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Le Fondazioni di comunità sono istituzioni filantropiche la cui mission è sostenere e sviluppare la qualità della vita di chi vive in un determinato territorio. Si tratta di enti che, attraverso strumenti e attività che incentivano l’opportunità e la possibilità di donare, puntano alla "democratizzazione della filantropia". In poche parole, operando come “catalizzatori” e “facilitatori” delle donazioni da e per la propria comunità, queste fondazioni intercettano e raccolgono risorse provenienti “dal basso”, le aggregano, le investono e, adottando un approccio multistakeholder, le destinano alle organizzazioni del terzo settore che meglio sanno rispondere ai bisogni emergenti sul territorio.

Nate a inizio Novecento negli Stati Uniti
, dove sono ormai un punto fermo della filantropia USA (hanno un patrimonio complessivo di oltre 84 miliardi $ e erogano annualmente quasi 7 miliardi $). Nel nostro Paese si sono diffuse grazie a Fondazione Cariplo che alla fine degli anni Novanta si propose di costruire tali realtà sul proprio territorio operativo per essere più vicina alle esigenze dei cittadini, coinvolgendoli maggiormente nella realizzazione di attività filantropiche. Grazie a Cariplo tra il 1999 e il 2006 sono nate 15 Fondazioni comunitarie, che hanno fatto da apripista alla diffusione del modello in altre parti d’Italia (al momento se ne contano 40 già attive, mentre 4 sono in fase di costituzione). Le Fondazioni comunitarie nate su impulso di Fondazione Cariplo hanno finora accumulato un patrimonio di oltre 262 milioni di euro e nel solo 2017 hanno erogato 29,4 milioni a favore di 2.856 interventi, che per circa la metà hanno riguardato l’ambito dei servizi alla persona (per approfondire la storia delle Fondazioni di comunità si rimanda a questa recente ricerca sul tema).

Pochi mesi fa – l’8 febbraio 2019 è stata presentata ufficialmente la sedicesima Fondazione comunitaria nata nel solco di questo progetto: Fondazione di Comunità Milano. Costituita formalmente nel luglio 2018 – ma in realtà è operativa da più di un anno visto che ha varato un progetto ad hoc dedicato ai bambini ben prima di avere sede, dipendenti o budget- questa nuova realtà ha completato la diffusione di queste realtà in tutta la Lombardia e nelle province piemontesi di Novara e del Verbano Cusio Ossola, così come immaginato dai promotori di Fondazione Cariplo oltre venti anni fa.  Abbiamo discusso con Giovanni Azzone, già Rettore del Politecnico di Milano e attuale Presidente della Fondazione, di raccontarci i primi mesi di attività dell’ente e, soprattutto, aiutarci a capire quali prospettive di sviluppo saranno seguite in futuro.


Presidente, quali sono le prime attività avviate dalla Fondazione?

La Fondazione di Comunità ha messo in moto la macchina operativa, ha creato una struttura organizzativa, ha definito il modus operandi, ha avviato contatti con gli interlocutori istituzionali e le altre organizzazioni non profit, soprattutto ha portato avanti i progetti avviati e impostato nuove progettualità emblematiche per la mission della Fondazione.

Inoltre abbiamo avviato il confronto con gli stakeholder e i territori di riferimento, sto personalmente incontrando, con il Direttore Filippo Petrolati, i Presidenti dei 9 Municipi milanesi e i Sindaci delle aree Sud Est e Sud Ovest della Città Metropolitana per illustrare la missione, il modello di intervento e gli strumenti che può mettere a disposizione una Fondazione di Comunità, soprattutto abbiamo ribadito la volontà di porci in ascolto delle comunità locali e di conoscere da vicino i territori sui quali siamo impegnati ad operare. Il confronto è stato molto proficuo, ha permesso di esaminare bisogni e specificità del contesto urbano e sociale; in particolare i Sindaci dei Comuni hanno messo in evidenza i temi della valorizzazione del territorio (tutela dei beni storici, produzione agricoltura, salvaguardia dell’ambiente, il Parco Sud Milano); la rivitalizzazione di spazi pubblici abbandonati o degradati, e dei beni confiscati; le potenzialità derivanti dal sostegno all’imprenditoria giovanile (start up, agricoltura sociale e turismo). Altrettanto utile è stato il confronto con le associazioni di categoria – Assolombarda, Confartigianato e Confcommercio – e con Assolombarda è già in corso una collaborazione per una ricerca sulla CSR delle imprese dell’area.

Sul fronte dei progetti la Fondazione ha iniziato a muoversi già prima della propria costituzione. Il Comitato Promotore – ovvero il gruppo di persone che accompagnato le fasi di costituzione della Fondazione definendo lo Statuto – aveva individuato nei bisogni dei bambini e nel diritto al gioco per tutti, una priorità d’interesse generale. In questo senso è stato avviato il progetto Gioco al Centro – Parchi gioco per tutti, che si propone di realizzare, in collaborazione con il Comune di Milano, aree attrezzate con giochi accessibili in ciascuno dei nove Municipi milanesi. L’iniziativa si avvale delle competenze delle Associazioni Delegate al Tavolo permanente Disabilità; in particolare L’abilità, ANFFAS Milano, i UILDM e LEDHA Milano, UICI e dell’esperienza internazionale di InterCampus. La finalità è duplice: consentire a tutti i bambini di condividere l’esperienza del gioco e sensibilizzare grandi e piccoli affinché si sviluppi uno sguardo rispettoso e attento nei confronti di chi è diverso da sé. Il progetto unisce all’intervento strutturale – la creazione fisica delle aree gioco – dei laboratori educativi nella scuola primaria e dell’infanzia. Il primo Parco Giochi accessibile è stato inaugurato nell’aprile 2018 ai Giardini Montanelli, Municipio 1, il secondo è stato inaugurato il 15 giugno scorso ai Giardini di Villa Finzi, Municipio 2; stiamo già lavorando al terzo Parco Giochi, per essere pronti in autunno, ai Giardini di Via Martinetti, Municipio 7. 

Attrezzare le area giochi con attenzione e cura richiede un impegno significativo per questo la Fondazione di Comunità ha attivato un Fondo Solidale dedicato per raccogliere la solidarietà di privati cittadini, di imprese ed enti che condividono le finalità del progetto. Un fondo per far giocare insieme i bambini: un appello che lanciamo oggi a tutti i cittadini di Milano, affinché si uniscano a noi, con grandi e piccole donazioni.

Ma oltre a Gioco al Centro avete già iniziato a impegnarvi concretamente anche su altri fronti…

Esatto. La Fondazione pochi mesi dopo la propria presentazione ufficiale ha lanciato il suo primo bando. Si chiama il Bando 57 (dal numero di Comuni a cui è rivolto, quindi Milano e i 56 Comuni dell’hinterland su cui opera la Fondazione, nda) e ha l’obiettivo di sostenere i progetti capaci di generare cambiamenti positivi e rafforzare collaborazioni e legami fra coloro che vivono e operano nel territorio in vari settori di intervento: assistenza sociale e socio-sanitaria, istruzione e formazione, sport dilettantistico, tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale, storico e artistico, promozione dell’arte e della cultura e tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente. Bando 57 rappresenta un’opportunità per conoscere le esigenze che emergono dai cittadini, ci offre anche un quadro d’insieme delle organizzazioni non profit attive sul territorio e di come vengono interpretate le istanze delle comunità.

Il Bando si è chiuso l’8 maggio scorso, con una risposta davvero significativa: oltre 180 progetti presentati che prevedono un investimento potenziale di circa 17 milioni di euro. Ora è in corso la fase di valutazione che non si presenta per nulla facile, sia per la varietà dei progetti, sia per la necessità di selezionare per far fruttare al meglio le risorse che la Fondazione può mettere a disposizione.
 

Milano è una città ricca e con una rete articolata di organizzazioni non profit, qual è il ruolo che può svolgere una Fondazione di Comunità?

Il compito della Fondazione è sfidante sia per il numero dei residenti (circa 2,1 milioni), sia per l’articolazione del territorio che comprende tutta la città di Milano e 56 Comuni delle aree Sud Ovest, Sud Est e Adda Martesana della città metropolitana.

In questi anni il capoluogo lombardo e il suo hinterland si sono sviluppati molto dal punto di vista economico, sociale e culturale, ma proprio per tale ragione sono cresciute anche le sfide da affrontare. Per approfondire questi aspetti la Fondazione ha realizzato in collaborazione con il Centro Studi PIM una ricerca ad hoc, che ha portato alla realizzazione di un Atlante socio-economico della nostra area di attività.

Sono emersi punti di attenzione (raccontati anche dal giornalista Francesco Costa in un interessante reportage realizzato da Piano P, nda). È cambiata ad esempio la composizione e la distribuzione della popolazione – si assiste a un progressivo invecchiamento dei residenti storici, ma al contempo cresce la popolazione dei giovani attratti dall’offerta universitaria e lavorativa e aumentano i city users (coloro che si recano in città solo per lavorare) e turisti – e molte sono le questioni legate all’occupazionale – la città registra tassi di disoccupazione più bassi rispetto al resto del Paese e della Regione, ma non vanno sottovalutati fenomeni come precarietà e working poor – e di integrazione culturale degli stranieri (che a Milano città sono quasi il 20% della popolazione).


Il territorio operativo della Fondazione di Comunità Milano

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Notevoli sono le differenze interne al territorio con Comuni ad alta densità abitativa e produttiva e altri con grandi aree agricole, che si caratterizza per la presenza di un patrimonio storico-architettonico significativo per diffusione e valore. La situazione socio-demografica evidenzia condizioni di benessere e di buona qualità di vita, accanto a realtà di debolezza o addirittura di marginalità, che a volte si intrecciano entro uno stesso Comune. Luci e ombre, aree di sviluppo e aree in sofferenza, forme di polarizzazione sociale che il compimento del processo di trasformazione verso la Città Metropolitana dovrebbe affrontare anche attraverso il rilancio del Piano Strategico metropolitano del triennio 2019-2021.

Nonostante alcuni squilibri, negli ultimi anni si è assistito allo sviluppo di politiche istituzionali e iniziative dal “basso” finalizzate a ricucire una trama sociale e territoriale che, soprattutto a causa della lunga crisi si è parzialmente “smagliata”. Queste indicazioni sono importanti per la Fondazione di Comunità Milano che intende diventare un punto di riferimento degli interlocutori pubblici e privati interessati a cogliere ogni opportunità di progresso civile ed economico per il benessere della comunità. Fa parte della vocazione di una Fondazione di Comunità e la nostra ha gli strumenti per farlo.


Ci spiega meglio quali sono questi strumenti?

La Fondazione può favorire la collaborazione e integrazione di risorse, energie e competenze già presenti sul territorio, rigenerando legami sociali e di solidarietà secondo un modello di intervento bene preciso.

Il modello di intervento della Fondazione di Comunità Milano

 

È evidente che l’azione della Fondazione sarà tanto più efficace quanto più riuscirà ad aggregare risorse. Per questo la Fondazione può attivare i Fondi Solidali – strumento tipico delle Fondazioni di Comunità – che oggi trova impulso nella nuova tendenza dei DAF – Donor Advised Fund, strumenti di intermediazione filantropica (diffusi in USA e paesi anglosassoni), rivolti a chi vuole superare la logica della beneficenza generica, alle persone e alle imprese che hanno degli obiettivi filantropici e di CSR e vogliono essere parte attiva delle cause sociali di loro interesse. La Fondazione ha anche la possibilità di catalizzare la solidarietà diffusa e raccogliere piccole donazioni intorno ad un tema/progetto comune, oppure all’iniziativa di un’area o un territorio. Attraverso i Fondi Solidali il donatore può definire la finalità di utilità sociale, con la massima flessibilità (il donatore può scegliere nome, importo, finalità, durata, gestione, destinazione, visibilità o anonimato), semplicità (operatività immediata, gestione amministrativa e burocratica), efficienza (benefici fiscali, economie di scala), efficacia (conoscenza, trasparenza, monitoraggio e rendicontazione dei progetti).Si può dire che il donatore può avere una “propria Fondazione” all’interno della Fondazione di Comunità, evitando la burocrazia e i costi di costituzione e ottimizzando la fiscalità. E soprattutto senza oneri e costi aggiuntivi per il servizio che la Fondazione assicura. Sono già attivi alcuni Fondi Solidali destinati a sostenere progetti promossi dalla Fondazione o costituiti da privati cittadini per proprie finalità.

Può anticiparci i programmi futuri della Fondazione di Comunità Milano?

La nostra Fondazione ha l’obiettivo di presidiare tutto il proprio territorio e di diventare un interlocutore credibile per la propria comunità, dobbiamo quindi agire con interventi tangibili, concreti, che incidono sulle esigenze quotidiane delle persone, questo comporta la necessità di essere nel contempo selettivi ed efficaci. Stiamo lavorando a progetti emblematici molto coerenti con la nostra missione, in particolare un’iniziativa di valorizzazione ambientale ad est del nostro territorio ed un progetto di formazione e inserimento professionale per giovani in situazione di fragilità.

Inoltre per noi in questa fase è imperativo costituire il patrimonio della comunità perché se la Fondazione di Comunità Milano raccoglierà 5 milioni di euro in donazioni patrimoniali ne riceverà 10 da parte di Fondazione Cariplo. Nel suo primo CdA la Fondazione si è data un traguardo ambizioso: raccogliere 1 milione di euro all’anno, per vincere la sfida in 5 anni e costituire un patrimonio di 15 milioni di euro da qui al 2025. Questo significa diventare riferimento dei cittadini, delle imprese e degli enti che vogliono partecipare alla vita della comunità, che credono nelle relazioni tra le persone e nella solidarietà e sono disponibili a unirsi a noi per costruire una comunità forte e coesa.


Per approfondire

Il sito di Fondazione Comunità Milano