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Edenred Italia è un provider di welfare aziendale, cioè una società che offre soluzioni di welfare alle imprese. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Welfare di Edenred, che prende in considerazione un bacino di 530.000 lavoratori e lavoratrici e circa 3.000 imprese, nel 2021 le misure e i servizi realizzati dalle aziende per integrare la retribuzione dei propri collaboratori hanno assunto una nuova conformazione con la crisi pandemica, sia per quel che riguarda i consumi da parte dei lavoratori che le scelte di campo delle imprese. Vediamoli nel dettaglio.

Il ruolo dei fringe benefit

In primo luogo, il welfare aziendale si conferma uno strumento importante in materia di integrazione al reddito. Per il 2021, complice anche l’aumento della soglia di spesa a 516 euro, si è consolidato il peso dei fringe benefit, cioè quelle soluzioni erogate comunemente tramite voucher e spendibili presso attività commerciali e fornitori di servizi convenzionati. Si tratta di solito di card acquisto da spendere presso catene commerciali o negozi (anche della grande distribuzione online), buoni benzina, beni e servizi connessi allo sviluppo della mobilità sostenibile, ma anche visite specialistiche, spese per la cura e l’assistenza, corsi di formazione, polizze assicurative.

fringe benefit sono la voce di spesa più consistente con circa il 34% complessivo dei consumi di welfare; la percentuale raggiunge il 65% tra i lavoratori al di sotto dei 30 anni. Secondo l’Osservatorio di Edenred si tratta soprattutto di buoni spesa e buoni carburante. Perciò, pur non rispondendo concretamente a bisogni e necessità sociale, si tratta di interventi volti a sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e, di conseguenza, generare nuovi consumi.

Per quanto riguarda la dimensione più economica del welfare, si sottolinea poi che – in media – la disponibilità di spesa in welfare da parte dei dipendenti nel 2021 è stata pari a circa 850 euro. Si tratta di un importo in linea con gli anni precedenti.

Da evidenziare invece il fatto che le donne risultano beneficiarie di erogazioni in media superiori alla controparte maschile. Questa evidenza in parte può essere spiegata dalla presenza, nei piani welfare aziendali, di componenti a sostegno diretto della maternità delle dipendenti, sostegno che si può concretizzare anche attraverso l’erogazione di “bonus” aggiuntivi dedicati ai figli o al supporto alla maternità.

Anche il welfare “nobile” conferma il suo peso

Le prestazioni in risposta ai bisogni e alle necessità sociali – come previdenza, sanità, istruzione, assistenza e cura – rappresentano invece una quota del 47,8% del totale della spesa welfare, in lieve contrazione rispetto all’anno precedente.

Per l’Osservatorio, questo minimo calo della spesa del welfare cosiddetto “nobile” è da collegarsi direttamente alla crescente quota di spesa straordinaria nei due anni della pandemia destinata ai fringe benefit (per approfondire).

I “consumi” del welfare aziendale in base all’età. Fonte: Osservatorio Welfare Edenred

Nonostante ciò, come si può vedere dalla figura, la quota del welfare “nobile” assorbe circa il 50% della spesa complessiva. In particolare, l’istruzione riguarda la fetta più importante (oltre il 26% della spesa totale); seguono poi previdenza complementare (16%) e sanità integrativa (8%). Complici anche gli elevati costi di questi servizi, l’assistenza ai familiari disabili e non autosufficienti è invece meno diffusa e resta al di sotto del 2%.

Nuove frontiere del welfare: la sostenibilità

L’Osservatorio si concentra infine sulle imprese. Secondo una survey effettuata da Edenred, le preferenze delle imprese in materia di welfare riguardano le misure di sostegno al reddito, con l’81% delle indicazioni. Tra queste spiccano i fringe benefit con l’87% delle aziende che considerano questo strumento di valore assoluto.

Da sottolineare, poi, la centralità delle misure dedicate alla famiglia e alla genitorialità. Il 92% del campione afferma infatti che la spesa welfare di questo capitolo debba essere rafforzata e aumentata.

Dal punto di vista delle nuove frontiere del welfare aziendale cresce il trend della sostenibilità, seppur ancora in fase iniziale: il 12% ha attivato misure in questo ambito e il 37% sta pensando di farlo.

In questo senso, la costante crescita e diffusione del welfare aziendale si interseca con i nuovi trend del mondo del lavoro e dell’impresa. Questo è chiaro se si guardo proprio la sempre maggiore rilevanza della sostenibilità e la conseguente implementazione di piani di welfare che incentivino comportamenti virtuosi dal punto di vista sociale e civile, come per esempio nella riduzione dei consumi di carta, delle emissioni di inquinanti e cosi via.

Ci sono poi i temi della mobilità sostenibile e del mobility management quale argomento di sviluppo in una prospettiva di welfare aziendale. Si tratta di tematiche che Secondo Welfare ha trattato di recente, ad esempio nel Quinto Rapporto sul secondo welfare in Italia, e in alcuni suoi contributi (come questo e questo).

Una leva fondamentale per persone, aziende e territorio

Secondo Paola Blundo, Director Corporate Welfare di Edenred Italia, “il welfare aziendale si conferma, anche in una fase di straordinaria difficoltà come quella dei due anni appena trascorsi, una leva fondamentale di sostegno alle persone, alle aziende e al territorio. Valore che si concretizza sia nella sua dimensione di sostegno al reddito che in quella più prettamente sociale come l’ambito della previdenza e sanità integrativa, la formazione e i servizi alla persona con un occhio alle nuove tendenze della sostenibilità”.

In questo senso “empowerment femminile, attenzione alle nuove politiche di lavoro e alle esigenze dei giovani sono per noi centrali. Sempre di più la funzione integrativa del welfare aziendale si fonde nel macro-sistema del welfare community”.

Così come accaduto nel 2020 anche nel 2021 l’ecosistema del welfare aziendale si è consolidato in molti suoi ambiti e ha confermato la sua solidità. Uno strumento riconosciuto nel suo valore di fondo e ampiamente utilizzato e con margini di crescita davanti a sé: al mutare delle esigenze delle persone, il welfare si evolve in modo ‘naturale’. Un’ evoluzione dinamica, che si adatta alle nuove sensibilità emergenti di una generazione consapevole e con maggiori aspettative“, ha concluso Paola Blundo.