Il presente contributo è stato redatto nell’ambito della Comunità di pratica promossa dalla Fondazione della comunità di Monza e della Brianza per favorire il confronto fra esperienze e lo scambio di pratiche dei progetti finanziati attraverso il Fondo Contrasto nuove povertà. La comunità di pratica è stata facilitata da Pares e ha portato alla stesura di un Quaderno e un Manifesto.

Tutti per uno, uno per tutti! è un progetto di Cooperativa Monza2000 finanziato dal Fondo contrasto alle nuove povertà istituito presso la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza che intende far fronte al fenomeno della povertà socio-educativa, offrendo un servizio educativo, cognitivo, digitale e sociale alle famiglie con minori dai 6 ai 16 anni del quartiere Regina Pacis-San Donato a Monza.

Poiché di fronte a una domanda complessa occorre dare una risposta altrettanto organica il progetto si è adoperato per un approccio al bisogno che parte dall’analisi delle risorse e delle competenze che il territorio ha a disposizione per poi riunirle in modo complementare tra loro, al fine di offrire un’azione di contrasto alla povertà socioeducativa più completa, efficace e comunitaria. Ecco perché alla base di Tutti per uno, uno per tutti! e delle sue azioni c’è un’ampia rete di soggetti e organizzazioni socioeducative per lo più già operanti nel quartiere in direzioni diverse, che lavorano insieme concentrando i propri sforzi intorno ad un obiettivo comune.

Cooperativa Sociale Monza2000 è affiancata in particolare da altri tre partner fondamentali: Diapason Cooperativa sociale Onlus, Associazione Diritti Insieme e Associazione San Vincenzo De Paoli. Ma la rete di collaborazione si allarga poi alla scuola del quartiere, all’amministrazione e ad altre agenzie educative del territorio: Comunità pastorale SS. Quattro Evangelisti (oratorio estivo), ASD Gso (corsi pallavolo), ASD JuveniliaFiammamonza (corsi calcio) e Cooperativa Sociale Carrobiolo2000 (Centro Dsa e psicologico – Koru). Di seguito raccontiamo come sta funzionando il progetto, sperando possa essere un aiuto ad altre organizzazioni che lavorano in ambiti simili.

Idea e azioni previste

L’idea e la speranza sottesa al progetto è quella di tessere un’azione sociale ed educativa sempre più collegata e coerente, che porti nel territorio non solo una diminuzione del bisogno sempre più crescente delle famiglie ma anche a una comunità educante sempre più consapevole all’interno della quale tutti alla fine si sentano un po’ più coinvolti e responsabili. Il progetto ha previsto quattro azioni per andare a intercettare i vari volti del bisogno emergente.

  1. Crescere insieme… si può: proposta educativa e di sostegno scolastico per bambini/e 6/11 anni e per i loro genitori, centrata sull’apprendimento linguistico e sull’animazione della lettura, gestita da Coop.Soc. MONZA2000 Arl.
  2. Mai più soli: una proposta educativa e di affiancamento scolastico per ragazzi e ragazze dagli 11 ai 16 anni e le loro famiglie gestita dalla Cooperativa sociale Diapason Onlus.
  3. La scuola dei grandi: corsi di italiano rivolti in particolar modo ai genitori dei bambini e dei ragazzi coinvolti nelle due precedenti azioni educative e organizzati dall’Associazione Diritti Insieme.
  4. Avere cura: azione di cura e di attenzione alle necessità delle famiglie più fragili del quartiere attraverso i volontari dell’Associazione San Vincenzo De Paoli.

Nel gruppo dei collaboratori del progetto è presente anche una realtà non monzese, chiamata a svolgere un ruolo cruciale: si tratta della Cooperativa In Dialogo che accompagnerà e formerà in corso d’opera il lavoro dei partner e dei vari soggetti in gioco, aiutandoli a camminare in un orizzonte di senso sempre più comune verso la prospettiva citata di una più consapevole comunità educante.

È stata la pandemia a farci riscoprire il valore dei legami sociali: non siamo soli e non solo abbiamo bisogno gli uni degli altri ma abbiamo anche delle responsabilità nei confronti dell’altro che, se vissute da ciascuno, ci permettono di coltivare una vita migliore per tutti. È in primo luogo da questo pensarsi profondamente legati gli uni agli altri che crediamo possa nascere un cambiamento in meglio in un determinato territorio: l’alternativa resta un individualismo egoistico incapace di generare bene duraturo per sé, tanto meno per l’altro, rimanendo fatale causa, in ultima analisi, di minor bene per tutti.

Focus e output attesi

Il quartiere Regina Pacis San Donato è stato individuato come quell’insieme di realtà chiamate ad operare insieme per un bene comune che parte senz’altro dal contrasto alla povertà e ai suoi nuovi volti. E poi la formazione senza la quale è facile perdere anche alte idealità, senso e direzione di marcia. Al termine di questa progettualità che durerà due anni e terminerà a giugno 2024 vorremmo riscontrare di aver utilizzato e coordinato bene le nostre competenze per contrastare la povertà socioeducativa presente nel territorio, sostenendo, integrando, capacitando le famiglie iscritte ai nostri servizi. Vorremmo riscontrare di aver stimolato un cambiamento in meglio nelle persone generando in ultima analisi una crescita del bene comune. E vorremmo sapere di averlo ottenuto grazie a un avvincente lavoro di rete, che ha acquisito nel cammino strumenti sempre più raffinati e sapienti per agire, diventando sempre più capace, di conseguenza, di approfondire e stimolare legami sociali nel territorio costruendo sempre più comunità.

Segnali incoraggianti, interni ed esterni

Già ora, a metà percorso, abbiamo ricevuto incoraggianti segnali positivi e anche qualche sorpresa inattesa. Iscrizioni record, presenza di volontari e tirocinanti, adesioni e donazioni da parte dei commercianti del quartiere, eventi molto partecipati dalle nostre famiglie e dal quartiere, e una buona collaborazione interna alla rete per proseguire con entusiasmo il lavoro iniziato. È proprio quest’ultima che è molto importante per la buona riuscita di un progetto. Non nascondiamo che, come tutte le reti che nascono, abbiamo avuto una prima fase di rodaggio e abbiamo costantemente problemi con l’incrocio delle agende sempre fitte di mille appuntamenti. Ma la conoscenza e la fiducia reciproca frutto di precedenti frequentazioni e incroci, l’appartenenza a uno stesso territorio, la stessa passione educativa e sociale, la lungimiranza del non sentirsi sufficienti a se stessi e l’idea dell’approccio sistemico alla complessità del bisogno ci ha aiutato a trovarci e camminare insieme, speriamo ancora per molto.

La cooperativa

Non è stato difficile condividere in CooperativaMonza2000 gli obiettivi e i contenuti di Tutti per uno, uno per tutti! era lo sviluppo naturale di una progettualità che andava avanti da tempo nel quartiere con buoni risultati e qualche criticità e il nuovo progetto andava proprio a intervenire sulle criticità evidenziate dando all’azione precedente maggior respiro e coralità, e questo la presidenza lo ha capito all’istante. Vari sono stati gli incontri con la cooperativa per presentare il progetto e i suoi obiettivi, per definirlo nella composizione della rete di partner e collaboratori, per calibrare l’impatto economico di ogni azione, e infine per festeggiare dopo aver ottenuto il sostegno della Fondazione di Comunità di Monza e della Brianza. La buona costruzione del progetto unitamente ai suoi obiettivi, così come la solidità della sua ampia rete e la tipologia e le caratteristiche del bando dell’ente finanziatore, hanno convinto la cooperativa a mettersi in gioco e nonostante si trattasse di un tentativo di rete nuovo nel territorio e ci fossero incertezze riguardo alla possibilità di poter recuperare il totale delle donazioni dovute, l’amministrazione si è decisa a correre i suoi rischi, utilizzando quella buona dose di coraggio e fiducia che tutte le cooperative conservano da qualche parte pronta all’uso se necessario!

I partner

All’interno delle altre realtà che fanno parte della rete non è andata molto diversamente. Il progetto ha incontrato stima per la sua costruzione e le sue finalità e non è stato difficile aggregarsi e partecipare utilizzando la stessa buona dose di coraggio e fiducia! In questo caso il rischio riguardava la disponibilità o meno dei volontari che avrebbero portato avanti le azioni oppure il concomitante avvicendamento di qualche responsabile che avrebbe lasciato qualche vuoto temporaneo oppure anche la novità della rete che si stava costituendo ma il disegno progettuale, la conoscenza della realtà finanziatrice che vi era alle spalle e la fiducia reciproca che si è man mano costruita attraverso gli incontri di presentazione del progetto hanno alla fine superato i dubbi di ingaggio e la collaborazione è partita! Ogni realtà ha poi cercato di ingaggiare le persone che avrebbero lavorato o prestato la loro opera volontaria all’interno del progetto con una serie di criteri che fin da subito rispondessero al senso del progetto stesso (condivisione delle finalità del progetto, competenza ed esperienza, territorialità, conoscenza reciproca) e molti sono stati gli strumenti per mantenere e arricchire l’ingaggio (presentazione del progetto, cura della relazione, equipe interne alla singola organizzazione ed equipe di rete, incontri di formazione e di consulenza).

Prospettive future

Coltivare questa amicizia e collaborazione è ora la sfida che ci attende per consolidare il lavoro avviato, per arrivare agli obiettivi che ci siamo posti e magari concretizzare qualche speranza e soprattutto per guardare al futuro mantenendo una visione comune che possa dare continuità a quanto appena realizzato e creare fiducia nell’amministrazione e nelle istituzioni coinvolte nel progetto. Prediligeremo quindi le riunioni in presenza, utilizzeremo poche mail e più telefonate, parteciperemo insieme agli incontri di formazione d’equipe e di rete, e ci troveremo poi per qualche bella riunione in Fondazione o qualche buon caffè magari prima nella sede di uno e poi nella sede dell’altro o di qualche nuovo arrivato. Non si può smettere di sognare: sognare di imparare, crescere, contrastare le povertà socioeducative emergenti, metterci accanto ai minori e alle loro famiglie e costruire con loro una comunità sempre più consapevole e responsabile, unica chiave, non solo per noi, per una vita migliore per tutti.

Questo contributo è parte del Focus tematico Collaborare e partecipare, che presenta idee, esperienze e proposte per riflettere sui temi della collaborazione e della partecipazione per facilitare cooperazione e coinvolgimento. Curato da Pares, il Focus è aperto a policy maker, community maker, agenti di sviluppo, imprenditori, attivisti e consulenti che vogliono condividere strumenti e apprendimenti, a partire da casi concreti. Qui sono consultabili tutti i contenuti del Focus.