9 ' di lettura
Salva pagina in PDF

Un canvas per la comunità di apprendimento

In questo contributo vogliamo raccontarvi di un canvas sviluppato come strumento per supportare l’avvio, lo sviluppo, l’operatività e la produttività della comunità di apprendimento nate intorno al bando Capitale naturale. Connessioni ecologiche e servizi ecosistemici per la tutela della biodiversità (2018-2021) di Fondazione Cariplo. Tale bando sostiene l’azione di cinque partenariati locali:

  • Capitale naturale nel Monte di Brianza (provincia di Lecco);
  • Corridoi insubrici: network a tutela del capitale naturale insubrico (provincia di Varese);
  • Ecopay Connect 2020: sistema ambientale Garda-Mincio-Oglio in rete verso i servizi ecosistemici (province di Brescia e Mantova);
  • Dal Lura alle Groane e alle Brughiere, dal Seveso al Parco Nord: fiumi e parchi in rete per erogare servizi ecosistemici alla città diffusa (province di Como e di Monza e Brianza);
  • Source 2.0: strategia operativa unificata per il rafforzamento delle connessioni ecologiche (province di Como e Varese).

Il bando Capitale naturale ha due focus strategici. Il primo riguarda la promozione delle azioni dirette che impegnano ciascun partenariato nel proprio territorio operativo – e cioè la valorizzazione del capitale naturale locale, l’identificazione e la protezione delle funzionalità ecosistemiche, lo studio e la sperimentazione di modalità di pagamenti per servizi ecosistemici. Il secondo consiste in un’azione trasversale di scambio di conoscenze ed esperienze, di confronto su problemi e modalità di intervento localmente individuate. Per dar corso a questo secondo focus si è costituita la comunità di pratiche, animata dai gruppi di coordinamento dei cinque partenariati, con l’obiettivo di socializzare, approfondire, riconsiderare i know-how sviluppati e di disseminare le competenze operative attraverso articoli brevi, post divulgativi, schede informative, e un testo di sintesi conclusivo. Ecco dunque le ragioni del Learning Community Canvas, strumento messo a punto per accompagnare la comunità di pratiche del bando Capitale naturale. Nel contributo che segue cercheremo di raccontarvi i passaggi che hanno determinato il suo sviluppo e, per meglio aiutarci nella comprensione degli stessi, vi proponiamo di seguito un breve glossario utile ad orientarsi.

 


Canvas
I canvas sono mappe visuali (poster) che presentano in una visione di insieme le questioni da affrontare. Si tratta di cataloghi spaziali che sottopongono al gruppo dei soggetti coinvolti temi da sviluppare e mettere in relazione con l’obiettivo di favorire lavoro di confronto, ideazione, elaborazione e scrittura. I canvas costituiscono guide per discutere e approfondire contenuti, aprono alla possibilità di oltrepassare la cornice di senso offerta, sono dispositivi per ingaggiare e promuovere partecipazione nel costruire risposte a problemi complessi (Cau e Maino, 2019).

Capitale naturale
L’intera riserva di beni naturali (organismi viventi, aria, acqua, suolo e risorse geologiche e ambientali) che contribuiscono a fornire beni e servizi di valore, diretti e indiretti, per gli esseri umani e che sono necessari per l’esistenza dell’ambiente stesso da cui sono generati (D’Amen, 2019).

Comunità di pratica
Rete sociale collaborativa paritetica promossa da chi vi prende parte volontariamente o costituita da una o più organizzazioni, per promuovere condivisione di conoscenze esplicite, confronti professionali, scambio di esperienze tacite, costruzione di competenze, risposte a problemi di comune interesse, elaborazioni su questioni rilevanti per chi vi partecipa o ne promuove l’attività. Le comunità di pratica sono aggregati – informali o formalizzati – aperti, che ammettono forme di interazione differenziata ma che richiedono il mantenimento di contatti e supporto reciproco fra i membri in relazione ai temi aggreganti (Scotti e Sica, 2010).

Servizi ecosistemici
L’insieme delle componenti dell’ecosistema, i suoi processi e funzioni costituiscono i servizi ecosistemici. Essi possono essere di interesse globale (ad esempio il mantenimento della composizione chimica dell’atmosfera) o locale (ad esempio il consolidamento del suolo o la funzione ricreativa dell’ambiente). I servizi ecosistemici costituiscono un valore pubblico poiché forniscono agli abitanti di un territorio, benefici essenziali e insostituibili. In alcuni casi i servizi ecosistemici sono il risultato non solo di processi ecologici, ma della loro interazione con processi sociali e culturali, attraverso una co-evoluzione storica di usi, regole d’uso, norme sociali e processi naturali (D’Amen, 2019).

Pagamenti per servizi ecosistemici
Uno schema di pagamento per i servizi ecosistemici (PES) può essere definito in generale come un accordo volontario e condizionato fra almeno un fornitore (venditore del servizio) e almeno un acquirente (beneficiario del servizio), di un ben definito servizio ambientale. Generalizzando si tratta di una serie di meccanismi di mercato che permettono di tradurre valori ambientali in reali incentivi finanziari per gli attori locali affinché essi promuovano il mantenimento della funzionalità ecologica del territorio di interesse (D’Amen, 2019).



Logica del Canvas per facilitare comunità di apprendimento

Impianto del Learning Community Canvas è un poster che presenta un ingresso e un’uscita, e tre percorsi paralleli disegnati su tre piani, come mostra l’impianto logico riprodotto nella figura 1. Di norma i canvas sono poster rettangolari di dimensioni variabili (in genere intorno a 100 cm di larghezza per 70 cm di altezza, anche se possono venire riprodotti in formato A3). Si presentano come mappe visuali delle questioni da affrontare. A ciascuna questione viene riservato uno spazio, un campo tematico nel quale poter inserire considerazioni, spunti, idee. I canvas esplicitano la loro finalità nel titolo: nel caso oggetto del presente contributo, il tema da affrontare è la costituzione di una comunità di pratica e di apprendimento.

Per favorire la comprensione della sua struttura logica presentiamo i singoli contenuti del canvas. Il canvas si apre con il titolo – Learning Community Canvas: Canvas della comunità di apprendimento – e con un sottotitolo che esprime l’intenzione dello strumento: viene messa a disposizione una mappa per animare la comunità di pratica. Subito a sinistra viene esplicitato il concept che ispira lo strumento: la comunità di pratica fa incontrare persone, intreccia esperienze, promuove scambio di saperi, accresce competenze, genera apprendimenti, apre a nuove relazioni e il Learning Community Canvas è lo strumento per visualizzare i passaggi chiave che servono ad animare la comunità di pratica, indicando come coinvolgere le persone, formulare nuove conoscenze, condurre il gruppo di lavoro (si richiamano brevemente così le tre linee di azione principali).

I campi tematici del canvas rimandano alle fasi da affrontare in un percorso di animazione di una comunità di apprendimento, non necessariamente da accompagnare secondo l’ordine proposto dal canvas. Vengono indicati un lavoro di avvio per ideare e progettare la comunità di apprendimento (costituire il gruppo promotore, identificare le questioni da affrontare, dotarsi di energie e risorse necessarie), un lavoro di visibilizzazione delle attività e dei prodotti realizzati (concordare e realizzare prodotti di sintesi, programmare e svolgere attività pubbliche, disseminare quanto realizzato nella discussione pubblica), e tre macro processi che attraverso il canvas si suggerisce di governare. Ciascun processo presenta indicazioni generali da sviluppare, precisare, mettere a punto.

La cura della promozione è strutturata in tre campi tematici:

  • coinvolgere: si tratta di individuare le modalità per accogliere persone e le organizzazioni, per legittimare il gruppo e il lavoro di gruppo in avvio, per far sentire parte di un processo impegnativo;
  • raccontare: si tratta di individuare un nome che identifichi la comunità di pratica, di curare la comunicazione tra le persone e le organizzazioni che compongono la comunità di pratica, ed anche la comunicazione esterna rivolta a soggetti interessati.
  • accompagnare: per sostenere i processi di promozione e coinvolgimento, insieme a narrazioni mirate è necessario ripartire i compiti distribuendo la responsabilità di coinvolgimento, incoraggiare condivisioni e restituzioni con le reti di provenienza delle persone che fanno parte della comunità di apprendimento, riconoscere e apprezzare i contributi e i nuovi apporti che vengono resi disponibili.

L’attività di elaborazione di nuove idee e di nuovi contenuti presenta tre ulteriori passaggi chiave:

  • distillare: per promuovere conoscenze nuove è necessario riconoscere ciò che costituisce già un patrimonio di saperi, identificare le questioni che sfuggono, non si conoscono, sono confuse, per poi individuare ciò che si è interessati ad approfondire;
  • confrontare: per approfondire, ampliare, connettere, intrecciare, mettere alla prova ipotesi, idee, contenuti è necessario immaginare come promuovere momenti di confronto che consentano di chiarire precomprensioni, rappresentazioni e ipotesi guida, come attivare momenti in presenza e a distanza per esaminare e discutere temi specifici, come prefigurare le modalità di gestione delle criticità, delle divergenze, degli impasse, delle forme di produzione e di attribuzione dei risultati;
  • produrre: l’attività di una comunità di pratica comporta anche la produzione di conoscenze nuove, lo scambio di competenze e la generazione di nuovo know-how, l’impegno a darsi man forte nell’affrontare problemi complessi, concreti, significativi per chi è ingaggiato nella comunità.

Il lavoro di conduzione – tracciato nel terzo macro processo – mira a sollecitare l’identificazione di indicazioni per facilitare le attività di supporto e guida della comunità di apprendimento. Di seguito gli epicentri di attenzione sollecitati dal canvas:

  • accordarsi: è necessario che chi partecipa possa contribuire a definire gli accordi operativi, in particolare è importante che chi prende parte alla comunità porti il proprio contributo nella fase di scelta dei temi di ricerca e approfondimento, che possa considerare e suggerire le modalità di animazione della comunità, e che quindi le regole di ingaggio siano esplicite, esito di accordi alla definizione dei quali sia possibile dare un contributo;
  • programmare: pensare a un piano di lavoro – pur con le elasticità e il gusto di far fronte agli imprevisti – comporta ponderare i carichi di lavoro e quindi dedicare tempo alle attività di preparazione e a condividere l’impostazione della regia: si tratta ovviamente anche di prefigurare la gestione del tempo e quindi di mettere a punto un calendario, anche solo per identificare periodi, fasi, momenti di maggiore intensità operativa.
  • dotarsi di strumenti operativi e cioè interrogarsi sulle esigenze di spazi fisici e virtuali per consentire interazioni produttive, individuare le tecniche e saperle utilizzare per facilitare il lavoro in piccoli o grandi gruppi.


Come usare il
Learning Community Canvas

Il Learning Community Canvas può essere usato:

  • in gruppo o individualmente, per raccogliere le idee e non farsele sfuggire, in una unica sessione o in sessioni successive per accompagnare in progress sviluppi e ripensamenti sui contenuti che vanno prendendo forma;
  • per tenere attiva e focalizzata la comunità di pratica e per monitorare progressi, risultati o difficoltà da tematizzare e decidere gli approfondimenti da intraprendere;
  • per registrare risultati progressivamente raggiunti nel promuovere la comunità in apprendimento, come mappa degli inciampi che la comunità deve affrontare, come griglia per suggerire strumenti di coinvolgimento e partecipazione.

Il Learning Community Canvas e più in generale i canvas sono strumenti che mirano ad attivare la partecipazione: fornendo una cornice delle questioni a tema, indicando questioni da definire e da trattare, sollecitando apporti, idee, suggerimenti operativi e concreti. Le istruzioni per l’uso sono dunque importanti per facilitare il lavoro delle persone coinvolte. Nel caso del Learning Community Canvas le indicazioni sono riportate direttamente a lato del post e ricordano che si tratta di uno strumento che promuove e offre supporto alla comunità di pratica, che mira a favorire l’attività di ideazione, promozione, elaborazione, conduzione e visibilizzazione della comunità in apprendimento.

Appeso a una parete o disposto sul tavolo, è possibile lavorare direttamente sul canvas, servendosi di post-it, o – viceversa – servirsi del canvas come di una guida concettuale per fissare le riflessioni individuali, di coppia o che scaturiscono dal confronto in gruppo su una diversa superficie seguendo lo schema suggerito o introducendone uno alternativo. Le stesse domande suggerite dal canvas possono essere considerate nell’ordine in cui vengono presentate o secondo sequenze libere, dettate dall’interesse, dall’urgenza, dalla prendibilità che le persone coinvolte attribuiscono agli spunti forniti: a dispetto della struttura a matrice, il canvas non suggerisce una ricerca necessariamente ordinata e non produce risultati lineari. Proprio la possibilità di spaziare, di muoversi secondo i più diversi tracciati, consente di avviare le riflessioni con maggiore libertà (a volte percepita in avvio come disordinata). Una articolazione sequenziale dei temi viene in genere costruita una volta terminato il confronto elaborativo in gruppo per aggregare i contenuti sviluppati.


Versatilità del Canvas

I canvas sono strumenti per favorire la partecipazione, attivare lo scambio di punti di vista, innescare relazioni costruttive e propositive, alimentare lo sviluppo di competenze professionali. La visualità sinottica consente di leggere le interdipendenze, di collegare fra loro nuclei concettuali, di promuovere influenze e connessioni. I canvas creano uno spazio di visibilizzazione del pensiero di gruppo e rappresentano lo sforzo progressivo che il gruppo compie nel costruire idee condivise, come cartografie degli scambi e degli apprendimenti che il gruppo è in grado di promuovere, orientano e facilitano la discussione fra le persone che si servono dello strumento senza predeterminare una gerarchia di questioni. Del Learning Community Canvas e dei canvas in generale sottolineiamo tre caratteristiche.

Adattabilità. Il Learning Community Canvas è utilizzabile in contesti diversi, adattandolo alle esigenze di comunità di scambio interessate a riconsiderare le pratiche professionali, consolidare e sviluppare nuove competenze e conoscenze, attivare confronti collaborativi e scritture collettive. Può essere adoperato per progettare comunità di apprendimento partecipate da persone con i medesimi profili professionali, per aggregare soggetti che fanno parte di reti o organizzazioni differenti, per promuovere all’interno di una stessa organizzazione la socializzazione di attività di interesse comune e il dialogo fra operatori di servizi o équipe diverse.

Modificabilità. Il Learning Community Canvas è modificabile, può essere trasformato, sviluppato, integrato: è sempre possibile aggiungere campi tematici, il canvas prevede sia spazi per riportare risposte alle domande guida, sia spazi per introdurre nuove domande volte a identificare questioni pertinenti al contesto di impiego. Il canvas può dunque venire esteso introducendo nuove domande attivanti, volte a approfondire questioni non considerate. Nei canvas gli spazi bianchi sono essenziali per innescare riflessioni personali e collettive e nulla vieta che al poster si saldino nuovi fogli, nuovi campi tematici.

Progettabilità. Dalle considerazioni espresse è facile dedurre che non ci sono limiti alla progettabilità di cartografie che orientino la riflessione individuale, il confronto in gruppo, l’intreccio di valutazioni e proposte, che forniscano un tracciato elaborativo ai soggetti coinvolti, dall’allestimento delle condizioni di lavoro in gruppo, alla formulazione dei temi/problemi dai scandagliare, ai passaggi di elaborazione di possibili azioni o interventi. In fondo i canvas altro non sono se non cataloghi visuali complanari delle questioni e delle loro interdipendenze che investono i soggetti che interessati ad avviare ricerche sul campo e a confrontare saperi e ipotesi per formulare risposte costruite attraverso il confronto e la partecipazione, e come tali possono essere ripensati e ridisegnati per rispondere all’esigenza di confronto e di pensiero collettivo.

Clicca per ingrandire

 


Riferimenti

Cau M., Maino G. (2019), “Learning Community Canvas. Una mappa per animare comunità di pratiche”, in Quaderni di Economia Sociale, 1/2019 (in corso di pubblicazione).
D’Amen M. (2019), Scheda di presentazione del progetto Ecopay Connect 2020 redatta per la comunità di pratica del bando Capitale naturale, 23 aprile 2019.
Maino G. (2018), “Ipotesi-guida per l’avvio di comunità di apprendimento”, in Percorsi di Secondo Welfare, 1 novembre 2018.
Scotti E., Sica R. (2010), Community Management. Processi informali, social networking e tecnologie Enterprise 2.0 per la gestione della collaborazione nelle organizzazioni, Apogeo.
Wenger E., Snyder W.M., McDermott R. (2007), Coltivare Comunità di Pratica. Prospettive ed esperienze di gestione della conoscenza, Guerini e Associati.