#ImpreseInnovative

Le imprese possono essere attori fondamentali per la promozione di un futuro sostenibile. Ne sono un esempio l’impegno nella filantropia d’impresa e le iniziative di welfare aziendale, ma anche lo sviluppo di nuovi modi di lavorare, come smart working e coworking. Approfondisci il Goal 9 sul sito di ASviS.

Quello della sostenibilità è ormai un tema ricorrente nel dibattito pubblico. Per tale ragione, da giugno 2020 abbiamo scelto di approfondire i nessi tra i cambiamenti in atto nel welfare italiano e i 17 Sustainable Development Goals, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Lo dimostra il caso del Consorzio Solidarietà Sociale Forlì-Cesena, che oltre a offrire servizi al territorio oggi implementa anche varie misure per il benessere dei propri soci e collaboratori. Per la cooperazione sociale attrarre e trattenere risorse umane è sempre più importante e il welfare aziendale può offrire un importante supporto in questo senso. Anche quando le risorse a disposizione sono limitate.
Nel Lodigiano una semplice piattaforma online sta permettendo agli Enti pubblici e al Terzo Settore di costruire insieme un welfare territoriale. La pandemia ha fatto da acceleratore, ma ora la Bacheca Digitale gestita dall'Ufficio di Piano dell'Ambito di Lodi continua a essere uno strumento prezioso per la transizione digitale del sociale.
Dalle esperienze informali fino alle realtà più strutturate come cooperative di comunità e fondazioni di comunità: Michele Bianchi ci propone gli esiti di una ricerca che analizza le ragioni sociali, economiche e politiche che hanno determinato la crescita del Community Development nel nostro Paese.
A partire dall'evento di coprogettazione di WePlat, Marta Mainieri propone alcune riflessioni su opportunità e sfide che la costruzione di una community può lanciare alle piattaforme digitali di welfare.
Dopo le audizioni alla Camera, il Governo starebbe valutando di modificare ancora la soglia di detassazione dei fringe benefit per il 2023. L'idea è quella di prevedere per tutti i lavoratori e le lavoratrici una nuova soglia di 1.000 euro e introdurre un "bonus" di 660 euro per ogni figlio a carico.
L’evoluzione delle piattaforme digitali si presenta il più delle volte come un percorso fatto di traiettorie non lineari, che impone di guardare all’insieme degli attori che vi fanno parte superando la divisione dicotomica tra inventori e utilizzatori. Letizia Zampino, partendo da alcune evidenze che emergono dalla ricerca WePlat, propone alcune riflessioni sui processi di co-costruzione, anche in relazione allo sviluppo del secondo welfare.
Ad oggi non sappiamo se e quanto le piattaforme saranno in grado di influenzare dinamiche che riguardano, ad esempio, la non autosufficienza, la salute mentale e l'educazione. Ma come dimostra la mappatura realizzata dal progetto WePlat siamo di fronte a una maturità evolutiva che, almeno, permette loro di “giocare la partita”. Flaviano Zandonai individua alcune delle modalità con cui potrebbero dare il proprio contributo.
Si tratta di una figura sempre più richiesta dalle imprese italiane, in cerca di professionisti che possano sostenerle nel campo del welfare aziendale. Sergio Sorgi ci ha spiegato l'importanza di percorsi che offrano formazione di qualità per tutelare davvero il benessere di chi lavora e garantire la sostenibilità delle imprese.
Il progetto WePlat organizza un evento per fare il punto sulla ricerca e lavorare con le piattaforme che operano nel campo del welfare. Sarà l'occasione per capire insieme a progettisti e imprenditori quali specificità presenta questo settore e che comportamenti potrebbero essere adottati per operarvi positivamente. Appuntamento il 17 maggio a Milano in Fondazione Feltrinelli.
Ormai molte nuove realtà imprenditoriali nascono già con la missione della sostenibilità, anche perché gli investitori chiedono sempre più spesso che le performance ambientali e sociali ricevano attenzione. Marco Noseda propone alcune riflessioni a partire da una recente ricerca di Cariplo Factory, indicando anche alcuni casi concreti che descrivono il cambiamento in atto.
Molte di esse si configurano come agenti in grado di proporre nuove soluzioni attraverso una intenzionale ricombinazione dei sistemi di relazione tra diversi soggetti, facendo un utilizzo mirato di infrastrutture tecnologiche che agiscono proprio in tal senso. Sono alcune delle riflessioni che emergono dal progetto WePlat.
Il testo approvato dal Consiglio dei Ministri il 1° maggio conferma la volontà del Governo di usare la defiscalizzazione per sostenere le famiglie e incentivare la natalità. Il rischio però è che così si perda il valore sociale del welfare aziendale e la sua capacità di innovare il rapporto tra impresa e dipendenti. Anche in vista della riforma fiscale andrebbero ripensate le logiche degli interventi normativi, valorizzando la dimensione sociale e quella territoriale.
Nella scorsa programmazione diverse Regioni hanno utilizzato le risorse europee, soprattutto quelle del Fondo Sociale Europeo, per diffondere e sostenere progetti di welfare aziendale. Gli stanziamenti di Bruxelles per il 2021-2027 potrebbero essere utilizzati per finanziarie nuovi bandi e progetti, che però andrebbero strutturati sulla base di alcuni criteri chiari.
In un allegato del Documento di Economia e Finanza si fa riferimento al welfare aziendale come opportunità per sostenere la natalità e favorire la parità di genere e l'occupazione femminile. La visione, al momento, appare però molto ridotta.
I sistemi reputazionali delle piattaforme digitali oggi vengono intesi sempre più spesso come il cardine di un nuovo dispositivo di controllo sui servizi e su chi li offre. Ma come si declina questa dimensione nel campo del welfare, in cui il fulcro del lavoro sono le relazioni stesse? Ce ne parla Francesco Bonifacio in questo nuovo approfondimento curato dal gruppo di ricerca del progetto WePlat.
Un recente volume, a partire dall’analisi delle relazioni sociali e del lavoro nell’economia delle piattaforme, propone un modello di regolazione finalizzato alla tutela dei diritti fondamentali degli utenti.
Il termine "abilitare" permette di fare diverse riflessioni sulle piattaforme di welfare italiane. Abilitare significa infatti costruire un ambiente gradevole in cui muoversi facilmente e rapidamente, significa facilitare il matching fra domanda e offerta e, ancora, significa attivare logiche di community building. Marta Mainieri approfondisce questi aspetti.
Il progetto dell'Università degli Studi di Milano e Polis-Lombardia mette a disposizione 10 video-lezioni tenute da docenti ed esperti per approfondire tematiche centrali per la conciliazione vita-lavoro. Un armamentario di conoscenze su dimensioni che sono sempre più importanti per persone, organizzazioni e istituzioni.
In Italia le imprese salvate dai lavoratori sono ormai un’esperienza consolidata, come anche in Francia e Spagna. Ora, l’Unione Europea vorrebbe mettere in campo risorse per sostenerne la nascita e, soprattutto, garantirne la sostenibilità. Se ne è discusso in un convegno a Bruxelles.