Conciliazione

Con il termine “conciliazione vita-lavoro” si fa riferimento a un vasto insieme di politiche attuate dallo Stato o promosse da enti privati per permettere alle persone di raggiungere un maggiore equilibrio tra tempi personali e professionali.

Si tratta di un ambito sempre più importante per il welfare, poiché lo sviluppo di politiche di conciliazione permette di accrescere il benessere delle persone, raggiungere la parità di genere e, più in generale, sostenere la crescita del Paese.

Efficaci interventi di conciliazione vita-lavoro, infatti, oltre a giocare un ruolo di primo piano nel sostenere la partecipazione femminile al mercato del lavoro, favorire l’uguaglianza uomini-donne e garantire lo sviluppo economico possono contribuire ad affrontare le grandi sfide attuali delle nostre comunità, quali ad esempio i mutamenti demografici e la povertà educativa.

Di seguito i nostri articoli sul tema.

Il fatto che l’Italia stia invecchiando è ormai chiaro a tutti. Meno chiare sono forse le conseguenze che questo trend demografico comporterà per il nostro Paese nel medio-lungo periodo, in particolare sul welfare. L’Alleanza per l’infanzia, un nuovo network di associazioni, rappresentanti della società civile e studiosi, ha individuato tre strade da seguire per cercare di cambiare la situazione. Ne parliamo nella nostra ultima inchiesta per Corriere Buone Notizie.
Tra le tante prove di stress a cui l'Italia è sottoposta in questi giorni ve n'è una che fornirà materia di riflessione a tutti gli studiosi di organizzazioni e a qualche ingegnere informatico. Riguarda i lavoratori che in due settimane hanno dato vita al più rapido esperimento di smart working del mondo occidentale. Francesco Gaeta ci offre alcune osservazioni "in diretta", di cui dovremo fare tesoro.
Secondo il Censimento permanente delle imprese di ’Istat, nel 2019 oltre la metà delle aziende italiane con più di tre dipendenti ha adottato almeno una misura per il sostegno della genitorialità e della conciliazione vita-lavoro. Tra le politiche più diffuse ci sono la flessibilità oraria e la previsione di permessi familiari e parentali extra rispetto a quelli previsti dalla legge. Ve ne parliamo in questo approfondimento.
Lo scorso 25 febbraio il Governo ha espresso alcuni chiarimenti in merito all'applicazione dello smart working in modalità semplificata per le imprese situate nelle zone a rischio contagio da Coronavirus. In particolare, sono interessate dal Decreto le aziende con sede in Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli, Emilia Romagna e Liguria; sarà inoltre possibile applicare questa misura fino al 15 marzo, inviando solo l'informativa sulla sicurezza.
In Provincia di Oristano è nato un accordo territoriale finalizzato a promuovere una maggiore integrazione tra le offerte del welfare pubblico e quelle del welfare aziendale e contrattuale. Il progetto, tra i primi di questo genere realizzato in una regione del Sud, prevede la creazione di una piattaforma accessibile dai cittadini e dai dipendenti delle imprese e la presenza di sportelli territoriali che forniranno informazioni e servizi di counselling.
Gli ultimi dati Istat confermano una drammatica tendenza demografica per l'Italia. Nel nostro Paese ci sono infatti sempre meno nascite e un aumento della popolazione anziana. Se viste in prospettiva, tali dinamiche potrebbero avere delle conseguenze molto pesanti per la sostenibilità del nostro welfare state. Ma è ancora possibile "invertire la rotta". Ve ne parliamo in questo approfondimento.
Quanto è cresciuto negli ultimi anni il mercato legato ai beni e ai servizi per i dipendenti delle imprese? Chi sono e cosa fanno i provider di welfare aziendale? Quali possono essere le ricadute per il territorio e l'economia locale? Quali i rischi e le criticità? Abbiamo riflettuto di questi temi in un'inchiesta pubblicata lo scorso 4 febbraio su Corriere Buone Notizie. Qui trovate l'articolo di contesto di Paolo Riva.
Il welfare aziendale è un fenomeno in forte crescita. Sono infatti sempre di più le imprese che adottano misure e servizi per i propri collaboratori e le loro famiglie. Proprio per questo è sempre più importante concentrarsi su quello che può essere l'impatto sociale delle politiche di welfare di natura occupazionale. Ne parla Federico Razetti a commento della nostra inchiesta pubblicata su Corriere Buone Notizie.
Comunemente si ritiene che le prestazioni e i servizi di welfare occupazionale siano destinati esclusivamente ai lavoratori dipendenti. In alcuni casi però anche i lavoratori autonomi hanno la possibilità di accedere a forme di welfare di natura integrativa. Proprio con lo scopo di sostenere i circa 5,5 milioni di liberi professionisti e autonomi, è stata creata una piattaforma per il welfare delle Partite Iva. Ecco di cosa si tratta.
Un numero sempre maggiore di italiani si trova a dover gestire carichi di cura familiare. Secondo una recente indagine promossa dal provider di welfare aziendale Jointly e realizzata dall'Università Cattolica di Milano, oltre il 30% dei lavoratori dipendenti si prende cura di un proprio familiare non autosufficiente: spesso sono donne e con più di 50 anni. Ciò, ovviamente, impatta in maniera decisiva sulla loro carriera lavorativa. Ne parla Valentino Santoni.
Nibol è un'app che permette di prenotare una postazione di studio o lavoro nelle caffetterie, bar e altri spazi pubblici di Milano. Si tratta di una soluzione innovativa che porta a riflettere sulle opportunità (e le sfide) legate ai temi dello smart working, del telelavoro e, più in generale, della flessibilità organizzativa. Per saperne di più abbiamo intervistato Riccardo Suardi, fondatore di questa giovane start-up.
Anche quest'anno abbiamo voluto analizzare la Legge di Bilancio prendendo in considerazione alcuni dei principali ambiti di ricerca di cui si occupa il nostro Laboratorio: contrasto alla povertà, welfare aziendale, sostegno alla famiglia, housing sociale, accoglienza, lavoro e pensioni. Il quadro che emerge non è confortante: pur in presenza di alcune (poche) idee interessanti, le risorse stanziate per rispondere a rischi e bisogni sociali in questi ambiti restano limitate.
La Legge di Bilancio 2020 sul fronte dei bonus alle famiglie conferma la linea degli anni precedenti. I 600 milioni di euro stanziati, salvo qualche piccola novità, verranno utilizzati per rinnovare i vari bonus già esistenti nel 2019 tra cui bonus bebè, mamme domani e quello per l'asilo nido. Sembra dunque che bisognerà aspettare il 2021 per l'introduzione dell'assegno unico che accorperà in un unico contributo tutte le misure frammentate e una tantum attualmente attive.
La direttiva europea sul work-life balance approvata la scorso aprile rappresenta un passo importante nel processo di riforma delle politiche legate alla conciliazione vita-lavoro. Ma qual è l'attuale condizione dei principali Paesi europei su questo fronte? Quali sono le sfide comuni sul tema della work-life balance? Cerchiamo di rispondere a queste domande analizzando i risultati del report "Conciliazione vita lavoro: sviluppo di policy" curato da ANPAL.
Il Comune di Milano ha pubblicato un avviso rivolto alle imprese del territorio per l'acquisizione di manifestazione di interesse per il coinvolgimento in un percorso di formazione digitale per i dipendenti genitori e in uno di valutazione delle policy aziendali di conciliazione vita-lavoro. L'avviso - che scadrà il prossimo 31 gennaio - è parte del progetto europeo "MASP - Master parenting in work and life".
Secondo il nuovo rapporto del Centro Studi di Confindustria, nel 2019 il 60% delle imprese associate alla confederazione degli industriali ha avviato politiche di welfare aziendale. Il report stima una crescita importante di tutti i servizi di welfare messi a disposizione dalle imprese per i propri lavoratori, ma anche di misure come lo smart working. Persistono però delle differenze importanti rispetto alle dimensioni aziendali e al settore di appartenenza.
Nel nostro Paese il 36% di chi si licenzia lo fa a causa dell'incompatibilità tra i propri impegni di lavoro e le esigenze di cura dei figli. In particolare i ritmi di vita quotidiani, la mancanza di tempo e l'incertezza sul futuro starebbero allargando l'area dei bisogni delle famiglie. A questo si aggiunge spesso l'assenza di una rete familiare, i costi elevati di asilo nido e baby sitter e la mancanza di posti nelle strutture pubbliche. A dirlo è un'analisi dell'Unione europea delle cooperative, Uecoop).
L'Osservatorio Ocsel di Cisl ha pubblicato il nuovo Rapporto relativo alla contrattazione di secondo livello. Stando ai dati del documento, nel 2018 quasi il 40% degli accordi aziendali e territoriali prevedeva misure di welfare aziendale: si tratta di un incremento di oltre 15 punti percentuali rispetto al 2016. Permangono però alcune differenze tra le imprese. In questo articolo analizziamo i contenuti del Rapporto.
La Regione Lombardia ha approvato le linee guida per la definizione dei Piani Territoriali di Conciliazione 2020-2023. Il D.G.R. 2398/2019 prevede lo stanziamento di 3 milioni di euro nel corso del prossimo triennio per il finanziamento di progetti e politiche volte a promuovere interventi di welfare aziendale e di armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro, avviati da alleanze territoriali multi-attore.
Da gennaio a giugno 2020 si terrà a Torino un ciclo di incontri gratuito incentrato sui temi del welfare aziendale, conciliazione vita-lavoro, occupazione femminile e sviluppo sostenibile. Il percorso formativo è parte del progetto "Mutualismo, innovazione e coesione sociale. Secondo welfare... Per primi!" promosso dalla società di mutuo soccorso Solidea, in cui è coinvolto anche il nostro Laboratorio.
Negli ultimi anni il Gruppo Hera, multiutility che si occupa della gestione di gas, luce, acqua e servizi ambientali in alcune regioni del Centro e del Nord-Est, ha realizzato importanti investimenti nel campo del welfare aziendale e della conciliazione vita-lavoro. Tra le azioni più interessanti c'è il progetto "Politiche del buon rientro", destinato ai neo-genitori. Valentino Santoni ci racconta questo piano di welfare, per il quale Hera investe circa 5 milioni di euro l'anno.