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Nei giorni scorsi è stato dato alle stampe il numero 5/2016 di Welfare Oggi, come sempre ricco di spunti, riflessioni ed esperienze strettamente legate al concetto di secondo welfare.


Il focus sui LEA

La rivista si si apre con un focus sui nuovi Livelli Essenziali di Assistenza che, dopo 15 anni, paiono essere finalmente pronti all’uso. Dopo l’introduzione al tema, curata da Maurizio Motta e Gianfranco Marocchi, il primo approfondimento, firmato dallo stesso Motta, si concentra sul tema "I nuovi livelli essenziali: una occasione perduta per l’assistenza sociosanitaria?" e riflette su sfide e questioni irrisolte che i nuovi LEA sono chiamati ad affrontare. Le sfide, per loro natura, comportanto anche dei rischi, che vengono ben evidenziati nell’articolo di Maria Grazia Breda, la quale sottolinea come la formulazione dei LEA possa costituire un arretramento nelle prestazioni assicurate alle persone non autosufficienti. Del tema della non autosufficienza si occupa anche Carlo Giacobini, che spiega come il riparto del Fondo Non Autosufficienze segni una discontinuità con il passato: divenuto strutturale da quest’anno, ambisce a porsi come punto di partenza per un nucleo di diritti esigibili sul territorio nazionale. Il focus si chiude cone con un’intervista a Emanuela Fracassi, Assessore ai servizi sociosanitari di Genova.


Politiche

La sezione "Politiche" si apre con Due minuti di Alice Melzi sul tema "Richiedenti asilo/Cooperazione e solidarietà". Segue un il primo approfondimento dedicato al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), che attualmente garantisce oltre 27 mila posti per accogliere richiedenti asilo e rifugiati assicurando loro percorsi individuali di inserimento sociale e economico grazie alla collaborazione tra Enti locali e terzo settore. Come spiegano Daniela Di Capua e Monia Giovannetti, lo SPRAR negli ultimi anni ha visto un notevole ampliamento, e rappresenta un utli strumento per il nostro Paese.

Nel secondo articolo della sezione Daniele Ferrocino racconta invece del Piano di Azione e Coesione. Pur avendo oltre 700 milioni di euro a disposizione per sviluppare i servizi per gli anziani non autosufficienti e per l’infanzia nel Mezzogiorno, procedure di spesa disastrose hanno reso sino ad ora di fatto inutilizzata una parte consistente di queste risorse. Alcune sono perdute definitivamente, per altre è possibile ancora sperare in un recupero nella fase finale del programma. Una sitauzione che è il risultato di una misura attuata senza conoscere modalità operative, procedure e competenze degli enti che avrebbero dovuto attuarle.


Esperienze

Nella sezione "Esperienze" per Due minuti Alice Melzi riflette di minori e giovani toccando vari temi: istruzione, circuito penale minorile, servizio civile nazionale. Segue un articolo di Patrizia Bausano, che racconta della Coopeartiva "Insieme a Voi" che in provincia di Cuneo ha scelto di investire l’utile di un anno in ricerca per individuare, nei settori connessi alle attività della cooperativa – i servizi per l’infanzia – le aree di bisogno insoddisfatte. Una scelta che ha portato a nuovi sviluppi di impresa e a stimolare dinamiche partecipative che coinvolgono cooperativa, insegnanti, operatori e famiglie. Scoprendo che, più che con bambini problematici, spesso si ha a che fare con famiglie fragili. 

In provincia di Torino, invece, una comunità territoriale – composta da cooperative, associazioni, istituzioni, artisti e cittadini – realizza lo Sghembo Festival, un festival teatrale costruito insieme da operatori e ragazzi con disabilità, poi protagonisti anche sul palco. Grazie all’arte, spiegano Alice Gamba e Ornella Morpurgo Bondioli, si possono abbattere le barriere e offrire a chi partecipa maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità.

Nell’articolo successivo Silvia Panini, Sabrina Morgillo e Elena Orlandi raccontano del Tortellante di Modena, un laboratorio per la produzione di tortellini a cui prende parte un gruppo di ragazzi autistici. Un’attività che è stata in grado di coinvolgere la comunità locale: dai volontari e famiglie che prendono parte ai laboratori insieme ai ragazzi fino alle imprese che donano materie prime e mettono a disposizione le attrezzature. 

La costruzione di una nuova esistenza, nonostante la malattia mentale: questo l’obiettivo che Casa Satta di Nuoro persegue con un lavoro orientato “oltre le mura”: non alla permanenza in comunità ma al suo superamento, verso un’autonomia fatta di relazioni, casa e lavoro. Gli ospiti e le loro famiglie, spiega Rosy Guiso, sono protagonisti di un progetto che va oltre la custodia e la stabilizzazione, alla ricerca di opportunità di integrazione.

Nell’ultimo contributo della sezione Claudio Torrigiani racconta di dell’inserimento socio-lavorativo di persone con disturbo psichiatrico – un ambito di intervento intersettoriale che richiede l’integrazione delle politiche sanitarie, sociali, formative e del lavoro e la collaborazione del mondo aziendale e del terzo settore – svolto dal progetto “Mente-al-Lavoro” della Regione Liguria. 


Strumenti

Gli ultimi Due minuti di Melzi sono dedicati a povertà ed esclusione sociale, con uno sguardo che passa dalla povertà minorile in Italia ai 500 milioni di giovani che nel mondo vivono con meno di 2 euro al giorno.

A partire dal Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani, adottato per la prima volta a Bologna nel 2014, in molte parti d’Italia stanno prendendo vita alleanze capaci di dar vita a forme innovative di welfare. Daniela Ciaffi racconta di come attraverso questo strumento singole persone e organizzazioni della società civile possano proporre interventi sul proprio territorio che si realizzano con il contemporaneo impegno dei cittadini proponenti e del Comune.

Il Budget di Salute, afferma un articolo curato da Antonino Trimarchi e scritto da un gruppo di operatori dell’ASL VCO, si conferma come strumento profondamente innovativo delle concezioni e delle prassi di intervento sociosanitario. Tutelare la salute – che non è solo assenza di malattia ma benessere generale – di una persona con bisogni complessi richiede di intervenire in modo integrato su una pluralità di aree quali casa, formazione, lavoro, relazioni, affettività. L’ASL VCO ha iniziato a sperimentare il budget di salute nella presa in carico di persone con disturbi dello spettro autistico.

Il numero 5/2016 di Welfare Oggi si conclude con l’articolo di Andrea Volterrani, in cui si spiega come promuovere cambiamenti sociali attraverso la comunicazione significhi anzitutto sfidare abitudini consolidate, culture avverse ed inerzia. L’autore accompagna il lettore nei processi e nelle fasi della comunicazione sociale, spiegando come le organizzazioni siano chiamate a uscire dalla dicotomia “fare” vs “comunicare”, tipica di chi opera nel sociale e comporti, investendo nella creazione di narrazioni credibili, affascinanti e diffondibili.