vanno dal 2020 al 2024 e la sua trasformazione nella Rete Conta su di noi.
Le riflessioni qui proposte intendono mettere in luce l’evolversi delle dinamiche operative e delle modalità di intervento nei confronti delle persone beneficiarie di sostegni di contrasto della povertà alimentare e il mutare della collaborazione tra le diverse organizzazioni impegnate (in forme che via via si sono riconfigurate) nei diversi quartieri della città di Brescia. In particolare vi è il desiderio di mettere in luce i fattori che hanno determinato la co-evoluzione della governance collaborativa degli interventi di aiuto. Interventi che sono passati da modalità reattive e frammentarie a un insieme di attività che – pur conservando ampi aspetti di autonomia – oggi si svolgono in un disegno condiviso e coordinato, connessi tra loro dall’impegno a collaborare per contrastare la povertà materiale e altre forme di povertà.
Il contributo, in particolare, approfondisce il tema della governance collaborativa, a cui si è fatto cenno in un articolo, al momento in pubblicazione,“Conta su di noi. Genesi ed evoluzione della Rete Cibo Brescia per il contrasto alla povertà alimentare” e aggiunge un tassello alle riflessioni sviluppate nel contributo “Conta su di noi: il manifesto fondativo e programmatico della Rete Cibo Brescia” pubblicato da Secondo Welfare.
L’esperienza della Rete sarà al centro di un incontro pubblico che si svolgerà sabato 30 novembre a Brescia.
Le fasi che hanno caratterizzato l’evoluzione della Rete Cibo Brescia
Nel presente paragrafo presentiamo in sintesi le fasi evolutive attraversate dalla Rete Cibo Brescia, mettendo in luce gli aspetti che hanno influenzato ciascuna fase e le azioni chiave intraprese.
Fase 0. Il supporto alimentare a Brescia nel periodo prepandemico
Prima della pandemia, a Brescia operavano decine di associazioni di volontariato che, in modi diversi, supportavano le famiglie in difficoltà attraverso la distribuzione di pacchi alimentari. Queste associazioni, attive sul territorio bresciano, agivano sia in favore di beneficiari già conosciuti, sia a sostegno di nuovi soggetti che si trovavano in condizioni temporanee di povertà. I beneficiari si mettevano in contatto con le associazioni direttamente oppure tramite dei Servizi sociali del Comune. Tuttavia, la mancanza di coordinamento tra le associazioni e l’assenza di un database unico dei beneficiari permetteva a questi ultimi di recarsi autonomamente presso diverse associazioni per chiedere supporto. Ciò determinava il rischio che, mentre alcune persone ricevevano aiuti da più associazioni, altre rimanessero escluse da qualsiasi forma di supporto. Inoltre, non esisteva un coordinamento comunale che garantisse un intervento omogeneo tra le associazioni, lasciando ciascuna di esse a operare in maniera autonoma, con standard quantitativi e qualitativi differenti.
Fase 1. L’irrompere della pandemia COVID (2020)
La pandemia ha improvvisamente aggravato i bisogni alimentari della popolazione già in difficoltà e ha fatto emergere nuove impellenti necessità. Centinaia di persone, a causa della sospensione di numerose attività produttive, avevano perso la propria fonte economica di sostentamento. Numerosi erano poi stati i lavoratori precari e quelli impegnati in attività assistenziali che improvvisamente si erano aggiunti al numero già consistente delle persone in difficoltà economica. All’urgenza dei bisogni la città non poteva che fornire una risposta immediata. Da qui l’impegno crescente da parte delle associazioni già operanti nel settore, di quelle prima impegnate su altri fronti e la nascita di gruppi spontanei di cittadini desiderosi di offrire aiuto nell’impellenza della crisi pandemica. Le molteplici iniziative di aiuto, nella fase iniziale della pandemia, si svolgevano in modo scoordinato in ragione delle specifiche capacità di attivazione. Di qui gli interventi di raccordo e supporto messi in campo dall’Amministrazione comunale e da organizzazioni strutturate per ridurre duplicazioni e attivare sinergie: dal censimento condotto dal Comune di Brescia è stata rilevata la presenza di 70 associazioni che in quel periodo si sono occupate di recuperare cibo e curarne la distribuzione.
Fase 2. Coordinamento e avvio della governance inclusiva (2020-2022)
Nel triennio 2020-2022, segnato dall’irrompere dell’emergenza Covid e dalla successiva crisi legata all’emergenza Ucraina, sono state avviate le prime forme di collaborazione strutturata per affrontare il manifestarsi di condizioni di povertà alimentare determinate dall’emergenza sanitaria, dalla crisi economica e dall’arrivo massiccio di profughi in fuga dalla guerra. Oltre 70 realtà si sono attivate per distribuire cibo e beni essenziali, progressivamente raccordando le loro azioni grazie al coordinamento promosso dal Comune di Brescia, con il supporto di Caritas Diocesana di Brescia, Croce Rossa Italiana Comitato di Brescia, la cooperativa sociale Cauto e l’associazione Maremosso. In questa fase è stato costituito un gruppo di lavoro per ottimizzare la raccolta, la conservazione e la distribuzione dei beni. L’impegno per creare una rete aperta ma stabile, orientata a una risposta coordinata ai bisogni emergenti, ha consentito di mappare le risorse attive nella città di Brescia e ottimizzare i molteplici interventi avviati. Durante la prima fase emergenziale è stato attivato un punto unico di raccolta e distribuzione e istituito un tavolo di coordinamento permanente. La risposta collettiva, messa in campo nel 2022 per far fronte all’emergenza Ucraina, ha determinato un’ulteriore evoluzione della rete, portando all’individuazione di interventi complementari a quelli già presenti sul territorio. Questo ha consentito una gestione più efficiente delle risorse e significative azioni di assistenza rivolte alle persone e alle famiglie ucraine arrivate in città.
Fase 3. Sviluppo e consolidamento della rete (2023-2024)
Il superamento delle crisi emergenziali legate alla pandemia e alla presenza sul territorio bresciano dei profughi in fuga dalla guerra in Ucraina ha permesso di formalizzare la Rete Cibo Brescia e potenziare le collaborazioni tra le associazioni. In particolare, gli incontri promossi nel contesto della Biennale della Prossimità, tenutasi a Brescia nel giugno 2022, e un ciclo di interviste conoscitive alle associazioni impegnate nel contrasto alla povertà alimentare hanno contribuito a tematizzare la questione della collaborazione, partendo dalla pluralità di sensibilità presenti nel contesto cittadino.
Nel 2023, la disponibilità di fondi comunali per sostenere le organizzazioni della rete ha permesso di realizzare corsi di formazione per ampliare le capacità organizzative delle realtà attive e migliorare le competenze dei volontari, oltre a condurre una ricerca partecipata per mappare i bisogni della città. Con la stesura condivisa del Manifesto programmatico fondativo “Conta su di noi” nell’estate 2023, documento volto a definire identità e obiettivi comuni della Rete Cibo Brescia, le associazioni disponibili a operare in rete, nel quadro di coordinate operative concordate, hanno identificato indirizzi operativi condivisi. Questo processo ha rafforzato la coesione interna della rete e promosso il riconoscimento pubblico della sua attività nella città di Brescia.
Nel 2024, il consolidamento operativo della rete e le attività di formazione per le associazioni aderenti sono proseguite. Gli incontri interni alle associazioni hanno avuto l’obiettivo di presentare ai volontari il lavoro in corso e le prospettive di collaborazione, mentre gli incontri di formazione hanno fornito competenze tecniche e strumenti utili per rispondere agli adempimenti normativi richiesti. La formazione, in particolare, si è rivelata uno spazio per costruire rapporti tra persone impegnate in organizzazioni diverse, un’occasione per approfondire la conoscenza reciproca, scambiare esperienze e facilitare la collaborazione.
Fase 4. Sfide e prospettive future
Si apre ora una nuova fase, caratterizzata dall’espansione della rete e dalla gestione integrata degli interventi, nonché dalla promozione di occasioni di impegno civico e volontariato a livello cittadino, con attività mirate al rafforzamento del tessuto comunitario. Anche gli interventi necessitano di essere ripensati per affrontare in modo più efficace la povertà alimentare e altre forme di povertà, identificate anche attraverso gli interventi di aiuto economico. Si avverte l’esigenza di costruire una governance collaborativa più strutturata, aperta e visibile, partecipata e articolata, che consenta di garantire operatività efficaci, modulare gli interventi, attivare supporto reciproco e valorizzare la capacità di risposta comunitaria a livello cittadino, rendendo conto delle esperienze in corso. I principali passaggi e le azioni intraprese dalla Rete Cibo Brescia – che approfondiremo nei paragrafi successivi – mostrano come la rete si sia sviluppata nel tempo per affrontare la povertà alimentare e altre forme di povertà in modo progressivamente più coordinato. In ciascun paragrafo evidenzieremo l’evoluzione della governance collaborativa che ha accompagnato e sostenuto questa trasformazione.
L’esigenza di una governance inclusiva alla luce delle emergenze Covid e Ucraina
L’esigenza di conoscere e raccordare molteplici iniziative spontanee
L’emergenza sanitaria, con le chiusure delle attività economiche, la perdita di impieghi precari e il peggioramento improvviso delle condizioni di vita, ha richiesto interventi rapidi e ha scatenato una reazione immediata: oltre 70 realtà locali si sono mobilitate per recuperare e distribuire cibo e beni essenziali. Tuttavia, questa risposta è stata inizialmente non coordinata, con sovrapposizioni, duplicazioni e discontinuità. Per far fronte a queste criticità, il Comune, insieme alle organizzazioni più strutturate già operative in città, ha promosso un coordinamento mirato a ottimizzare gli sforzi. Nel maggio 2020 è stato istituito un tavolo di lavoro promosso dal Settore Servizi Sociali del Comune di Brescia, che includeva Caritas Diocesana di Brescia, la cooperativa sociale Cauto, l’Associazione Maremosso e il Comitato di Brescia della Croce Rossa Italiana. Dopo la pandemia, la rete bresciana ha affrontato anche l’emergenza legata alla guerra in Ucraina, rafforzando la collaborazione tra le organizzazioni attraverso la mappatura delle realtà di volontariato e l’istituzione di un tavolo di coordinamento per favorire il dialogo e la cooperazione. Il lavoro di rete ha avuto l’obiettivo di affrontare la povertà alimentare, rilevare le organizzazioni attive, ridurre gli sprechi, ottimizzare la distribuzione per renderla più mirata e capillare, ed evitare opportunismi. Questo percorso è stato accelerato dall’emergenza sanitaria e dalla crisi economica, trovando ulteriore sviluppo durante l’emergenza legata alla guerra in Ucraina. Le principali azioni promosse dal tavolo di lavoro sono dunque state la mappatura delle risorse disponibili, l’istituzione di un punto unico per la raccolta e la distribuzione dei beni, l’attivazione formale di un tavolo di coordinamento per facilitare il raccordo tra i molteplici soggetti impegnati sul campo.
Un aspetto critico riguardava il modo in cui diverse associazioni attive sul territorio bresciano gestivano il sostegno ai beneficiari. Queste organizzazioni aiutavano sia persone già conosciute sia nuovi beneficiari che si trovavano in temporanee condizioni di povertà. I beneficiari si mettevano in contatto con le associazioni in modo diretto o tramite i Servizi Sociali, che avevano attivato un numero telefonico per raccogliere e smistare le richieste. Tuttavia, la mancanza di coordinamento tra le associazioni e l’assenza di un database unico dei beneficiari permetteva alle persone di rivolgersi autonomamente a più organizzazioni per richiedere aiuto. Questo generava una distribuzione disomogenea del supporto, con alcuni beneficiari che ricevevano aiuti da più associazioni, mentre altri rimanevano esclusi o ricevevano supporto insufficiente. Inoltre, gli aiuti risultavano spesso non equilibrati, poiché alcune organizzazioni ricevevano principalmente donazioni di generi alimentari, mentre altre disponevano di donazioni diverse, rendendo disomogenea la composizione degli aiuti offerti.
L’esigenza di costituire una rete collaborativa
Le emergenze hanno sollecitato risposte reattive, immediate e talvolta improvvisate e contemporaneamente hanno anche accelerato i processi di collaborazione. Se inizialmente, l’attivazione autonoma è stata disordinata e caratterizzata da operatività indipendenti e non coordinate, successivamente, il tavolo di coordinamento istituito ha favorito raccordi, connessioni, supporti reciproci, promuovendo un approccio maggiormente integrato. Nell’ottobre 2021, il tavolo ha formalizzato il primo progetto intitolato “Azioni di rete e distribuzione alimentare nel Comune di Brescia”.
Le principali azioni previste dal progetto sono state: mappare e aggiornare le associazioni attive sul territorio cittadino, per analizzare e modalità operative e le fonti di approvvigionamento, rilevare i bisogni delle persone in collaborazione con i Servizi Sociali del Comune, facilitare la collaborazione tra associazioni per migliorare l’efficacia delle loro attività, definire linee di indirizzo condivise per rispondere alle necessità specifiche di persone, famiglie e territori, rispettando la legalità e senza contrapporsi alle attività commerciali locali. Il progetto si è basato su un approccio partecipativo, che prevedeva il coinvolgimento delle organizzazioni impegnate nei quartieri cittadini e sull’intero territorio urbano del territorio. L’approccio adottato mirava a garantire che le soluzioni individuate fossero frutto di un processo condiviso e in grado di rispondere efficacemente alle esigenze della comunità.
Il tavolo di coordinamento composto dai Servizi Sociali del Comune di Brescia, Croce Rossa, Caritas, Cauto e Maremosso, avvertendo la necessità di potenziare coordinamento tra loro e con le altre associazioni impegnate nell’attività di distribuzione alimentare, ha avviato una serie di incontri online in prima battuta conoscitivi delle diverse realtà, e successivamente miranti ad analizzare i diversi problemi affrontati durante il periodo pandemico e le aspettative delle organizzazioni rispetto al raccordo di rete e al supporto dei Servizi Sociali comunali. Molte organizzazioni hanno aderito al progetto e hanno preso parte agli incontri, altre associazioni invece hanno preferito proseguire con iniziative autonome e non raccordate. Il progetto prevedeva anche accordi di condivisione delle donazioni di grandi quantitativi di cibo e l’aiuto logistico da parte di Cauto e Maremosso nel conservare e distribuire in modo diffuso le consistenti donazioni che provenivano dai contatti delle singole organizzazioni o da cittadini in grado di favorire donazioni di generi alimentari. L’accordo di collaborazione per un centro di conservazione costituisce un esempio di riconoscimento di competenze differenziate messe a sistema e rese disponibili per la rete (figura 1).
Il Comune ha organizzato un incontro con tutte le organizzazioni autorizzate a operare sul territorio, creando così una prima mappatura comunale. Una mappatura che ha incluso sia associazioni che singoli cittadini/e, successivamente integrata con la mappatura elaborata dalle organizzazioni più strutturate, che avevano già rilevato l’operatività delle realtà associative più piccole con le quali erano attive collaborative. La mappatura ha rappresentato l’embrione di un sistema organizzativo più articolato che poi è stato sviluppato. I corsi tecnici di supporto, inizialmente (nel 2022) hanno registrato una scarsa partecipazione. Nonostante ciò,sono stati riproposti – e come vedremo più avanti – hanno costituito uno spazio di confronto e strumentazione. Un momento importante per il dialogo tra le associazioni è stato offerto nell’ambito della Biennale della Prossimità, tenutasi nel giugno 2022, nel corso della quale è stato organizzato un laboratorio dedicato al confronto, alla conoscenza reciproca e allo scambio di esperienze, favorendo il dialogo e la collaborazione tra i diverse organizzazioni impegnate in attività di contrasto alla povertà alimentare. Nell’autunno 2022, sono state condotte una ventina di interviste per approfondire la conoscenza delle associazioni attive sul territorio e raccogliere informazioni sul loro operato. I momenti di incontro e di approfondimento hanno segnato una trasformazione significativa nello schema consolidato di relazione tra il Comune e le associazioni. Tradizionalmente, le associazioni agivano autonomamente, richiedendo al Comune risorse per sostenere le proprie attività, mentre con questi passaggi prende forma un nuovo modello che vede il Comune riconosciuto come un attore capace di instaurare un dialogo e una collaborazione attiva con le organizzazioni del territorio.
L’esigenza di un modello di governance orientato all’inclusività
Si possono ricapitolare alcune caratteristiche della governance collaborativa manifestatesi in questa fase. In particolare il passaggio dall’emergenza Covid all’emergenza Ucraina ha consolidato le pratiche collaborative sviluppate in precedenza, rafforzando il collegamento tra il Tavolo di coordinamento promosso dai Servizi Sociali e le organizzazioni impegnate nei quartieri o sull’intero territorio urbano. La governance collaborativa si basa sulla creazione di collegamenti tra il Comune, organizzazioni strutturate (Croce Rossa, Caritas, Cauto, Maremosso) e cittadini attivi. Questo raccordo ha permesso di condividere dati, contatti e relazioni, valorizzando il capitale sociale già esistente. Gli elementi che sottolineiamo fanno riferimento:
- alla promozione del dialogo tra le organizzazioni grazie a incontri che mirano a promuovere il riconoscimento reciproco, a sostenere le collaborazioni nate per affinità e per necessità, volte a rispondere a richieste di aiuto e a situazioni contingenti;
- all’attivazione di un punto unico di distribuzione, cogestito da diverse organizzazioni, che ha rappresentato un esempio di collaborazione efficace;
- alla condivisione delle eccedenze e la distribuzione ordinata di risorse (raccolta di donazioni e cibo), gestite in modo coordinato dall’amministrazione comunale;
- alla suddivisione equilibrata delle competenze, il Servizio Sociale comunale ha individuato gli spazi, garantito il raccordo con la Prefettura, assicurato chiarezza istituzionale, mentre le associazioni – con il supporto di Croce Rossa, Cauto, Maremosso – hanno assicurato il recupero e la distribuzione e del recupero del cibo, e Caritas ha mantenuto attivi i contatti e il rapporto fiduciario con le parrocchie.
Questa fase di governance collaborativa ha evidenziato la ricerca di un modello inclusivo, basato sulla condivisione delle responsabilità e sulla costruzione di risposte efficaci e integrate. Attraverso la valorizzazione delle competenze e delle risorse di tutti gli attori coinvolti, si è promossa una collaborazione fattiva, orientata ai bisogni della comunità (figura 2).
Il processo di articolazione e consolidamento della governance partecipata (2023-2024)
Ruolo del Servizio Sociale comunale nel sostenere il protagonismo della Rete
Il ruolo del Servizio Sociale del Comune di Brescia nel processo di sviluppo e di consolidamento della Rete Cibo Brescia si caratterizza per essere al contempo una presenza di garanzia, un attore di riconoscimento e di legittimazione dell’azione delle diverse organizzazioni, un’agenzia di facilitazione e di sostegno dell’operatività. Il Servizio Sociale comunale costituisce un punto di riferimento per la rete nel favorire e nell’accompagnare il passaggio dall’impegno autodeterminato delle singole organizzazioni alla costruzione di un progetto di collaborazione multiattore interdipendente. In particolare il ruolo del Servizio Sociale nell’attivare il Tavolo di coordinamento è stato determinante. Disporre di un luogo di confronto e di raccordo ha consentito di accompagnare il processo di aggregazione, costituzione formale e consolidamento della Rete Cibo Brescia.
Tre le iniziative che sono state promosse nel corso del 2023 e nei primi mesi del 2024 segnaliamo la costruzione partecipata di un manifesto fondativo e programmatico di cui si dà conto nel paragrafo che segue; la realizzazione di un ciclo di attività formative per offrire strumenti alle organizzazioni impegnate nel contrasto alla povertà alimentare (corso sulla sicurezza e corso sull’HACCP); un ciclo di incontri con le singole organizzazioni per incontrare e conoscere volontari e volontarie, raccogliere considerazioni operative, presentare il Manifesto “Conta su di Noi”. Gli incontri, l’attività formativa, gli approfondimenti con le singole organizzazioni miravano a promuovere la conoscenza reciproca, a condividere linee di intervento, a raccogliere osservazioni per rafforzare la capacità operativa della Rete Cibo Brescia (figura 3).
ll Manifesto “Conta su di noi”: la formulazione partecipata di impegni condivisi
Il Manifesto “Conta su di noi” è stato elaborato attraverso un percorso partecipato che ha coinvolto le organizzazioni della Rete Cibo Brescia durante un percorso formativo promosso dall’Amministrazione comunale e dal Tavolo di coordinamento della Rete Cibo Brescia tra giugno e settembre 2023. L’idea di creare un manifesto è nata con l’obiettivo di dare voce alle esperienze, alle motivazioni e alle sensibilità dei volontari e costruire un discorso corale che rappresentasse l’impegno comune di tutte le organizzazioni nel contrastare le forme di povertà che investono la città di Brescia. Il Manifesto è stato presentato in un incontro pubblico il 31 ottobre 2024. Nel corso dell’incontro le organizzazioni partecipanti hanno sottolineato come il Manifesto “Conta su di noi” è strumento di coesione e di apertura per la Rete Cibo Brescia. Attraverso il Manifesto perseguono diversi obiettivi:
- Dare visibilità alle organizzazioni e ai volontari impegnati nel sociale: Il manifesto vuole rendere evidente l’impegno di tante persone e organizzazioni che dedicano tempo ed energie a contrastare la povertà, la fragilità e l’esclusione
- Promuovere la collaborazione e il coordinamento tra le diverse realtà: L’obiettivo è quello di creare una coesione interna alla Rete Cibo Brescia, favorendo il raccordo e l’ottimizzazione delle risorse e delle iniziative
- Sensibilizzare la cittadinanza sul tema della povertà alimentare: Il manifesto si rivolge anche alla comunità, presentando dati e informazioni sul fenomeno della povertà e illustrando le attività svolte dalla rete per contrastarlo
- Attrarre nuovi volontari: Il manifesto, diffuso in diversi contesti cittadini, si propone di far conoscere la Rete Cibo Brescia e le sue attività, invitando nuove persone a impegnarsi nel volontariato
- Rafforzare il senso di appartenenza e la motivazione dei volontari: Il manifesto, nato da un percorso partecipato, rappresenta un documento identitario in cui i volontari possono riconoscersi e ritrovare le motivazioni del loro impegno.
Il Manifesto definisce obiettivi e attività condivise dalla Rete Cibo Brescia e funge da punto di riferimento per le organizzazioni che ne fanno parte. Può essere utilizzato in diversi contesti per presentare le politiche di contrasto alla povertà, illustrare le attività svolte dalla Rete Cibo Brescia e il ruolo di coordinamento dell’Amministrazione comunale. Il manifesto può essere utilizzato dalle singole organizzazioni per valutare la coerenza delle proprie attività con la mission della rete. In particolare il Manifesto “Conta su di noi” riconosce e valorizza l’impegno dei volontari, sottolinea l’importanza del loro contributo per il raggiungimento degli obiettivi della rete, invita le organizzazioni a conoscersi meglio, ad operare con fiducia reciproca, afferma un impegno condiviso di collaborazione e solidarietà nel contrastare la povertà alimentare a Brescia e presenta l’attività della Rete Cibo Brescia a potenziali nuovi volontari. In particolare intende facilitare l’ingresso nella rete a nuove organizzazioni. La Rete Cibo Brescia è infatti aperta all’ingresso di nuove organizzazioni disponibili a condividere obiettivi e attività della rete e ad arricchire l’operatività con le loro esperienze e competenze.
In riferimento alla governance, le indicazioni di Governance nel Manifesto “Conta su di Noi” offre tre indicazioni. In primo luogo il Manifesto riconosce l’autonomia delle singole organizzazioni che compongono la Rete, sottolineando che “la rete nasce dalla volontà di unire le forze, di lavorare con le medesime coordinate di fondo, assumendosi individualmente comuni responsabilità”. Questa affermazione suggerisce che la governance della Rete deve rispettare l’autonomia decisionale delle singole organizzazioni, pur promuovendo la collaborazione e il coordinamento tra di esse. In secondo luogo l’esigenza di curare la collaborazione e il coordinamento tra le diverse organizzazioni della rete, viene evidenziata dall impegno a “conoscersi reciprocamente, a promuovere fiducia reciproca, a raccordarsi per mantenersi aggiornate e operare con efficacia”. Questo passaggio suggerisce un modello di governance orizzontale, basato sulla partecipazione attiva e sul confronto tra i membri della rete. In terzo luogo il Manifesto menziona il Servizio Sociale Comunale come “un’articolazione istituzionale di supporto che aggrega e valorizza specificità e differenze, capace di garantire coordinamento e sostegni concreti volti a facilitare l’operatività sul campo delle diverse organizzazioni impegnate in interventi di contrasto alla povertà educativa”. Con questa affermazione il Servizio Sociale comunale viene identificato come il soggetto che ha il compito di svolgere una funzione di facilitatore e di coordinamento all’interno della Rete. Il Manifesto presenta lo stadio attuale di evoluzione della Rete. Successive riformulazioni partecipate potranno aggiornare, attualizzare e rendere maggiormente esplicito l’assetto della governance che le associazioni aderenti definiranno come rispondenti alle esigenze dell’operatività della Rete “Conta su di Noi”.
Governance di coordinamento riconosciuta
Le caratteristiche della governance collaborativa che prendono forma in questa fase possono essere ricondotte ad alcuni tratti specifici. In primo luogo proporre, ascoltare i feedback, rimodulare, rilanciare o rallentare in ragione delle disponibilità espresse a intraprendere nuove modalità di collaborazione sono le azioni chiave che caratterizzano un processo di governance in continua evoluzione. Si è trattato di un approccio che ha modulato le proposte in relazione a feedback e disponibilità. La governance collaborativa che va prendendo forma in questa fase si fonda su obiettivi operativi esplicitati, discussi e progressivamente condivisi, obiettivi che guidano le attività delle singole organizzazioni (figura 4). Dal punto di vista organizzativo la rete vede la presenza di un gruppo trainante e un tavolo di coordinamento, che opera con il supporto di una cabina di regia e una rete di associazioni. Il confronto tra i soggetti impegnati sul campo, la costruzione di accordi esito di confronti serrati ha favorito il dialogo istituzionale con rappresentanti istituzionali, come dirigenti e assessori, consentendo di porre quesiti, portare istanze e proposte, facilitando un lavoro costruttivo. Anche la cura nel condividere le linee di intervento e l’attenzione nel mantenere informati tutti gli attori coinvolti, attraverso una intenzionale ridondanza nella cura dei rapporti e delle comunicazioni ha favorito il clima di disponibilità e di fiducia e la ricerca di soluzioni condivise. Una cabina di regia e un tavolo ristretto hanno assicurato la continua messa a punto di linee di indirizzo operativo, e fatto sì che tutti i soggetti fossero coinvolti in processi partecipativi.
Sfide emergenti per una governance collaborativa
Nella fase attuale la Rete Cibo Brescia sta tematizzando e ponendo all’attenzione delle organizzazioni che la compongono diverse questioni che confermano l’esigenza di un patto di collaborazione reso efficace e capace di risposte puntuali e diffuse grazie all’evoluzione della governance in una forma più articolate e dinamica. Gli aspetti da considerare riguardano la complessità delle povertà e le loro combinazioni, l’impegno a coinvolgere e a responsabilizzare le persone che ricevono forme di aiuto, il riconoscimento di nuove forme di volontariato civico,
Povertà: un costrutto intricato, plurale, mutante
Affrontare la complessità delle cause e delle manifestazioni delle povertà non solo richiede di mettere in campo attività operative direttamente volte a fornire risposte efficaci immediate ma un lavoro di ricerca, di approfondimento e di riflessione culturale. Un lavoro di lettura delle trasformazioni della città e del tessuto associativo impegnato per individuare potenzialità e risorse, dar corso alla costruzione di prospettive facendo leva sulle peculiarità delle organizzazioni coinvolte. Il cibo, bene fondamentale, influenza molteplici dimensioni della vita nelle città, nei quartieri e nelle comunità: sopravvivenza, salute, affettività, identità culturale, posizionamento sociale, lavoro e tutela ambientale. Per essere veramente efficaci, le politiche per il diritto al cibo devono considerare tutte queste dimensioni. Allo stesso modo gli interventi di contrasto alla povertà alimentare devono realizzarsi con una visione di intervento più ampia della sola risposta emergenziale, nel quadro di interventi coordinati e di politiche di contrasto alla marginalizzazione volte a favorire inclusione, opportunità e coesione sociale. La prospettive concreta per consolidare la Rete Cibo Brescia e farla evolvere nella Rete Conta su di noi, una rete per coordinare e rendere efficienti gli interventi operativi, ma come luogo di incontro e confronto, dove le differenze emergenti rappresentano la ricchezza di sensibilità, di impegno e di capacità di azione che la città di Brescia esprime. Una rete che considera le differenti forme di povertà e mira ad attivare la varietà di energie che attivano nuove risposte di sostegno alle persone in condizioni di fragilità e alimentano la cultura dell’impegno per la coesione sociale che la città esprime e continuamente rigenera. La Rete Cibo Brescia, dunque, affronta la povertà alimentare non solo come un’emergenza, ma come una sfida complessa e multidimensionale, cercando di creare una risposta strutturata e culturale che favorisca il benessere e la coesione sociale della comunità (figura 5).
Cittadini attivi: nuove disponibilità da valorizzare
Cittadini liberi che mettono a disposizione il loro tempo, portano borse della spesa, partecipano a iniziative specifiche pongono una questione fondamentale: come valorizzare questi contributi spontanei? Che messaggi offrono alla comunità cittadina? Mentre le associazioni tradizionalmente strutturate faticano a reclutare nuovi volontari, emergono nuove forme di volontariato: destrutturato, con identità flessibili, caratterizzate dall’azione concreta piuttosto che dall’appartenenza sociale, politica o religiosa a organizzazioni consolidate. Questo volontariato si focalizza sull’impatto dell’azione e sull’impegno pratico, distaccandosi da modelli organizzativi rigidi. Si tratta di persone difficili da rappresentare, con cui i legami si costruiscono e ricostruiscono attraverso l’operatività. Ci troviamo quindi di fronte a un volontariato civico orientato ai problemi, non alle identità, che si manifesta attraverso forme di partecipazione più fluide e destrutturate. Qui prevalgono l’azione concreta e la passione per risolvere problemi specifici, piuttosto che il senso di appartenenza a un contesto organizzativo definito. In questa prospettiva, per i cittadini attivi i patti di collaborazione con il Comune rappresentano uno strumento prezioso per connettere, unire e dare spazio a nuove energie e visioni. La disponibilità all’impegno diretto è un segnale di partecipazione emergente: questi cittadini, potenziali volontari, agiscono mossi da passione, rompendo gli schemi tradizionali e apportando nuove energie per affrontare le sfide della comunità. In situazioni di emergenza, i modelli tradizionali cedono il passo: l’appartenenza diventa secondaria, mentre l’obiettivo primario diventa risolvere i problemi unendo le forze. Lo spirito di questo volontariato può essere sintetizzato così: “Voglio risolvere il problema, non mi interessa appartenere”. L’attenzione si concentra sull’azione concreta, sul “fare ciò che serve”, con il problema stesso al centro. Per questo è importante creare contesti capaci di accogliere e valorizzare queste nuove forme di mobilitazione civica. Tale disponibilità ha un impatto significativo sulla governance e sulla rappresentanza delle reti di contrasto alle povertà. In questo quadro, i patti di collaborazione offrono una cornice per strutturare e dare senso a questa nuova disponibilità, rappresentando uno strumento chiave per rispondere alle esigenze del nuovo attivismo civico.
Una governance coinvolgente per una rete capace di molteplici collaborazioni
La governance della Rete Cibo Brescia si configura come un modello partecipativo, orientato a valorizzare le collaborazioni tra i diversi attori coinvolti. Le associazioni che vi aderiscono portano i propri progetti, li mettono a disposizione della rete in uno spirito di condivisione e complementarità. Il tavolo di coordinamento, supporto operativo della rete, rappresenta un elemento fondamentale per mantenere la sinergia tra le diverse parti e supportare i decisori politici nella definizione di linee comuni. Si tratta di costruire un approccio condiviso, responsivo, in grado di affrontare richieste localizzate o sollecitazioni a modalità di intervento particolari, riorientandole verso soluzioni integrate e allineate alla visione complessiva della Rete. Tra gli aspetti chiave emersi, è stata segnalata in particolare la necessità di garantire inclusione e consapevolezza agli enti che partecipano alla Rete. Una consapevolezza che vada oltre alla mera adesione formale e che si traduca in partecipazione attiva a un modello co-decisionale che ricerca intenti comuni, processi condivisi, strumenti efficaci per rispondere al manifestarsi di condizioni di povertà. L’evoluzione della Rete consentirà di esprimere una maggiore coesione tra le associazioni già operative che trovano nell’interazione un sostegno reciproco concreto e permetterà di mantenere al contempo un’apertura al dialogo con organizzazioni che agiscono con iniziative non coordinate rispetto alla Rete. Si tratta di praticare un approccio inclusivo, in grado di affrontare anche la discussione sul ruolo dei cittadini attivi che operano a titolo individuale.
La formalizzazione della Rete Cibo Brescia rappresenta un passo importante per potenziare la collaborazione tra le organizzazioni e affrontare le sfide emergenti. Questo processo richiede l’investimento di risorse comunali dedicate, la pianificazione di una formazione continua e una progressiva analisi dei bisogni della città. Tra le azioni intraprese – come abbiamo detto – figurano il finanziamento di progetti locali, l’organizzazione di corsi di formazione per volontari e la commissione di ricerche volte a mappare le necessità dei cittadini. Tali interventi mirano a consolidare una governance inclusiva e a rafforzare l’efficacia della rete nel contrastare la povertà alimentare (figura 6). Nel corso delle discussioni sulla governance, è stato sottolineato come l’evoluzione futura della rete, già avviata con la formalizzazione del progetto “Conta su di noi,” debba tenere conto della diversità delle organizzazioni partecipanti. La rete include infatti organizzazioni più strutturate e piccole associazioni, ognuna con proprie peculiarità e capacità di offrire contributi specifici. Per affrontare meglio la povertà alimentare, è necessario espandere la rete e adottare modelli di intervento strutturati, sostenuti da un coordinamento efficace, una documentazione accurata e il riconoscimento delle esperienze pregresse.
Tra le prospettive future, emergono l’esigenza di attrarre nuovi volontari, la necessità di creare strumenti di comunicazione condivisi e l’organizzazione di incontri con altri soggetti impegnati nella lotta alla povertà, che sebbene non aderenti alla Rete Cibo Brescia stanno sviluppano esperienze con le quali confrontarsi. Questi elementi, uniti alla definizione di modelli operativi integrati, rappresentano i riferimenti per migliorare l’efficacia degli interventi e dar forma a una governance collaborativa capace di rispondere in modo adeguato alle sfide poste dalle povertà che investono il contesto urbano di Brescia.
Governance inclusiva, collaborativa e partecipata: considerazioni e prospettive
Possiamo delineare un quadro degli aspetti caratterizzanti la governance collaborativa sia rifacendoci alle indicazioni emerse dalla ricerca (Cuomo e Ravazzi, 2022; Lizzi, 2022; Maino e De Tommaso, 2022; Pasinetti et al., 2021), sia attingendo all’esperienza della Rete Cibo Brescia descritta in precedenza. La governance collaborativa rappresenta un approccio decisionale che si sviluppa in maniera continuativa nel tempo, coinvolgendo attori pubblici e soggetti attivi in un contesto di intervento definito. Essa nasce dal confronto, dal dialogo e dalla capacità di costruire decisioni condivise, puntando alla definizione di politiche e alla identificazione di obiettivi comuni. Le principali caratteristiche della governance collaborativa possono essere sintetizzate nei punti che seguono
- Risposta a crisi e problemi complessi. La governance collaborativa si configura come una risposta efficace a situazioni caratterizzate da crisi inattese e da problemi complessi. In tali contesti, è essenziale costruire una visione condivisa tra i vari attori coinvolti, concordare obiettivi comuni e mettere in campo risorse e competenze disponibili. La scala locale o urbana offre un ecosistema favorevole per facilitare l’interconnessione tra gli attori, l’integrazione tra settori politici e la composizione di interessi diversi in soluzioni vantaggiose per tutti. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle città italiane di medie dimensioni, dove reti di solidarietà e iniziative di contrasto alla povertà alimentare si sviluppano grazie alla prossimità e alla conoscenza diretta tra gli attori (Lizzi, 2022).
- Coinvolgimento di una pluralità di attori. La governance collaborativa si fonda sull’impegno di molteplici soggetti, diversi per natura giuridica e responsabilità, ma accomunati dalla consapevolezza che la collaborazione genera maggiore efficacia. Questi attori includono enti pubblici, organizzazioni del terzo settore, esperti, cittadini, agenzie competenti, reti di raccordo e rappresentanza, imprese e altri operatori che apportano risorse specifiche.
- Condivisione di obiettivi. La definizione e la condivisione di obiettivi rappresentano un elemento chiave per la sostenibilità delle iniziative collaborative. In un contesto partecipato e dinamico, gli obiettivi sono sostenuti da progetti di fattibilità e integrati in un disegno complessivo che li inserisce in linee politiche esplicite e coordinate (Cuomo e Ravazzi, 2022).
- Equilibrio nella distribuzione del potere decisionale. La condivisione del potere non implica un coinvolgimento uniforme di tutti gli attori, né un’identica capacità di orientare le decisioni. In contesti disomogenei, i ruoli di rappresentanza diventano cruciali per incentivare la partecipazione e garantire inclusività, variando le modalità di coinvolgimento e promuovendo occasioni mirate di partecipazione. La governance collaborativa si basa su processi di consultazione diffusa, raccolta di contributi e valorizzazione della pluralità di punti di vista. L’obiettivo è codefinire decisioni come esito di negoziazione e condivisione delle responsabilità, superando approcci unilaterali.
- Fiducia, trasparenza e apertura. La governance collaborativa si fonda su fiducia reciproca, trasparenza e credibilità, oltre che sulla disponibilità degli attori a impegnarsi e condividere competenze. Questo approccio mira a identificare soluzioni sostenibili ed efficaci per affrontare problemi complessi e a generare impatti positivi condivisi.
- Flessibilità e adattabilità. Le modalità operative richiedono flessibilità e capacità di adattamento alle esigenze mutevoli del contesto. Gli attori devono essere disponibili a esplorare nuove configurazioni operative e a individuare soluzioni innovative.
- Promozione della conoscenza e apprendimento condiviso. La governance collaborativa favorisce la circolazione di informazioni, dati e opportunità formative all’interno della rete. Questo approccio facilita la socializzazione della conoscenza e promuove l’apprendimento condiviso, traducendolo in competenze operative e pratiche. L’elaborazione di nuove conoscenze emerge dall’esperienza comune e dalla collaborazione tra i soggetti coinvolti (Pasinetti et al., 2021).
- Ruolo centrale del coordinamento. La costruzione di una governance collaborativa richiede una regia capace di sostenere l’impegno degli attori, favorire la partecipazione, garantire l’espressione di peculiarità e punti di vista e assicurare spazi per la coelaborazione e codecisione. Il Servizio Sociale assume un ruolo chiave, come evidenziato dall’esperienza documentata e dalle riflessioni di Maino e De Tommaso (2022). L’ente locale, in particolare, svolge una funzione di supporto, facilitazione e mediazione, promuovendo accordi volontari, partenariati e patti di collaborazione. Questi strumenti consentono flessibilità e condivisione delle responsabilità.
L’evoluzione della governance vede la creazione di regie partecipate, multiattore e inclusive, in cui enti pubblici e organizzazioni del terzo settore collaborano per integrare prospettive, esperienze e linee di intervento. Si tratta di un approccio che valorizza la pluralità delle sensibilità e promuove un impegno congiunto per offrire soluzioni adattive e sostenibili.
Per approfondire
- Cuomo F., Ravazzi S. (2022), “La governance collaborativa nell’evoluzione delle politiche urbane del cibo: il caso di Torino”, in Rivista Italiana di Politiche Pubbliche, Fascicolo 3, dicembre 2022.
- Lizzi R. (2022), “Politiche urbane del cibo contro lo spreco e a sostegno delle donazioni alimentari. Attori, meccanismi e fattori facilitanti della governance collaborativa nel caso italiano”, in Rivista Italiana di Politiche Pubbliche, Fascicolo 3, dicembre 2022.
- Maino F., De Tommaso V. C. (2022), “Le reti locali multiattore nel contrasto alla povertà alimentare minorile: i casi di Milano e Bergamo”, in Rivista Italiana di Politiche Pubbliche, Fascicolo 3, dicembre 2022.
- Megni F., Danesi M., David C., Drera L. Moraschi L. (in corso di pubblicazione), “Conta su di noi. Genesi ed evoluzione della Rete Cibo Brescia per il contrasto alla povertà alimentare”, in Biblioteca della Libertà, Istituto Einaudi.
- Megni F., Maino G. (2024), “Conta su di noi”: il manifesto fondativo e programmatico della Rete Cibo Brescia, in Percorsi di Secondo Welfare, 07 ottobre 2024.
- Pasinetti M., Rocca E., Sacchetti S. Bodini R. (2021), “Governance partecipata e impresa sociale. Tra esperienza, fattibilità e strumenti”, paper presentato al 15° Colloquio scientifico sull’impresa sociale IRIS-Network, 17 e 18 giugno 2021.
Note
- Frutto della riflessione sviluppata nell’ambito del tavolo di coordinamento della Rete Cibo Brescia da Francesca Megni responsabile Servizio Sociale di Zona Ovest del Comune di Brescia e coordinatrice del Tavolo Cibo e Povertà Brescia, Marco Danesi vicedirettore Caritas Diocesana di Brescia, Carolina David presidente Comitato di Brescia della Croce Rossa Italiana, Laura Drera project manager e referente dei processi di governance partecipata di Cauto cooperativa sociale tipo B, Luigi Moraschi vicepresidente di Cauto cooperativa sociale di tipo B.