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La Legge di Bilancio 2023, approvata il 29 dicembre 2022, come raccontavamo qui aveva previsto l’introduzione del Reddito alimentare, un aiuto per le persone in condizione di grave povertà che consiste nella distribuzione gratuita, anche tramite gli Enti del Terzo Settore, di prodotti alimentari invenduti dai negozi della distribuzione alimentare. L’obiettivo della misura è sia sostenere le persone in condizione di povertà sia ridurre lo spreco alimentare. Istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Fondo ha potuto contare su una dotazione di 1,5 milioni di euro per l’anno 2023 e di 2 milioni di euro annui a decorrere dal 2024. Di seguito vediamo le modalità con cui saranno impiegate queste risorse, che in prima battuta andranno a sostenere una sperimentazione in quattro città.

Reddito alimentare: il quadro della sperimentazione

Le prime modalità attuative della misura e le forme di coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore sono stati definiti a maggio 2023 dal Decreto n. 78 del Ministero del Lavoro, redatto a seguito di incontri con le parti istituzionali coinvolte (in primis Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, AGEA – Agenzia per le erogazioni Agricoltura e ANCI) e con il Tavolo per la lotta agli sprechi e per l’assistenza alimentare e le Organizzazioni già partner nazionali del FEAD, il Fondo di aiuti europei agli indigenti1.

Il 20 dicembre scorso, a seguito dell’accordo raggiunto in sede di Conferenza unificata, sono stati individuati i Comuni capoluogo delle Città metropolitane di Genova, Firenze, Napoli e Palermo per l’attuazione della sperimentazione, che avrà durata triennale a partire dal 2024. I Comuni capoluogo delle Città Metropolitane sono stati individuati tenendo conto anche della concentrazione dei tassi di povertà che insistono sui loro territori.

Cos’è il Reddito Alimentare introdotto dalla Legge di Bilancio 2023

Il 27 dicembre 2023 è stato quindi firmato il Decreto direttoriale prot. n. 41/468 di impegno delle risorse per il triennio 2023-2025 e di approvazione dell’Avviso pubblico, di tipo non competitivo, rivolto ai quattro Comuni capoluogo delle Città metropolitane per la presentazione di progetti di Reddito alimentare. L’Avviso sarà pubblicato sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dopo la conclusione delle verifiche da parte dei competenti organi di controllo.

I progetti dovranno riportare in dettaglio le forme di coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore presenti sul territorio e, in particolar modo, di quelli che già aderivano al programma FEAD, prevedendo anche la partecipazione degli esercizi commerciali. Nello specifico, è richiesta la definizione delle modalità di tracciamento dei beni alimentari e di prima necessità di cui gli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa necessitano per accedere ai benefici previsti dalla Legge n. 166 del 2016.

Come dovrebbe funzionare

Come abbiamo sottolineato nel nostro contributo a Frammenti da ricomporre, il quarto Rapporto sulla povertà alimentare di ActionAid, mentre il nome “Reddito alimentare” fa pensare a un trasferimento monetario, si tratta in realtà dell’erogazione diretta di prodotti alimentari.

La misura consiste infatti nella distribuzione gratuita, anche tramite gli Enti del Terzo Settore presenti sui territori, di pacchi alimentari realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare, donati cioè dagli esercizi commerciali che aderiscono volontariamente alla sperimentazione. I soggetti che possono usufruire dei benefici della distribuzione alimentare possono essere i medesimi degli elenchi in possesso alle Organizzazioni Partner Territoriali della distribuzione dell’ex programma FEAD, nonché altri soggetti segnalati dai servizi sociali territoriali competenti e/o da altre Organizzazioni del Terzo Settore operanti sul territorio.

Frammenti da ricomporre. Numeri, strategie e approcci in cerca di una politica

L’organizzazione della filiera sarà gestita da Enti locali ed ETS individuati territorialmente. Il Terzo Settore metterà infatti a disposizione volontari, spazi e locali e soprattutto competenze; le risorse stanziate invece finanzieranno un partner logistico che dovrà fare i ritiri e le consegne da supermercato a centro e da centro a domicilio che gli Enti del Terzo Settore non potranno fare, la copertura delle spese sostenute da volontari (ad esempio il carburante per le consegne), e infine l’infrastruttura digitale (una app che dovrebbe facilitare la tracciabilità e favorire la distribuzione). La regia del progetto è in capo ad un Tavolo nazionale che vede tutti i partner coinvolti.

Potenzialità, rischi e prospettive

Appare certamente interessante l’idea di favorire, attraverso progettualità e iniziative, sperimentazioni locali che vedano la promozione e il consolidamento di reti multiattore e auspicabilmente il coordinamento delle iniziative con le food policy locali, se presenti nelle quattro città selezionate. Infatti, in relazione alla sua futura attuazione, la promozione e il consolidamento delle reti territoriali (in linea con quanto indicato dall’FSE+) potranno fare la differenza.

Povertà alimentare e diritto al cibo: come rispondere al bisogno di politiche

Con il Reddito alimentare sembra aggiungersi dunque un tassello al più ampio Programma nazionale Inclusione e Lotta alla povertà che, nell’ambito del nuovo ciclo di programmazione europea 2021-27, ha destinato al contrasto della deprivazione materiale complessivamente 830 milioni di euro per interventi a favore di persone e famiglie in condizione di povertà assoluta e grave deprivazione materiale.

Tuttavia la misura – la cui denominazione rischia di essere confondente dal momento che non erogherà alcuna prestazione monetaria ma beni in natura – sarà sperimentata solo in quattro città per un periodo limitato e con risorse modeste. Inoltre, permane l’incertezza su chi saranno i destinatari finali e su come saranno selezionati. Vi è poi da considerare che la gestione della misura, che fa leva sulle eccedenze – il cui sistema ruota intorno ad AGEA e al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste – viene attribuita al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il che può complicare le modalità di integrazione e coordinamento dell’intero sistema.

Note

  1. La più recente programmazione nazionale dei fondi europei, prevista per il settennato 2021-2027, ha integrato il FEAD nell’Obiettivo Strategico di Policy 4 dei fondi FSE Plus (a seguire, FSE+) e FESR.
Foto di copertina: Nico Smit, Unsplash