7 ' di lettura
Salva pagina in PDF

“L’unico modo attraverso cui a scuola avrebbero potuto comprendere tutto questo era che il mio banco era per lo più vuoto”, ricorda Francesca, ripensando agli anni del liceo e alla scarsità di materiale scolastico che li aveva spesso caratterizzati.

Il “tutto questo” a cui si riferisce sono le difficoltà che lei e la sua famiglia hanno vissuto. Sua madre soffre di problemi di salute mentale e per lunghi periodi della sua infanzia e adolescenza è stata completamente assente. Suo padre, casellante, faceva del suo meglio per far quadrare i conti familiari e seguire Francesca e le sue due sorelle. Ma non è stato facile.

“Era come se tutta una serie di difficoltà che avevo cercato un po’ di tralasciare, che mi facevano stare male, a un certo punto fossero esplose”, continua la giovane.

Il percorso di Francesca verso la laurea

La storia di Francesca, raccontata nel podcast Ogni passo, è quella di tanti giovani in Italia, che a causa di situazioni familiari complicate rischiano di vedersi negate molte possibilità durante gli anni della giovinezza, e ritrovarsi quindi ad affrontare da adulti le stesse difficoltà vissute da bambini. Del resto, i dati lo dicono chiaramente: in Italia, la povertà è sempre più ereditaria e l’ascensore sociale sempre più bloccato.

Eppure, ci sono delle eccezioni. Che nascono dalla ferrea volontà di persone come Francesca, ma anche dall’aiuto che riescono a trovare e che, in questo caso specifico, è quello offerto dalla Fondazione Ufficio Pio.

A compensare il banco troppo vuoto di Francesca durante gli anni del liceo, infatti, ci ha pensato il programma Percorsi, un’iniziativa di asset building (di cui Percorsi di Secondo Welfare aveva già raccontato qui) che ha consentito a questa giovane torinese di iscriversi all’università e portare avanti con successo un percorso di formazione giunto ora a pochi esami dalla laurea magistrale in psicologia.

“I nostri programmi di asset building nascono dall’idea di contrastare la disuguaglianza di opportunità, spiega William Revello, il direttore di Fondazione Ufficio Pio. “Se un ascensore sociale è possibile, molto dipende dall’investimento di istruzione che uno fa”, sostiene.

Ma che cosa è, in concreto, l’asset building? Revello lo definisce una forma di “risparmio incentivato” per costruire “un sogno condiviso”, ma per capirlo meglio è bene partire dalla teoria.

Cos’è l’asset building?

In breve, l’asset building è un approccio alle politiche sociali che punta a rafforzare le risorse economiche, sociali e personali degli individui, specialmente quelli in condizioni di vulnerabilità. L’idea centrale è che il benessere non dipenda solo dal reddito, ma anche dal possesso di asset — beni materiali e immateriali come risparmi, casa ma anche istruzione e reti sociali — che favoriscono l’autonomia e la mobilità sociale. Le strategie di asset building includono strumenti come conti di risparmio incentivati, educazione finanziaria, accesso al credito e sostegno all’imprenditorialità.

Nel 2003, l’OCSE pubblica un rapporto intitolato “Asset building e uscita dalla povertà: un nuovo dibattito sulle politiche di welfare”. Gli esperti dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico scrivono che “estendere le politiche di asset building ai poveri può rappresentare un modo efficace per contrastare sia la povertà sia l’alienazione economica e sociale dei poveri, poiché produce effetti positivi sul benessere che il solo sostegno al reddito non può garantire”.

Già prima della presa di posizione dell’OCSE, l’idea era stata applicata negli USA nell’ambito dell’istruzione. Lo spiega un documento dell’Ufficio Valutazione Impatto del Senato italiano: “a partire dagli anni Novanta, negli Stati Uniti si è fatta strada una nuova idea di intervento basata sull’incentivazione del risparmio, anziché sui trasferimenti di reddito. Il cosiddetto asset building si sta rivelando efficace come forma di sostegno economico (e di coinvolgimento) per facilitare l’accesso all’istruzione di ragazze e ragazzi appartenenti a famiglie con redditi medio-bassi”. Lo studio cita anche casi di altri Paesi, non solo occidentali, come il Canada, il Regno Unito, Israele, l’Uganda e Singapore.

Povertà educativa: un fenomeno in crescita che intensifica le disuguaglianze sociali

Proprio sulla scia del rapporto OCSE, anche in Italia alcune pubblicazioni di settore iniziano ad affrontare il tema, come Aggiornamenti sociali. “L’asset building rappresenta un vero e proprio investimento sociale che rimette in discussione la centralità delle politiche di sostegno al reddito […]. Esso non nega né la necessità di una politica di sostegno al reddito, né i suoi effetti positivi; non ne rivendica la sostituzione o la riduzione, ma ritiene — in una prospettiva di complementarietà e non di contrapposizione — che tali strategie, per quanto necessarie, non siano tuttavia sufficienti”, scrive il ricercatore Giuseppe Carà in un articolo del 2005. “L’approccio che prevede lo sviluppo di un patrimonio attraverso il risparmio, ha indubbiamente le potenzialità per aiutare gli individui a uscire dalla trappola della povertà attraverso l’empowerment dei poveri”, continua Carà.

Percorsi della Fondazione Ufficio Pio è partito nel 2010 ed è uno dei primi e più longevi programmi di asset building in Italia e in Europa. Ad oggi, ha coinvolto 3.600 tra studenti e studentesse. Il suo obiettivo, spiegano i promotori, è “incrementare la partecipazione dei giovani all’istruzione terziaria1e uno degli strumenti usato per raggiungerlo è proprio il risparmio incentivato: i partecipanti accumulano risparmi personali che vengono moltiplicati dalla Fondazione Ufficio Pio”.

“La grossa differenza con le borse di studio è che queste, spesso, rischiano di arrivare quando un giovane ha già maturato la scelta di frequentare l’università. Aiutano, certo, ma non hanno la forza di orientare quella decisione”, ragiona Revello. Percorsi, invece, prosegue il Direttore, ha dimostrato di poter influenzare positivamente i giovani negli ultimi anni delle scuole superiori nella scelta di iscriversi all’università. “Con i programmi di asset building prima si parte e meglio è, se si vuole aiutare a maturare una scelta di studio. Per questo è nato Will”.

Da Percorsi a Will: non solo soldi

Will è un altro programma di asset building a cui ha contribuito la Fondazione Ufficio Pio. L’iniziativa è stata selezionata dall’Impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile ed è stata cofinanziata da quattro fondazioni: Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Fondazione Banco di Sardegna e Fondazione TerCas. Per questo, il programma ha toccato i territori di Torino, Firenze, Teramo e del Sud della Sardegna, per quattro anni a cominciare dal 2019.

Il futuro del Fondo per la povertà educativa

Il programma mira a favorire l’investimento sulla carriera scolastica ed educativa dei bambini e delle bambine appartenenti a famiglie a basso reddito, dalla fine della quinta elementare all’inizio delle superiori. “Ogni famiglia che aderisce a Will ha quattro anni di tempo per mettere da parte fino a 1.000 euro, con piccoli risparmi settimanali da 1 a 6 euro, da dedicare alle spese di formazione del figlio/a”, spiega Giovanni Vezzoli, coordinatore dell’Area educazione e uguaglianza della Fondazione Ufficio Pio. “Quando la famiglia ha bisogno di pagare una spesa scolastica o extrascolastica, Will quadruplica la cifra risparmiata necessaria a quella specifica spesa”, aggiunge.

Complessivamente, Will si è rivolto a 293 famiglie con un ISEE medio vicino ai 5.800 euro. Grazie al tutoraggio offerto dagli educatori presenti sul territorio, il programma ha offerto a questi nuclei incontri di educazione finanziaria e uso del denaro, percorsi formativi di sostegno alla genitorialità, sostegno nel processo di orientamento verso la Scuola Media.  “Posso dire che Will mi ha insegnato a risparmiare, a programmare le varie spese. Adesso riesco sempre ad assicurarmi la disponibilità economica per le spese programmate”, racconta la madre di Rachele, una bambina inserita nel programma a Torino.

Uno strumento di risparmio e libertà

L’impianto di Will è continuato a livello locale da Fondazione Ufficio Pio in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, ed è nato Will Torino, arrivato a coinvolgere altri circa 870 nuclei familiari.

L’idea è sempre la stessa: promuovere il risparmio incentivato all’interno di iniziative più ampie di sostegno per i giovani o le famiglie coinvolte. Del resto, anche il primo programma di asset building di Fondazione Ufficio Pio, Percorsi, prevede per gli studenti coinvolti la partecipazione ad incontri formativi obbligatori, in presenza o online, dedicati al metodo di studio, all’educazione finanziaria e all’orientamento scolastico e professionale.

“Ti fanno sentire un po’ più preparato alla vita adulta”, riflette Francesca ripensando agli incontri cui ha partecipato. “Non si tratta solo di risparmio integrato”, le fa eco il direttore di Fondazione Ufficio Pio Revello. “Questi incontri contano molto: sono il momento in cui vediamo i ragazzi di Percorsi all’opera, possiamo dialogare con loro e confrontarci sulla pianificazione delle spese in merito al loro progetto di studio e di vita”, continua.

Compagnia di San Paolo punta sulla fiducia

Questo vale anche per le famiglie coinvolte nei programmi Will e Will Torino: “si tratta di un percorso importante. I genitori riconoscono che questi progetti possono aprire nuove opportunità per i loro figli, ma soprattutto comprendono di avere un ruolo decisivo nel saperle riconoscere, valorizzando e scegliendo in base al progetto educativo che immaginano con loro” spiega Vezzoli.

L’asset building, secondo Revello, è quindi “uno strumento che riconosce un’estrema libertàalle persone beneficiarie. I progetti cui la Fondazione ha partecipato prevedono una lunga lista di spese che i ragazzi o le famiglie possono sostenere grazie ai fondi risparmiati: Francesca ricorda di aver comprato l’abbonamento ai mezzi pubblici e i libri dell’università, la madre di Rachele spiega di aver pagato l’attività sportiva della figlia, grande appassionata di pallavolo. “La nostra idea, attraverso la formazione, è di offrire strumenti utili per compiere scelte consapevoli, nel pieno rispetto dell’autonomia di ciascuno”, conclude il Direttore.

Affrontare le disuguaglianze educative

Il programma più longevo di asset building della Fondazione Ufficio Pio è stato oggetto di valutazioni sia interne sia esterne. In particolare, secondo il Rapporto 2024 dell’Associazione per lo Sviluppo della Valutazione e l’Analisi delle Politiche Pubbliche (ASVAPP), Percorsi ha dimostrato di avere un impatto positivo significativo sull’accesso e sulla permanenza all’università per gli studenti provenienti da contesti svantaggiati.


Come Francesca, anche Federica Siotto ha partecipato al progetto Percorsi e, lo scorso maggio, ha raccontato la sua esperienza nel corso dell’evento TEDxTorino CLOSE TO ME.

“I dati raccolti e analizzati fino al 2023 confermano un aumento del tasso di iscrizione universitaria di circa 10 punti percentuali (+17%) nel primo anno, con un effetto che tende a diminuire negli anni successivi. Il beneficio maggiore è riscontrato tra gli studenti degli istituti professionali che mostrano un aumento di 9,1 punti percentuali (+57,2%) nel tasso di laurea complessivo rispetto al gruppo di controllo, mentre il tasso medio di iscrizione è di 3,9 punti percentuali (+10,7%)”, riassume Vezzoli di Fondazione Ufficio Pio.

Percorsi, quindi, si configura come uno strumento efficace per aumentare l’accesso all’università e, in misura minore, per accrescere il conseguimento della laurea da parte degli iscritti, soprattutto quelli appartenenti ai gruppi più vulnerabili. “Abbiamo conosciuto ragazzi e ragazze che diventano i primi della loro famiglia a laurearsi, sono storie che colpiscono”, riprende Vezzoli.

In conclusione, secondo ASVAPP, il programma dimostra come sia possibile affrontare le disuguaglianze educative attraverso un modello innovativo, replicabile. E proprio quest’ultimo aggettivo potrebbe essere il più importante.

Scalare l’asset building?

A marzo, nel corso dell’evento di presentazione del nuovo Piano strategico della Fondazione Compagnia di San Paolo (di cui Fondazione Ufficio Pio è ente strumentale), è intervenuto anche Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo. Il dirigente ha definito i giovani italiani “le terre rare del nostro Paese” e ha detto che, per quanto riguarda l’asset building, si tratta di “un progetto sul quale noi siamo pronti a sostenere assolutamente l’attività della Compagnia”.

Un eventuale coinvolgimento di Intesa Sanpaolo in interventi come Percorsi o Will consentirebbe di portare gli interventi realizzati finora su scale completamente diverse. “Noi oggi riusciamo a coinvolgere circa 500 persone all’anno su un territorio limitato, quello torinese su cui operiamo”, spiega Revello. Estendere l’iniziativa a una popolazione più ampia potrebbe generare un impatto maggiore, aggiunge il Direttore della Fondazione Ufficio Pio.

Perché questi progetti abbiano successo, però, non bastano i soldi, come abbiamo visto. Risparmio e accompagnamento sono entrambi elementi fondamentali su cui bisogna investire. È nell’integrazione tra sostegno economico e supporto educativo, infatti, che risiede la forza dell’asset building: formare le persone dando al contempo i mezzi perché esse possano concretamente agire scelte libere e consapevoli nella propria vita.

 

Note

  1. L’istruzione terziaria comprende sia le università sia gli Istituti tecnici superiori (ITS).
Foto di copertina: Un ragazzo e una ragazza che hanno partecipato a Percorsi. Fonte: Fondazione Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo