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L’11 novembre scorso è stata ufficialmente presentata a Roma l’ “Alleanza contro la povertà”, un’iniziativa promossa da diverse realtà della società civile e delle istituzioni che hanno scelto di unire le proprie forze per chiedere al governo l’avvio di misure a carattere nazionale che affrontino un problema che, dati alla mano, è sempre più grave e drammatico.

I numeri della povertà assoluta in Italia 

Il fenomeno della povertà, ed in particolare quello della povertà assoluta, nel nostro Paese ha raggiunto numeri davvero impressionanti: oltre 4 milioni di persone residenti in Italia risultano oggi impossibilitate ad acquisire beni e servizi che permettano loro di mantenere uno standard di vita ritenuto “minimo accettabile". Nel giro di pochi anni la quota di coloro che si trovano in questa situazione di disagio è praticamente raddoppiata, passando dal 4.1% delle popolazione del 2005 all’8% del 2012.

Inoltre, se nel 2011 il fenomeno riguardava il 5.2% delle famiglie, nel giro di un solo anno questa quota è salita fino a raggiungere il 6.8%. L’incidenza della povertà assoluta è aumentata tra le famiglie con tre (dal 4,7% al 6,6%), quattro (dal 5,2% all’8,3%) e cinque o più componenti (dal 12,3% al 17,2%). Tra le famiglie composte da coppie con tre o più figli quelle in povertà assoluta sono passate dal 10,4% del 2011 al 16,2% del 2012, e se si tratta di figli minori il tasso dal 10,9% è salito al 17,1%. A essere colpite, dunque, non solo le tradizionali categorie a rischio (famiglie monogenitoriali, anziani soli, immigrati, etc.) ma anche segmenti della popolazione che sono scivolati in situazioni di disagio inedite.

Un’alleanza per contrastare la povertà assoluta

L’ “Alleanza contro la povertà” nasce col proposito di contrastare questa tendenza drammatica attraverso l’implementazione di misure a carattere nazionale che progressivamente possano raggiungere la totalità di coloro i quali si trovano in situazione di bisogno estremo. Nata da un’idea di Cristiano Gori, docente dell’Unversità Cattolica di Milano, l’Alleanza riunisce numerose realtà istituzionali e della società civile − Acli, Anci, Action Aid, Azione Cattolica Italiana, Caritas Italiana, Cgil, Cisl, Uil, Cnca, Comunità di S. Egidio, Confcooperative, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli Consiglio nazionale italiano Onlus, Fio-PSD, Fondazione Banco Alimentare, Forum nazionale del Terzo Settore, Lega delle Autonomie, Movimento dei Focolari, Save the Children, Jesuit Social Network − accomunate dalla convinzione che occorra unire le forze perché la situazione possa essere affrontata efficacemente.

L’obiettivo primario che si pone l’Alleanza è la creazione di un Piano nazionale contro la povertà che stabilisca un livello essenziale delle prestazioni sociali che devono essere garantite dallo Stato, e che preveda misure d’intervento che si basino su una logica non strettamente assistenziale, ma che anzi sostengano un atteggiamento attivo dei soggetti beneficiari. Tale Piano nella fase di realizzazione potrebbe essere finanziato attraverso fondi europei, ma a condizione che lo Stato si impegni a garantire le risorse necessarie nel momento in cui entrerà in regime.

Non sono tuttavia da escludere contributi finanziari provenienti da donatori privati, che anzi potrebbero assumere un ruolo particolarmente rilevante a sostegno del progetto. Il loro ruolo, tuttavia, dovrà essere complementare rispetto a quello dell’attore pubblico, chiamato come detto a garantire con proprie risorse il livello essenziale della prestazione. Da ultimo, il Piano dovrà essere capace di tutelare e valorizzare quelle esperienze proveniente dal terzo settore che, sviluppatesi nei vari ambiti territoriali, in questo periodo di difficoltà hanno contribuito a rispondere positivamente alle problematiche emergenti in ambito sociale.

Gradualità e inclusione

Nel corso della conferenza di presentazione Gianni Bottalico, Presidente delle Acli, ha sottolineato come il primo obiettivo dell’Alleanza sia quello di "far partire un piano di durata pluriennale che possa essere attuato seguendo il principio della gradualità”. La proposta, viste anche le ristrettezze finanziarie in cui versa il nostro Paese, è dunque di sviluppare il Piano progressivamente: il numero dei beneficiari si allargherà di anno in anno, così come il relativo finanziamento, fino a coprire la totalità di chi ha bisogno.

In questo senso, il Piano andrà ad aiutare dapprima chi ha maggiori necessità, per poi allargarsi a tutti gli altri: “ci interesseremo da subito ai più deboli, a coloro che versano in condizioni economiche più critiche, andando poi a coprire progressivamente chi sta meno peggio”. Come detto, inoltre, le misure che rientreranno nel Piano non mireranno solo a garantire contributi monetari ma anche a favorire, attraverso l’attuazione di misure complementari, l’inclusione di coloro che saranno oggetto del sostegno, con percorsi di formazione ad hoc.

Primo obiettivo: legge di stabilità

Il primo banco di prova per l’Alleanza sarà sicuramente l’approvazione definitiva della legge di stabilità. Nonostante le diverse proposte susseguitesi negli ultimi mesi – come il Reddito di inclusione sociale (Reis), proposto congiuntamente da Acli e Caritas all’inizio dell’estate, o il Sostegno per l’inclusione attiva (SIA), elaborato del gruppo di lavoro del Ministero del Welfare e presentato il settembre scorso, e la più recente ipotesi di Reddito di Cittadinanza avanza dal Movimento 5 Stelle – la finanziaria per l’anno venturo non prevede misure concrete in tal senso. Al di là dello stanziamento di 250 milioni da destinare al finanziamento della social card – che tra l’altro non è ancora stata affinata grazie all’analisi dei risultati delle sperimentazioni locali – l’esecutivo non ha infatti previsto misure universalistiche di contrasto alla povertà assoluta.

Il primo obiettivo in vista del 2014 sarà quello di introdurre una prima forma di erogazione monetaria e la concomitante erogazione dei servizi necessari ad acquisire nuove competenze o valorizzare quelle di cui i beneficiari sono già dotati. L’Alleanza inoltre mirerà a riconfermare quelle prestazioni nazionali sperimentali esistenti, come ad esempio la già citata social card. Altro obiettivo fondamentale sarà quello di evitare la cosiddetta “guerra tra poveri”, ovvero evitare che le risorse necessarie alla povertà assoluta vengano reperite andando ad intaccare altri fondi destinati a fasce deboli o a rischio fragilità.

L’Alleanza contro la povertà è nata con obiettivi precisi intorno ai quali è confluito un drappello numeroso di organizzazioni rappresentative di una parte consistente della società civile, che i promotori tra l’altro sperano potrà allargarsi nelle prossime settimane attraverso nuove adesioni. Mai prima d’ora così tante realtà diverse hanno provato a sistematizzare il proprio impegno per chiedere alla politica e alle istituzioni provvedimenti incisivi per tutelare le fasce più deboli della popolazione. Tra circa un mese, quando la legge di stabilità sarà infine approvata dal Parlamento, sapremo quali e quanti obiettivi questa nuova compagine sarà stata in grado di centrare e, conseguentemente, se e quanto in futuro potrà pesare per ridisegnare il sistema di welfare nel nostro Paese.

 

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