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Sin dalla fase di ideazione, poi nella progettazione e ancora nell’accompagnamento e nella facilitazione di una comunità di pratica, diverse forme di scrittura si sviluppano, si intrecciano e si rincorrono. In questo contributo, una rassegna.

Cosa sono e a cosa servono le comunità di pratica

Le comunità di pratica sono gruppi aperti che si organizzano intorno a questioni rilevanti, spesso promossi da agenzie di sviluppo, reti associative e di rappresentanza, finanziatori, da organizzazioni o reti di organizzazioni che hanno l’obiettivo di favorire contesti di interlocuzione, di emersione e confronto di soluzioni, diffusione di pratiche e conoscenze, condivisione di apprendimenti scaturiti dal lavoro operativo sul campo, dalla varietà di esperienze prodotte in condizioni e contesti differenti (Wenger, 2006).

Ciò che spinge a prendere parte alle comunità di pratica sono il desiderio di confrontarsi, di approfondire, di aggiornarsi, di accrescere competenze pratiche, di elaborare contenuti comuni, di aprirsi a nuove relazioni in un clima colloquiale. Inoltre, la partecipazione a una comunità di pratica è occasione per dare visibilità – all’interno della comunità stessa e all’esterno – alla complessità del proprio lavoro, rappresentando sia i successi sia le difficoltà, nella logica del confronto reciproco (Wenger et al., 2007).

Le comunità di pratica si sviluppano attraverso incontri ricorrenti inseriti in un calendario che dà visibilità al percorso che la comunità intraprende. Le persone coinvolte sono interessate ai temi oggetto di discussione, al programma che viene proposto e articolato nell’incontro di avvio. Cadenzate nel tempo, le comunità di pratica sono animate dal confronto dell’esperienza e sono aperte ad apporti e contributi di chi vi prende parte. Consentono contatti e scambi con intensità variabili e richiedono la collaborazione di tutti per dare continuità alle conversazioni sui temi che motivano l’aggregazione.

Rassegna di scritture praticabili per accompagnare comunità di pratica

La facilitazione di una comunità di pratica non si realizza nei soli momenti di incontro (in presenza, online o nelle forme ibride sperimentabili) ma vive anche una dimensione ideativa nello spazio che intervalla un incontro e l’altro. La densità di questo spazio riflessivo può essere minimale: l’invio di materiali e i contatti funzionali a ricordare gli appuntamenti riattivano i partecipanti richiamando la loro attenzione. Per contro, proprio attraverso la scrittura, l’attenzione della comunità di pratica può essere resa più intensa e produttiva: la scrittura infatti svolge diverse funzioni nello svilupparsi di una comunità di pratica.

La scrittura che anticipa, incuriosisce e invita

Vale la pena avviare la rassegna delle funzioni partendo dall’intenzione anticipatrice che possiamo conferire alla scrittura: le schede che presentano la road-map della comunità di pratica, le mail che invitano a partecipare, le cartoline che promuovono la proposta di un itinerario di confronto aperto sono scritture importanti. Nelle loro essere proposte e nel loro essere inviti vi è un senso profondo che la comunità di pratica intende mettere in campo: aprire spazi di incontro e di dialogo su temi e questioni rilevanti per chi viene coinvolto. Di qui l’esigenza di curare con attenzione le scritture di coinvolgimento perché consentano di indicare gli elementi di lavoro e di promuovere la disponibilità all’incontro.

Scritture di confronto per pensare insieme

Momenti di scrittura individuale, di gruppo e in plenaria consentono alle persone che prendono parte alla comunità di pratica di esprimere e mettere a disposizione contributi individuali, distillare contributi collettivi. Rendere presente il pensiero attraverso scritture elaborative, che sostengono la fatica di esprimersi, di raccontare, di rappresentare ad altri specificità e varietà di attività, azioni, eventi. Si tratta di scritture effimere, transitorie, di appunti collettivi che orientano e sostengono il confronto, che includono voci diverse, più forti, più argomentate, più esordienti, che mescolano, riformulano, sintetizzano. Sono scritture verticali come quelle proposte con la tecnica OPERA (Maino, 2016) o con la tecnica Guizzo (Cau e Maino, 2020), scritture che mirano a non farsi sfuggire la ricchezza di apporti che ciascuna persona può condividere, scritture collaborative facilitate dalla semplicità o dalle tecnologie digitali. Scritture che mirano a dare valore alla condivisione di pratiche, scritture che mediano lo scambio di esperienze. Scritture che vanno guidate per essere efficaci e produttive.

Scritture di sintesi per restare connessi

Anche le sintesi degli incontri che raccolgono quanto prodotto nell’ambito degli incontri e gli spunti conclusivi di recap costituiscono scritture connettive che alimentano attenzione da parte di chi è coinvolto nella comunità. Si tratta di distillati utili anche a condividere nei contesti organizzativi di appartenenza quanto viene via via elaborato. La scrittura aiuta a non perdere il filo del discorso, a rendere via via accessibili gli sviluppi che la comunità di pratica promuove, e anche a consentire quell’apertura che costituisce uno dei tratti peculiari di tante comunità di pratica: accedere all’archivio dei report degli incontri è un modo per facilitare l’onboarding, per rendere accessibili le riflessioni, per accogliere innesti di persone e di esperienze nel corso del tracciato della comunità (Bacicchi e Maino, 2022).

Scritture per approfondire, riflettere, apprendere

Nel tracciato di una comunità di pratica possono entrare in gioco scritture prodotte e importate da altri contesti. Si tratta di scritture pertinenti con i temi che la comunità di pratica affronta o relative alla metodologia stessa di confronto e produzione di conoscenze che è la comunità di pratica. Rendere disponibili link, articoli, testi per approfondire è un modo per ampliare le possibilità di dialogo con contesti, autori, esperienze. Scritture che possono essere selezionate sia da chi facilita, sia da chi partecipa, che vengono messe a disposizione in una repository raggiungibile (in una cartella di Drive accessibile a tutte le persone coinvolte, su una lavagna di Miro aperta), raccolte per temi o collegate ai singoli incontri. Nel corso delle attività proposte per animare il confronto, una delle possibilità è quella di riprendere i materiali prodotti per svilupparli ulteriormente e renderli ancora più divulgabili e fruibili.

Scritture per raccontare in progress

Le scritture di sintesi che vengono via via prodotte possono validamente essere utilizzate per raccontare il processo partecipato che la comunità di pratica realizza, sia attraverso i media, sia attraverso i social. Il report di una sessione di lavoro può essere condiviso con altre persone della propria organizzazione o dei propri circuiti. Può diventare un post sul sito aziendale che aggiorna sul lavoro in corso. Selezionando le informazioni, si possono mettere a punto e pubblicare post sui social. Dalla sintesi degli interventi si possono prendere gli spunti per contributi più articolati, rielaborare slides e testi per momenti di formazione.

Scritture di documentazione e divulgazione per attestare e dare valore al lavoro comune

A conclusione del ciclo di lavoro delle comunità di pratica, può essere opportuno raccogliere quanto prodotto in documento complessivo, che riprenda i contenuti salienti, li riarticoli, li renda fruibili anche a chi non ha direttamente preso parte al percorso della comunità di pratica. Si tratta di curare scritture di documentazione per attestare il lavoro sviluppato, la collaborazione realizzata, la conoscenza tacita portata alla disponibilità di nuove occasioni di dialogo, le elaborazione esito della partecipazione. La predisposizione di un documento finale, editabile e pubblicabile, che sintetizza i contenuti emersi dal confronto in seno alla comunità di pratica dà conto degli investimenti in tempo e energie, documenta l’articolazione dei pensieri, può essere la base per materiali da divulgare o da riutilizzare nell’ambito di progetti e richieste di finanziamento.

Scritture prodotte da chi prende parte alla comunità di pratica

Chi partecipa alla comunità di pratica può trovare nella scrittura individuale o di gruppo uno spazio per amplificare il confronto. Non di rado, a partire dai contributi che vengono preparati e portati su specifici temi un esito collaterale è la scrittura di articoli che ulteriormente raffinano e articolano le riflessioni condivise. Si tratta di una scrittura che consente di sviluppare e dare forma alle conoscenze e agli apprendimenti che nascono dal confronto interno alla comunità. Si tratta spesso di scritture che documentano esperienze, le discutono, le riconsiderano con sguardo critico, che individuano elementi di evoluzione e proposte per avanzamenti possibili. Insieme a queste scritture in seno alle comunità nascono scritture per dare ordine e manifestare il pensiero, per prendere parola, esprimere impegni, tensioni, proposte: canvas, tableau, decaloghi, manifesti che – nel ricapitolare gli apprendimenti – riformulano le esperienze per portare alla discussione più ampia.

In questa breve rassegna abbiamo accennato ai molti modi a disposizione di chi attiva e di chi facilita le comunità di pratica. Servirsi della scrittura per rendere più ricchi gli intrecci e l’ingaggio reciproco (Pyrco et al., 2017) e accompagnare la scrittura per fare spazio alla qualità delle riflessioni consente dunque di facilitare l’attivazione dei partecipanti alla comunità di pratica, di mettere a disposizione materiali per ingaggiarsi e ingaggiare le proprie reti sociali e di mantenere connessi pensieri e immaginari nello sviluppo di una comune road-map di condivisione di esperienze e riflessioni.

Considerazioni sugli effetti delle scritture nelle comunità di pratica

La comunità di pratica è certamente uno spazio di parola e di relazioni. Le persone si incontrano nei momenti informali (spesso sottovalutati nel loro potenziale di condivisione) e nei momenti strutturati, portano esperienze, ascoltano, discutono, pensano individualmente e in gruppo, condividono idee, formulano ipotesi e possibili linee di azione. Conoscenze tacite, informali, operative, che provengono dal campo, che sono l’esito di ripensamenti su accadimenti, esperienze, scelte e soluzioni vengono immesse in uno spazio gruppale, vengono considerate, investigate. Questo lavoro elaborativo viene potenziato dalle scritture che lo anticipano, lo sostengono, lo accompagnano, lo visibilizzano, lo precisano e lo trasformano ulteriormente. La scrittura è un acceleratore nella costruzione di pensieri e conoscenze condivise.

Volendo ricapitolare le funzioni operative che la scrittura svolge (può essere chiamata a svolgere intenzionalmente) nei processi di accompagnamento e facilitazione di comunità di pratica e di apprendimento, possiamo indicarne sei:

  1. la scrittura rende presente ciò che viene proposto, ciò che si fa insieme, ciò che si è prodotto come distillato collettivo;
  2. la scrittura aiuta a pensare, a discutere, a confrontarsi: la ricchezza di apporti e di scambi sfugge se non si attrezzano scritture-settaccio che fermano spunti utili, da riutilizzare, da rimettere in circolo;
  3. la scrittura collega, connette, tiene agganciati: è necessario sostenere il progressivo avanzare della comunità di pratica, con scritture di raccordo, di promemoria, di riaggancio, di ripresa e rilancio dei temi, viceversa una comunità di persone in dialogo può perdere il filo del discorso;
  4. la scrittura consente di raccontare e condividere: le sintesi e i report delle singole sessioni di lavoro, corredati da qualche foto scattata nel corso degli incontri, diventano una base per documentare il procedere dei lavori, i temi affrontati, i pensieri che scaturiscono dal confronto guidato che la comunità di pratica attiva.
  5. la scrittura attesta, ricapitola, mette a disposizione i risultati che un itinerario di confronto ha ricercato e prodotto: per questo avere cura di redigere una sintesi conclusiva e di condividerla è importante, una sintesi che lasci traccia dell’impegno collettivo e dei risultati scaturiti dall’intreccio di esperienze;
  6. la scrittura è presa di parola: consente di manifestare pensieri, proposte, prospettive, ci proiettare nel futuro intenzioni e desideri, di prendere posizione.

Può esistere una comunità di pratica più leggera, che si muove in prevalenza sul registro dell’oralità? Certo. Le forme e le soluzioni per animare comunità di pratica possono essere molte, i registri operativi svariati. Alcune scritture sono irrinunciabili e altre sono opportunità da mettere in campo per alimentare, strutturare e consolidare il lavoro di scambio e confronto nel tempo che le comunità di pratica attivano e producono. Le diverse scritture e la scrittura condivisa contribuiscono a mantenere lo slancio delle comunità di pratica grazie al loro valore attivante, ingaggiante e connettivo.

Per approfondire