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La Legge di Bilancio 2022 stanzierà 115 milioni di euro per costruire un rafforzamento stabile dei servizi di assistenza domiciliare erogati dai Comuni agli anziani non autosufficienti. Troppo poco secondo le organizzazioni del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza – a cui aderisce anche Percorsi di secondo welfare – che avevano chiesto di portare le risorse per questa voce a 300 milioni, 200 in più rispetto alla prima bozza del provvedimento. Un emendamento alla Manovra ne ha aggiunti solo 15 ai 100 già previsti. In pratica si tratta di appena 39 euro e 65 centesimi per ciascuno dei 2,9 milioni di anziani non autosufficienti che attualmente vivono nel nostro Paese. Appena lo 0,38% dei circa 30 miliardi stanziati dalla Legge di Bilancio.

Secondo le 51 organizzazioni che aderiscono al Patto questo “è un passo indietro rispetto agli annunci e alle aperture politiche degli scorsi mesi. Gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie sono usciti dall’agenda politica nazionale”. Quei 300 milioni, non certo impossibili da trovare nelle mille pieghe della Legge, sarebbero serviti per partire con il piede giusto e avviare nei territori il percorso di cambiamento, da sancire con la successiva riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti prevista nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

“Pur in presenza di risorse che consideriamo totalmente inadeguate, auspichiamo che la riforma non sia ancora una volta concepita come un mero adempimento formale ma rappresenti quel deciso salto in avanti di cui il settore ha bisogno” hanno sottolineato le organizzazioni del Patto. Il prossimo anno sarà infatti decisivo per elaborazione della riforma, attesa dalla fine degli anni Novanta per affrontare un tema che, come Secondo Welfare ha recentemente spiegato in un’inchiesta pubblicata sul Corriere della Sera, è assolutamente prioritario.