5 ' di lettura
Salva pagina in PDF

“Bella Storia. La tua.” è un progetto triennale, finanziato e guidato dalla Fondazione Unipolis, rivolto a 50 ragazzi e ragazze che frequentano il triennio della scuola secondaria di II grado, provenienti da famiglie a basso reddito residenti in Campania e in Calabria.

Il suo obiettivo è far si che chi partecipa sia in grado di affacciarsi all’età adulta attraverso un percorso incrementale di crescita individuale che garantisca eque opportunità socio-culturali. A questo scopo, il progetto mira a creare occasioni di acquisizione di competenze sociali, emotive e cognitive, ma non solo, per favorire la crescita personale e culturale delle persone così che possano essere “più consapevoli, più proattivi e più abili1.

La prima edizione, avviata a novembre 2022, si è conclusa a luglio 2025 e ad oggi sono in corso le selezioni per la nuova edizione che partirà in novembre. Percorsi di secondo welfare, che è partner strategico dell’iniziativa, ha seguito con interesse le diverse tappe di Bella Storia ritenendo il progetto particolarmente di valore vista la scelta di investire su aspetti socio-culturali per far crescere le giovani persone partecipanti, ma anche le comunità in cui esse vivono, attraverso attività di accompagnamento mirate garantite da enti locali del Terzo Settore.

Per questo verificare gli esiti della prima edizione – anche se i risultati definitivi saranno disponibili solo tra qualche mese – e gli apprendimenti fatti durante questi primi tre anni appare particolarmente interessante. In particolare per capire in che modo la Fondazione abbia deciso di intervenire per migliorare la capacità del progetto di raggiungere i propri obiettivi. Abbiamo chiesto a Marisa Parmigiani, Direttrice di Fondazione Unipolis, di rispondere a qualche domanda in merito.

Da poche settimane si è conclusa la prima edizione di “Bella Storia. La tua”. Siete soddisfatte del percorso fatto e degli esiti che esso ha portato finora?

Assolutamente sì! Il percorso è iniziato con tante buone intenzioni ed altrettante sfide. Non ci eravamo mai cimentati in percorsi extrascolastici con i ragazzi e tenerli a bordo per ben tre anni non era certo uno scherzo. Siamo arrivati in fondo con 44 persone beneficiarie che hanno partecipato per il 74% alle palestre di competenze annuali e per il 91% agli incontri di mentoring on line. La tenuta della partecipazione ha dimostrato che abbiamo indovinato i temi e gli strumenti. Ma la soddisfazione più grande è stata vedere la crescita di queste ragazze e ragazzi: oggi si esprimono con più sicurezza, sono più disinvolti, più competenti e inclusivi. In una parola, dei veri potenziali changemaker.

Marisa Parmigiani

Il progetto è oggetto di una valutazione in itinere realizzata da ARCO. I risultati della prima edizione saranno noti solo tra qualche mese, ma intanto ci sono i dati intermedi che forniscono già un quadro significativo sull’andamento del progetto. Quali sono a suo avviso gli elementi più interessanti che emergono da questa valutazione?

In termini di rilevanza la Palestra di Competenze e le iniziative di Community Engagement si sono dimostrate particolarmente efficaci nel contrastare il senso di isolamento sociale e la limitata fruizione culturale dei partecipanti, specialmente dopo la pandemia. Dalla valutazione d’impatto emerge che l’84% dei partecipanti riconosce il valore e l’importanza di aver sviluppato nuove relazioni, un aspetto strategico nel percorso di adolescenti, oggi, sempre più isolati e depauperati nelle loro relazioni sociali fisiche. Ma al contempo l’82% dichiara di essersi portato a casa anche della formazione, che ha poi impiegato nella vita scolastica ed extrascolastica. Ad esempio, il 69% ha aumentato la propria fruizione delle attività culturali. Il programma di mentoring è stato fortemente apprezzato, pur necessitando di una ulteriore strutturazione per allineare l’approccio operativo dei mentor. Il contributo economico ha agevolato l’accesso a opportunità formative e di crescita, per quanto si sia evidenziata la necessità di strutturare maggiormente le attività di rafforzamento delle competenze di gestione finanziaria.

 Questi dati hanno influenzato le scelte sulla seconda edizione?

Parzialmente, perché appunto la rilevazione d’impatto non è finita. Abbiamo previsto di fare una reunion a un anno di distanza dalla fine del progetto per valutare effettivamente se abbiamo fornito a ragazze e ragazzi gli strumenti per essere giovani consapevoli ed autonomi. In ogni caso questa prima edizione ci ha insegnato alcuni aspetti importanti.

Prima di tutto che la motivazione è fondamentale. Per avere ragazze e ragazzi davvero motivati, non basta coinvolgerli: è essenziale che le loro aspettative siano in linea con ciò che il percorso può offrire. Per questo abbiamo investito molto nell’attività di presentazione del bando, sia direttamente con innumerevoli incontri in presenza, che indirettamente costruendo una rete di ambassador che ci hanno aiutato a raggiungere le e i potenziali candidati. E al contempo abbiamo gestito dei colloqui di selezione di gruppo per pesare in modo più puntuale la motivazione rispetto alla lettera presentata in fase di candidatura.

Poi, in secondo luogo, che il mentoring è uno strumento prezioso per non sentirsi mai soli e, di conseguenza, stiamo lavorando attentamente alla selezione e formazione dei mentor, che rappresentano il primo interfaccia per le e i partecipanti.

Nello specifico come e dove siete intervenuti? (E’ cambiato in qualche modo il target di riferimento? Sono cambiate le modalità di ingaggio dei partner? Sono stati modificati i criteri di valutazione?)

Oltre alle due precedentemente citate sono numerose le piccole modifiche che abbiamo apportato, partendo dai criteri di selezione. Abbiamo cambiato le percentuali, appunto per far pesare di più la motivazione, e abbiamo introdotto il titolo di studio dei genitori per individuare con maggiore precisione i più fragili.

Sono state modificate le tranche del contributo economico che, pur restando invariato nell’importo complessivo, aumenta progressivamente negli anni. Questo perché, con il tempo, le e i partecipanti acquisiscono maggiore consapevolezza dei propri bisogni, che tendono anche a crescere. Per evitare utilizzi impropri – pur nel rispetto delle Linee Guida – sono stati inoltre introdotti vincoli più precisi.

Infine, è stato modificato il Community Engagement: si è ampliato anche formalmente il perimetro dei luoghi da conoscere sul territorio, superando la dimensione esclusivamente culturale; si sono assunti direttamente i costi degli spostamenti, come per la palestra di competenze, per stimolare ragazze e ragazzi a partecipare, che tra l’altro è diventato elemento di valutazione, avendone riconosciuta l’importanza per stimolare la restanza.

A questo si aggiunga l’introduzione dell’educazione finanziaria per aiutare le e i partecipanti nel percorso di autonomia economica.

Anche alla luce di questi correttivi, quali obiettivi siete dati per questa seconda edizione in partenza?

Innanzitutto, coerentemente con la nostra identità aziendale, vogliamo rafforzare il percorso di educazione finanziaria. Non limitandoci a formarli all’uso del denaro ma introducendo stimoli al risparmio proponendo loro anche l’accesso a Piani di Accumulo e Piani Pensionistici Individuali, in risposta al crescente bisogno di previdenza che attraversa le nuove generazioni.

In secondo luogo, grazie anche ai cambiamenti effettuati sul Community Engagement, si vuole sviluppare ancora più connessione con il territorio, esplorando le risposte che nascono ai bisogni sociali, conoscendo meglio questi ultimi, ma anche i luoghi in cui, dando loro risposta, si concorre all’attrattività del territorio.

Infine, vogliamo ancora e sempre insegnare a questi giovani a sognare, ad immaginare futuri diversi, meno ansiogeni, in cui ci sia spazio per la loro intraprendenza e il loro coraggio, in cui ci sia accoglienza e inclusione per una generazione troppo spesso azzittita e messa in minoranza. Vogliamo aiutarli a credere in loro stessi, a credere di potercela fare e di poter portare un contributo positivo alla comunità in cui operano.

 

Note

  1. Il progetto si basa su 4 azioni principali: 1) un contributo economico annuale di 1.500 euro per ciascun partecipante, da destinare a spese di istruzione, educazione, crescita culturale e civica; 2) una palestra di competenze con momenti esperienziali in presenza e pillole formative online; 3) un’azione di mentoring, per affiancare una figura di ascolto e riferimento a ciascun ragazzo e ragazza, e supportarli nello sviluppo del proprio piano individuale; 4) un’attività di community engagement, per valorizzare la creazione di una comunità tra pari e connettere i partecipanti.