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Proodos è un Gruppo cooperativo che promuove interventi in ambito sociale sul territorio della Città metropolitana di Napoli. Nel corso degli anni ha investito nel campo del welfare aziendale e, al tempo stesso, grazie alla collaborazione con varie istituzioni e aziende, ha avviato progetti per sostenere il benessere di lavoratori e lavoratrici anche di altre organizzazioni. Per saperne di più della loro esperienza abbiamo intervistato Raffaella Ruocco, Welfare Manager e Consigliera del CdA di Proodos, che ci ha raccontato i recenti interventi realizzati dal Gruppo.

Il welfare aziendale di Proodos

Da oltre 10 anni Proodos offre misure di welfare ai propri collaboratori. Il percorso del Gruppo culmina, nel 2020, con il progetto We.Ca.Re Welfare Cantiere da Realizzare (da non confondere con il – quasi – omonimo progetto della Regione Piemonte) avviato attraverso il finanziamento del bando nazionale Conciliamo promosso dal Dipartimento per le politiche della famiglia (ne avevamo ampiamente parlato in passato).

Il nostro progetto è stato tra i vincitori del bando Conciliamo”, ci dice Ruocco. “Ci ha consentito di mettere in piedi un innovativo piano di welfare e coinvolgere anche altre due aziende del territorio. Abbiamo infatti creato una rete di aziende: oltre a noi di Proodos, sono infatti coinvolte ASIA Napoli, una società interamente controllata dal Comune di Napoli incaricata della gestione dei rifiuti con quasi 2.000 dipendenti, e Coelmo, società che produce gruppi elettrogeni con circa 200 collaboratori”.

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In questo modo tre organizzazioni molto differenti tra loro – una cooperativa sociale, una società “controllata” pubblica e un’azienda for profit metalmeccanica – hanno iniziato a lavorare insieme per un obiettivo comune: investire sul benessere dei propri collaboratori. “Nonostante avessimo uno stile e un approccio molto differente, il progetto We.Ca.Re. ci ha permesso di co-progettare servizi di welfare aziendale e sperimentare innovative misure di conciliazione vita-lavoro. E questo non è scontato in un territorio come il nostro, in cui queste misure non sono particolarmente diffuse (per approfondire, ndr)”.

Il progetto We.Ca.Re, Welfare Cantiere da Realizzare

Nel dettaglio, il progetto We.Ca.Re ha cercato di fare leva su tre aspetti principali. Il primo riguarda la cura e il benessere psico-fisico delle persone che lavorano nelle aziende coinvolte e dei loro familiari; il secondo è inerente l’ascolto continuo dei bisogni di lavoratori e lavoratrici; il terzo e ultimo riguarda il coinvolgimento  diretto delle persone nella progettazione degli interventi, allo scopo di far sentire tutti i membri delle organizzazioni parte del progetto.

Grazie a We.Ca.Re riusciamo a garantire focus group e webinar periodici per un’analisi continua dei bisogni delle persone”, continua Ruocco. “In questo modo abbiamo costruito un paniere di servizi di welfare accessibile a tutti tramite una piattaforma, che teniamo costantemente aggiornata. Il portale, costruito a seguito del progetto NapoliWelfare promosso da CGM, CGMoving e welfareX: “contiene quattro macro-aree di servizi, tutti messi a disposizione dalle cooperative sociali del territorio napoletano”. 

“Abbiamo l’area ‘YouCare’ in cui è possibile trovare interventi per il benessere, l’orientamento e la formazione professionale, i viaggi e le vacanze, la cultura e il tempo libero” spiega Ruocco “e l’area ‘ChildCare’, attraverso la quale è possibile richiedere educatori a domicilio e servizi di sostegno allo studio e di orientamento scolastico per i figli dei dipendenti. Le altre due aree riguardano i bisogni delle famiglie: da una parte c’è ‘FamilyCare’, che garantisce servizi di assistenza domiciliare per persone con disabilità e attività di supporto alla genitorialità, dall’altra c’è ‘SilverCare’ che mette a disposizione servizi di accompagnamento per familiari anziani”.

La Certificazione per la parità di genere

Nell’ultimo anno Proodos ha inoltre cercato di capitalizzare tutti gli investimenti fatti nell’ambito del benessere e dell’inclusività in azienda allo scopo di ottenere la Certificazione per la parità di genere.

Abbiamo intrapreso un percorso con un ente certificatore per avere la Certificazione di parità”, continua Ruocco. “Non è stata una cosa immediata, perché il modello della certificazione non è perfettamente calzante con quello delle organizzazioni cooperative. Per noi è stato però un passaggio importante che ci ha permesso di confrontarci con il sistema degli indicatori definito dalla prassi di riferimento. Il risultato è stato che a maggio 2023 abbiamo ottenuto questo importante riconoscimento”.

Come vi abbiamo raccontato, la Certificazione per la parità di genere è uno strumento introdotto attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e definito attraverso la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, pubblicata lo scorso 16 marzo 2022. Essa prevede l’adozione di specifici indicatori, sia qualitativi che quantitativi, utili a contraddistinguere il livello di inclusività e di parità raggiunto da un’organizzazione al fine di valutarne le prestazioni in termini di adozione e implementazione delle politiche per la parità di genere.

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In particolare, per ottenere la Certificazione si prendono in considerazione 6 aree di intervento in ambito aziendale e organizzativo: cultura e strategia, governance, processi HR, opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere e tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

Per noi è stato un modo per mettere a sistema tutte le iniziative e le policy avviate in passato. Al tempo stesso è stata l’occasione per pensare nuovi interventi e attivare nuovi strumenti di valutazione e monitoraggio che ci servono per comprendere gli esiti e gli impatti delle cose che facciamo. Ora ci piacerebbe condividere il percorso fatto con altre imprese, e in particolare con delle imprenditrici, allo scopo di promuovere una cultura attenta alla sensibilità di genere”.

La cooperazione sociale e il welfare aziendale

Come spesso sottolineiamo, consorzi e cooperative sociali possono avere un ruolo strategico nell’ambito del welfare aziendale. Come mostra il caso di Proodos, rappresentano dei nodi essenziali per alimentare la cultura del welfare e, al tempo stesso, promuovere servizi per le imprese e i loro dipendenti.

Il welfare aziendale può essere un’opportunità concreta per ampliare il raggio di azione del mondo cooperativo, il quale può avvicinarsi ancora di più al mondo delle imprese for profit. Per far questo è però necessario che sussistano due prerogative. La prima è la presenza di un sistema cooperativo aperto all’innovazione e attento ai nuovi “trend” in ambito sociale. La seconda è la presenza di un sistema-territorio in cui sia promosso un welfare aziendale responsabile e concretamente attento all’impatto sociale.

Welfare aziendale e Terzo Settore: opportunità (anche) in situazioni emergenziali?

In questo senso, in Campania negli anni scorsi si è assistito ad un’esperienza molto interessante: gli accordi territoriali di genere. “La Regione ha promosso tra il 2014 e il 2020, attraverso fondi europei, l’esperienza degli accordi territoriali di genere. Si tratta di un’iniziativa simile alle Reti Territoriali per la Conciliazioni di Regione Lombardia: il loro obiettivo è stato quello di promuovere interventi di work-life balance e welfare aziendale tra le imprese del territorio. Purtroppo però questa esperienza è terminata nel 2020: per noi è stata fondamentale per gettare le basi e avviare un ragionamento concreto sul welfare aziendale”, conclude il Welfare Manager di Proodos .

Perciò è auspicabile quindi che le istituzioni regionali riescano a rilanciare azioni di questo tipo. Soprattutto in un contesto – come quello campano – in cui il welfare aziendale e la conciliazione non sono particolarmente sviluppati. In questa direzione l’Osservatorio dell’Economia Civile, che di fatto è un Organismo regionale della Campania, sta provando ad avviare azioni di ricerca e sensibilizzazione proprio sul welfare aziendale territoriale e di “filiera corta”. Chissà dunque che nel prossimo futuro non nascano nuove opportunità per questo territorio.

 

Foto di copertina: Joshua Kettle, Unsplash