A cinque anni dall’inizio della pandemia più importante dei tempi moderni cosa rimane del Covid-19 e, in particolare, quali effetti psico-fisici e sociali ha lasciato nella popolazione? La Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani nell’ambito del progetto SPUR (Social Post-Covid Urban Revitalization), finanziato dal programma europeo CERV (Citizens, Equality, Rights and Values), ha condotto una ricerca-azione per rispondere a questi interrogativi. Agrigento è stata una delle sei città europee – insieme alla Città metropolitana di Milano, Porto (Portogallo), Etterbeek (Belgio), Harghita (Romania) e Dignano (Croazia) – in cui è stato sviluppato un laboratorio di riflessione sulle sfide poste dalla pandemia, con una particolare attenzione alle periferie. Di seguito vi raccontiamo quanto emerso sul nostro territorio.
Il progetto europeo SPUR e la ricerca-azione ad Agrigento
Il progetto SPUR, avviato nel gennaio 2024, si concluderà a dicembre 2025 con l’implementazione di iniziative partecipative basate sui bisogni della comunità. A livello europeo è coordinato dall’associazione ALDA – Association Européenne pour la Démocratie Locale che guida i partner nella raccolta dati e nella condivisione di risultati e buone prassi. Ad Agrigento, la rilevazione dei bisogni è avvenuta nel periodo giugno-ottobre 2024 con quattro focus group (Tabella 1) e una survey (Tabella 2), rivolti ai target 18-29 anni e 60+ anni.
Tabella 1. Distribuzione dei partecipanti ai focus group per genere ed età
Target | F | M | non-binary | Totale |
18-29 anni | 11 | 22 | 1 | 34 |
60+ anni | 7 | 8 | 15 | |
Totale | 18 | 30 | 1 | 49 |
Tabella 2 Distribuzione dei partecipanti alla survey per genere ed età
Target | F | M | non-binary | Totale |
18-29 anni | 21 | 24 | 1 | 46 |
60+ anni | 6 | 7 | 13 | |
Totale | 27 | 31 | 1 | 59 |
L’invito alla partecipazione è avvenuto tramite figure chiave della comunità, come il parroco della chiesa di quartiere, i referenti di associazioni locali (in particolare, l’associazione “TTT – Tierra, Techo, Trabajo” e lo spazio co-working “Immagina”) e docenti universitari. La survey, diffusa tramite Google Forms, ha raccolto informazioni sull’impatto della Pandemia sulla salute fisica, mentale e relazionale della popolazione, mentre i focus group hanno fornito uno spazio intergenerazionale per discutere delle esperienze positive e delle preoccupazioni legate alla Pandemia.
L’impatto del Covid-19 sulle persone e la comunità
La ricerca ha evidenziato interessanti differenze tra giovani e anziani nel vivere il periodo post-pandemia , focalizzandosi su diversi aspetti: salute fisica, salute mentale, attività educative e professionali, relazioni sociali e nuove pratiche comportamentali
Salute fisica
Il 44% dei partecipanti ritiene che la propria salute fisica sia ancora influenzata dal Covid-19. Questa percentuale scende al 39% tra i giovani e sale al 62% tra gli anziani. Lo stile di vita sembra essere un elemento determinante per il benessere fisico, infatti, il 75% di chi pratica attività sportiva in maniera regolare afferma di non percepire più gli effetti del Covid-19. Una conferma si ottiene analizzando il dato dal punto di vista di chi percepisce ancora conseguenze sulla propria salute fisica: tra questi solo il 19% dichiara di seguire uno stile di vita sano.
Salute mentale
Nella popolazione generale, il 49% si sente più stressato rispetto al periodo pre-Pandemia. Gli anziani mostrano una maggiore resilienza, infatti, solo il 23% percepisce conseguenze psicologiche rispetto al 57% dei giovani. Durante i focus group, quest’ultimi hanno espresso un senso di “tempo perduto” ripensando alla Pandemia, accompagnato da ansia per il futuro e timori legati alla libertà. In particolare, è emersa la paura che una nuova Pandemia possa ripresentarsi, riportando con sé restrizioni, isolamento e perdita della quotidianità. Dall’altro lato, è emersa una maggiore apertura al sostegno psicologico rispetto al passato.
La fascia giovane, pur evidenziando un malessere maggiore, mostra anche dei segnali positivi: il 39% afferma di sentirsi più ottimista, grazie ad un senso di autoefficacia sul periodo attraversato e ad una rinnovata attenzione per il presente. Gli anziani (92%), invece, dichiarano di non essere cambiati rispetto al periodo pre-Pandemia.
Anche il contesto abitativo ha un ruolo sulla salute mentale: chi vive in città si sente più stressato (56%) rispetto a chi vive in periferia (44%). I partecipanti hanno menzionato le attività collettive e i legami affettivi (volontariato, vecchie e nuove amicizie, serate culturali, concerti, gruppi sportivi, la Chiesa e il gruppo parrocchiale) come fattori che hanno giovato al benessere personale nel periodo post-Pandemia.
Attività educative e professionali
Il 63% dei giovani ha percepito un impatto sulle proprie attività di studio e lavoro, citando come principali cambiamenti la digitalizzazione, l’uso diffuso dello smart working e la didattica a distanza. Al contrario, gli anziani non dichiarano effetti significativi. Il ruolo della tecnologia è stato percepito in modo ambivalente: da un lato essa ha agevolato lo studio e la comunicazione; dall’altro ha contribuito a una “dematerializzazione” delle relazioni. I partecipanti ai focus group hanno evidenziato, inoltre, le importanti ripercussioni economiche del Covid-19.
Relazioni sociali
Il 59% degli intervistati ritiene che il Covid-19 abbia colpito le proprie relazioni sociali, con una maggiore incidenza tra i giovani (80%) rispetto agli anziani (20%), e senza alcuna differenza tra gli abitanti della città e quelli delle zone periferiche. Durante i focus group, molti hanno sottolineato come la Pandemia abbia sconvolto l’equilibrio relazionale preesistente, causando disabitudine a relazionarsi con gli altri e un’accentuata paura di perdere i propri cari.
Nuove pratiche comportamentali
Tra le nuove abitudini emerse, spiccano maggiore attenzione all’igiene e ai sintomi influenzali, un ridotto contatto fisico e un uso più intenso della tecnologia per comunicare (il 66% utilizza messaggistica online e chiamate telefoniche, mentre il resto predilige il faccia a faccia). Inoltre, molti dichiarano di informarsi principalmente tramite pagine social e podcast di testate giornalistiche e piattaforme informative.
Implicazioni per ripensare il welfare locale
La ricerca ha fornito un quadro prezioso sugli effetti del Covid-19 evidenziando punti chiave per il benessere personale e collettivo:
- Stile di vita sano: comportamenti salutari sembrano aver mitigato gli effetti della Pandemia. Fondamentale in quest’ottica si rivela la disponibilità di spazi pubblici sicuri dove poter fare attività sportiva, tenuto conto che il 63% dei partecipanti dichiara di prestare maggiore attenzione alla cura di sé dopo il Covid-19.
- Differenze generazionali: gli anziani risentono maggiormente degli effetti del Covid-19 sulla salute fisica, mentre i giovani riportano un impatto più forte sulla salute mentale e sulle relazioni sociali. Queste differenze evidenziano la necessità di interventi mirati per gruppi specifici della popolazione.
- Relazioni e comunità: la pandemia ha accentuato il bisogno di creare spazi e iniziative che favoriscano le relazioni. Attività collettive e luoghi di incontro come la parrocchia o il volontariato si sono rivelati fondamentali per il benessere delle persone.