Uno strumento per permettere ai giovani in condizioni di svantaggio economico di accedere a percorsi formativi brevi e professionalizzanti in ambito IT1. È la descrizione più semplice e immediata per gli Income Share Agreement (ISA), che nel 2022 sono stati introdotti in Italia attraverso la piattaforma di crowdlending Talents Venture e grazie all’impegno diretto di alcune fondazioni filantropiche.
Ma le cose da dire sono in realtà molte di più.
Gli Income Share Agreement sono infatti uno strumento di finanza innovativa che prevede una particolare fattispecie di prestito senza interessi, che offre vantaggi sia agli studenti beneficiari che alle realtà filantropiche che “investono” su di loro basandosi su fiducia e responsabilità. Valori, questi ultimi, che sono al centro delle riflessioni che Percorsi di secondo welfare sta facendo ormai da diversi mesi sul rapporto tra filantropia e fiducia.
A “investire” è stata Fondazione Italiana Accenture – insieme a Fondazione Vodafone, Fondazione Cariplo attraverso Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore e Fondazione The Human Safety Net – nell’ambito del ReadyForIT, programma rivolto a giovani in condizione di fragilità per favorirne l’inclusione sociale, economica e lavorativa.
A tre anni dall’avvio della sperimentazione degli ISA nel nostro Paese, la Direttrice Generale della Fondazione Italiana Accenture, Simona Torre, ha risposto ad alcune domande riguardo all’esperienza maturata in questo campo, agli apprendimenti e alle prospettive future per sostenere i giovani più vulnerabili nel loro percorso formativo e lavorativo.
Partiamo dal contesto: quali sono gli obiettivi e i destinatari del programma ReadyForIT in cui si sperimentano gli Income Share Agreement?
ReadyForIT è un programma di inclusione lavorativa, economica e sociale che offre opportunità di formazione, accesso al mondo del lavoro e sviluppo professionale nel settore IT a giovani in condizioni di fragilità. In particolare, sono destinatari del programma giovani migranti e rifugiati (ReadyForIT | Refugees & Migrants, ndr), anche attraverso corridoi lavorativi dedicati (ReadyForIT | Labor Pathways for Refugees, ndr), e giovani NEET – che non studiano e non lavorano – tra i 19 e i 34 anni (ReadyForIT | Not in Education, Employment or Training, ndr), anche grazie al sostegno ricevuto dal Fondo per la Repubblica Digitale (ReadyForIT+, ndr).
I percorsi formativi di primo livello sono gratuiti e promuovono l’acquisizione di competenze digitali e tecniche come programmazione, cybersecurity, Web development, Data analytics, UX Design, ma anche di competenze trasversali, come la capacità di dare e ricevere feedback, di lavorare in team, di comunicare in modo efficace, di maturare consapevolezza di sé. Si tratta dunque di diverse competenze necessarie per l’inserimento nel mondo del lavoro. Il programma prevede anche l’affiancamento degli studenti attraverso una azione di tutoraggio, per accompagnare i e le giovani nei contesti lavorativi, favorendone il collocamento e una più efficace inclusione.
Il programma ha formato ad oggi oltre 400 giovani, il 70% dei quali ha raggiunto con successo l’obiettivo dell’inserimento lavorativo nel settore IT entro 6 mesi dalla conclusione del percorso formativo.
Il progetto nel suo insieme si basa su una piattaforma di “crowdlending”: di che cosa si tratta?
Il crowdlending, altrimenti detto marketplace lending o peer-to-peer (P2P) lending, è una forma di finanziamento partecipativo che consente a soggetti privati di ottenere prestiti direttamente da altri privati senza l’intermediazione tradizionale di banche o istituzioni finanziarie.
Nell’ambito del programma ReadyForIT, il prestito è richiesto dai giovani che intendono intraprendere il percorso formativo, attraverso una piattaforma sviluppata ad hoc che li mette in contatto con una pluralità di “investitori in capitale umano” (crowd), ciascuno dei quali contribuisce con una quota a comporre l’importo complessivo del prestito, che non prevede interessi.
Nella fase iniziale della sperimentazione, le risorse dedicate ai destinatari del programma ReadyForIT sono state messe a disposizione dalle Fondazioni promotrici dell’iniziativa, per un totale investito di oltre 1,5 milioni di euro. Questo sostegno alla formazione è stato erogato proprio attraverso gli “Income Share Agreement”: una soluzione particolarmente vantaggiosa per gli studenti, ma ancora poco diffusa in Italia.
Ecco, cosa sono gli “Income Share Agreement” e quali vantaggi prevedono per i giovani che vi hanno accesso?
L’Income Share Agreement è uno strumento di sostegno economico per studenti innovativo che, a differenza del prestito bancario, non prevede interessi e consente a chi lo riceve di restituirlo al termine degli studi, nel momento in cui trova un impiego stabile, versando una piccola quota del reddito percepito (circa il 10%) e per un periodo limitato nel tempo (48 mesi) oltre il quale l’ISA ha termine (anche laddove la quota non sia stata interamente saldata). Il capitale ricevuto non dovrà essere rimborsato qualora lo studente non acceda al mondo del lavoro, oppure raggiunga un reddito inferiore a un importo minimo concordato.
In questo modo si offre a studenti e studentesse in condizioni di fragilità economica un’opportunità per acquisire competenze professionali di qualità, frequentando percorsi formativi senza doversi fare carico dei costi di iscrizione. Ed evitando i tradizionali vincoli connessi all’ottenimento di un prestito, come ad esempio la restituzione a prescindere dalla presenza di un reddito, applicazione di un interesse, rate fisse e recupero forzoso del credito e così via.
All’interno del programma ReadyForIT questo strumento ha permesso di sostenere circa 30 diversi percorsi formativi di 4-6 mesi l’uno, erogati dalle academy appositamente selezionate per collaborare sugli ISA. Gli studenti interessati – raggiunti attraverso il passaparola, la comunicazione online e all’interno delle reti di giovani coinvolti nella formazione – hanno la possibilità di scegliere il corso che desiderano frequentare da un ampio catalogo di opportunità, approfondendo così i temi di loro interesse e preparandosi ad un futuro professionale nei settori da loro prediletti.
In che modo gli ISA promuovono responsabilità e fiducia?
Il primum movens dell’accordo tra studente e investitore è la responsabilità: il giovane non è vincolato alla restituzione del prestito, ma beneficia di un vero e proprio investimento di fiducia ed è per questo incoraggiato a onorarlo. L’opportunità di crescere professionalmente e di trovare lavoro grazie al percorso intrapreso motiva lo studente a ricambiare quanto ha ricevuto, nella consapevolezza che le risorse restituite potranno tradursi in altrettante opportunità per altri giovani, moltiplicando le ricadute dell’investimento stesso.
Quali risultati avete potuto osservare finora e quali prospettive immaginate per il futuro degli ISA nel programma ReadyForIT?
La sperimentazione sta generando risultati molto incoraggianti. Il riscontro tra gli studenti sinora coinvolti è stato ottimo, lo strumento è stato compreso nella sua valenza anche etica, e ad oggi le risorse restituite corrispondono a oltre 400mila euro, quasi un terzo del capitale investito. Questo risultato suggerisce un futuro promettente per l’iniziativa, più responsabilizzante della tradizionale borsa di studio, e meno vincolante e penalizzante rispetto al classico prestito bancario.
Riteniamo che l’attuale mercato del lavoro, attraversato dal disallineamento tra competenze possedute da lavoratori e lavoratrici e competenze richieste dalle aziende, richieda soluzioni nuove, sostenibili, vantaggiose per le giovani generazioni ed eque rispetto alle condizioni socio-economiche di partenza di ciascuna persona. Gli ISA rappresentano una possibilità in questa direzione, che continueremo a percorrere con lungimiranza e fiducia.
Note
- La denominazione sta per “Information Technology” e indica l’insieme delle tecnologie, sistemi e attività legati all’elaborazione, gestione e trasmissione di dati e informazioni. Comprende hardware, software, reti e servizi digitali utilizzati in ambito aziendale, pubblico e personale per supportare processi e comunicazione.