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Nel 2021 l’Italia ha raggiunto il numero più alto di anziani in tutta Europa. La diffusione del concetto d’invecchiamento attivo ha incoraggiato le istituzioni pubbliche ad adottare politiche di welfare mirate all’attivazione degli anziani. Infatti, come spiega anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, invecchiare in modo attivo viene interpretato come un processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità delle persone che invecchiano. In questo senso, per vivere bene, oltre alla salute fisica, servono relazioni sociali e un contesto comunitario favorevole alla loro promozione e al loro sviluppo.

Oggi tuttavia mancano riferimenti normativi di carattere nazionale sull’invecchiamento attivo e le Regioni godono di ampi spazi di manovra e d’interpretazione. Alcuni territori hanno così promosso sinergie tra l’invecchiare in modo sano e la necessità di alimentare e rafforzare relazioni sociali. La logica dell’invecchiamento attivo ha contribuito ad influenzare molti progetti, alcuni già operativi e altri in fase di sperimentazione, senza ancora un’effettiva concretizzazione.

Di seguito si analizza un’esperienza condivisa da tre Comuni della Piana Fiorentina per poi focalizzarsi su quanto sta accadendo nel Comune di Calenzano. L’analisi è arricchita da una riflessione su Senior Housing, modello abitativo innovativo per anziani diffuso in altri Paesi europei che si va affermando anche in Italia.

Alle origini del concetto di invecchiamento attivo

In Italia, l’invecchiamento della popolazione sta influenzando in modo sostanziale la struttura della popolazione: nel 2030 assisteremo ad un sorpasso dei cittadini over 65 rispetto alle persone in età lavorativa (Istat 2021), con effetti su tutta la società. Non si tratta di un problema isolato, in linea con quanto richiamato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che sottolinea come “siamo di fronte al più grande cambiamento demografico mai accaduto prima d’ora nella storia. L’invecchiamento globale della popolazione comporterà richieste sociali ed economiche alle quali bisognerà fare fronte. Mantenere la popolazione attiva è dunque una necessità non un lusso”.

Negli anni ’90 in Europa, la letteratura scientifica ha iniziato ad occuparsi della necessità di promuovere e garantire un invecchiamento sano e di qui origina la proposta di valorizzare, dopo il pensionamento, una vita sociale attiva. La sfida dell’invecchiamento attivo è unire la ricerca del benessere fisico al benessere mentale, per migliorare la qualità di vita complessiva delle persone anziane.

Le reti a supporto dell’invecchiamento attivo in Toscana

Le istituzioni regionali hanno l’opportunità di muovere le prime pedine del gioco, sensibilizzando le comunità e promuovendo buone pratiche, con l’obiettivo di favorire il benessere sociale dei cittadini anziani. Ovviamente, in base alle caratteristiche del territorio e alle consuetudini della comunità in cui si è inseriti, le esigenze e i bisogni cambiano. Per questo, sia le Pubbliche Amministrazioni che gli enti del Terzo Settore devono rispondere in maniera tempestiva e mirata alle (nuove) necessità sociali. Le normative e le iniziative regionali servono per orientare le comunità locali sulle azioni da mettere in campo; perciò, per valutare effettivamente l’impatto sociale è utile analizzare le specifiche proposte provenienti dai singoli territori.

La Regione Toscana è storicamente caratterizzata da un’alta iniziativa privata sociale, ragion per cui l’istituzione pubblica ha sempre dimostrato attenzione a pratiche e interventi del Terzo Settore. Ne è un esempio la collaborazione tra Regione Toscana e Auser con la finalità di valorizzare il ruolo dei soggetti promotori di sviluppo e coesione sociale delle comunità locali. L’amministrazione regionale, così facendo, ha sottolineato quanto sia importante per i cittadini anziani essere inseriti in un contesto attento sia ai servizi sanitari sia sociali. Grazie all’impegno dimostrato, nel 2016 la Toscana è stata inserita come Reference Site del partenariato Europeo sull’innovazione a supporto dell’invecchiamento sano e attivo.

Per questo è stato costituito un Gruppo di Lavoro sul tema “invecchiamento sano e attivo”1 volto alla costruzione di una rete di stakeholder utile a promuovere diversi progetti sociali, soprattutto durante il periodo della pandemia. L’attenzione al tema da parte dell’amministrazione è stata dimostrata più volte nel tempo, iniziando da programmi di sensibilizzazione e comunicazione sull’invecchiamento sano e attivo, fino a progetti dediti a ridurre le diseguaglianze sociali ed economiche tra gli anziani. Esperienze di co-progettazione e co-programmazione sono notevolmente aumentate nel corso degli anni e ciò dimostra quanto la Toscana sia disposta a valorizzare i suoi enti del Terzo Settore.

Un’esperienza promossa da alcuni Comuni della Piana Fiorentina

Nella Piana Fiorentina sono numerose le iniziative rivolte agli anziani organizzate da enti del privato sociale quali Auser, Sindacati Pensionati Italiani e Associazione Anziani. Queste organizzazioni non profit lavorano in rete sia tra di loro, sia con le varie amministrazioni pubbliche di riferimento.

Tra le attività più rilevanti occorre menzionare l’esperienza della casa vacanze “Le Gorette”, nel Comune di Cecina. A circa 600 mt dal mare e con una grandezza di 13.360 m2, l’edificio può ospitare circa 130 persone contemporaneamente, e gli spazi comuni permettono di organizzare pranzi e cene o feste di vario genere. La proprietà appartiene ai Comuni di Calenzano, Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio che, grazie ad un percorso di co-progettazione, hanno affidato la gestione all’Associazione Intercomunale Anziani. La struttura è unica nel suo genere visto che vive grazie all’impegno totalmente volontario dei soci e, soprattutto, offre la possibilità agli anziani di soggiornare a tariffe calmierate, al fine di eliminare ostacoli economici. È un’occasione per creare nuovi rapporti sociali,  fare conoscenze e fruire dei tanti benefici psicologici che ne scaturiscono.

Nata per essere una colonia estiva per ragazzi, dagli anni ‘90 la struttura ospita mediamente 900 persone nell’arco del periodo estivo, mentre fuori stagione vengono organizzate feste di carnevale, pranzi pasquali, feste di capodanno e week end a tema. Negli ultimi due anni la struttura è rimasta chiusa a causa della pandemia, ma i dati del 2019 riescono a restituire la grande importanza sociale acquisita: hanno dormito a “Le Gorette” complessivamente 941 anziani, con turni da 15 giorni e un importo minimo di 330 € fino ad un massimo di 390 € in alta stagione. Non sono conteggiati i bambini dei soggiorni estivi diurni organizzati dal Comune di Cecina che utilizzano gli spazi comuni per organizzare giochi e pasti, e neanche gli ospiti di altre associazioni partner dell’Associazione Intercomunale Anziani (ad esempio negli anni sono stati ospitate delegazioni di bambini Saharawi, da Chernobyl e gruppi disabili legati alla Misericordia).

Nel mentre l’associazione si adoperava per queste migliorie, la struttura è sempre stata utilizzata durante le festività dell’anno e nel periodo estivo. Ogni attività viene organizzata e gestita interamente da volontari dell’Associazione Intercomunale Anziani: al fine di garantire un servizio adeguato per i soggiornanti (sono circa 70 le persone che, a turno, donano il loro impegno). Dal 2019 però, data l’impossibilità di garantire una sicurezza sanitaria adeguata a causa della pandemia, gli eventi sono stati sospesi. L’Associazione Intercomunale Anziani ha deciso di sfruttare questo momento di stallo per efficientare la struttura, in modo che gli spazi potessero essere più adatti alle diverse necessità.

Grazie a  fondi propri e finanziamenti di altra natura i lavori sono stati portati a termine e non appena la pandemia da Covid 19 lo ha permesso i soggiorni sono ripartiti. La struttura offre numerose opportunità di socializzazione, sia per gli ospiti sia per la comunità del territorio circostante: ad esempio pochi anni fa in collaborazione con l’istituto alberghiero del territorio è stato organizzato un pranzo preparato dagli studenti per gli ospiti. Funge quindi da luogo di scambio tra organizzazioni sociali e le persone che le compongono; la struttura è divenuta un simbolo di reciprocità tra persone. Numerose possono essere le iniziative e le idee realizzabili, e grande è la disponibilità dell’Associazione Intercomunale Anziani nel creare partenariati e collaborazioni.

L’impegno del Comune di Calenzano

All’interno dei singoli Comuni del territorio, i servizi offerti sono ancora più specializzati a soddisfare le necessità dei cittadini anziani.

Interessante è il caso del Comune di Calenzano, situato nella periferia fiorentina, con poco più di 18mila abitanti. La comunità di Calenzano gode di un’animata rete sociale, grazie ai numerosi circoli Arci e centri civici e all’impegno profondo delle associazioni locali. Gli enti del privato sociale locale svolgono il ruolo di rappresentanza ed espressione delle esigenze comunitarie, collaborando quotidianamente con l’amministrazione pubblica. Il Comune offre, ai cittadini anziani, la possibilità di utilizzare appezzamenti di terreni abbandonati per coltivare orti sociali. Curare, coltivare e raccogliere i frutti di piante orticole permette al cittadino di impiegare il proprio tempo libero in una attività che giova al proprio benessere psico-fisico.

Inoltre, il Comune è disponibile a valutare, promuovere, ed eventualmente concedere il proprio patrocinio per le attività e iniziative sociali proposte da enti associativi. La collaborazione tra il settore pubblico e il privato sociale è essenziale: il primo garantisce l’universalità del servizio offerto, il secondo la conoscenza dei bisogni a cui consegue l’offerta mirata di servizi di pubblico interesse. In questo modo, si riesce a creare una rete di rapporti che può lavorare sia all’erogazione diretta del servizio, sia alla ricerca e sviluppo di nuove opportunità. Grazie all’impegno della Lega Sindacato Pensionati Italiani di Calenzano sono state promosse alcune ricerche per analizzare le situazioni di disagio dei cittadini anziani del territorio, per individuare bisogni e fornire una risposta mirata e funzionale.

Le sfide aperte per l’innovazione nell’ambito dell’invecchiamento attivo: il Senior Housing

Dalle ricerche promosse dalla Lega SPI di Calenzano sugli abitanti del comune over 65 è emerso un grande bisogno di socializzazione. La mancanza di relazioni personali crea nell’individuo un sentimento di solitudine, che nel lungo tempo concorre ad aggravare la salute fisica e psicologica. Affinché migliori la qualità di vita, è necessario che l’individuo possa sentirsi parte integrante di una comunità e poter contribuire con le proprie competenze.

Incentivare la socialità e offrire l’assistenza quotidiana agli anziani sono i due presupposti alla base della diffusione del concetto di Senior Housing. Questa pratica di innovazione sociale nasce dalle numerose esperienze positive del Co-housing, inteso come modo di abitare che privilegia i rapporti di buon vicinato, le reti sociali, la reciprocità tra le persone, l’adozione di pratiche ecologiche e l’ottenimento di risparmi economici.

L’obiettivo del Senior Housing è quello di superare l’istituzionalizzazione dell’anziano, mantenendolo tuttavia in un luogo protetto ma aperto in termini sociali. Si possono così coniugare forme di sostegno e assistenza dell’anziano che lo mettano “al centro”, rendendolo proattivo in tutta la fase di progettazione ed erogazione dei servizi. Questo crea le condizioni ideali per favorire ed incoraggiare la partecipazione sociale e attiva degli anziani nella comunità e, di conseguenza,  migliorare il loro benessere psico-fisico. Inoltre, il Senior Housing costituirebbe una possibilità per sostenere gli anziani economicamente, sfruttando i benefici di alcune innovazioni sociali appartenenti al mondo della Sharing Economy: applicabili sia riguardo alla diminuzione di  spese sostenute per prodotti di largo consumo grazie all’ausilio di gruppi d’acquisto solidale o all’abbattimento di costi legati alla condivisione di spazi comuni (lavanderia, sala feste, orti e giardini, internet, ecc.).

In sintesi, il Senior Housing coniuga socialità, ambiente e risparmio, riuscendo in tal modo a rispondere ai bisogni degli anziani, ma anche della società che li circonda. La popolazione anziana continua ad aumentare e servono risposte efficaci al passo con i tempi. Abbiamo le risorse per riuscire a trovare soluzioni adeguate, ma dobbiamo saperle cogliere e valorizzare.

 

Per approfondire

 

 

Note

  1. Composto da Regione Toscana, Aziende Usl e Aziende Ospedaliero-Universitarie del Servizio sanitario toscano, Agenzia Regionale di Sanità della Toscana, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Fondazione Toscana Life Sciences.