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In questo contributo presentiamo un progetto nascente, che in una prospettiva cross-settoriale immagina uno spazio naturale – un piccolo bosco – come un micro ecosistema in espansione per promuovere e realizzare iniziative educative, sociali e culturali. Il progetto è stato sviluppato nell’ambito del percorso laboratoriale “In partnership per lo sviluppo locale” promosso congiuntamente da IRSSeS, Pares e Percorsi di Secondo Welfare.

L’idea-progetto

L’idea-progetto che presentiamo in questo contributo prende le mosse da un elemento concreto e vitale: un boschetto che emerge dai campi, in prossimità della confluenza del fiume Serio nell’Adda. In un territorio completamente plasmato dall’uomo sorge un lembo di terra dove la natura sta riconquistando un suo spazio. Grandi alberi, arbusti e qualche pianta da frutto nascondono un casolare in rovina e l’aria che si respira è quella di un piccolo bosco in espansione.

Tra le molte trasformazioni indotte dalla pandemia possiamo annoverare un diverso rapporto con gli ambienti esterni (Granata 2021). Le persone sono state indotte a riscoprire gli spazi verdi di prossimità e la necessità di vivere a contatto con la natura, valorizzando gli effetti psicofisici e i benefici rigenerativi. Gli esseri umani hanno una predisposizione a vivere in armonia con la natura e anche il piccolo bosco di cui parliamo durante il lockdown è riuscito ad attrarre a sé coloro che gravitavano nei dintorni, diventando la meta preferita di famiglie, ragazzi e di tante persone che cercavano un ambiente per passeggiare.

In particolare alcuni adolescenti iperconnessi, nel turbine social, tra tik-toker, youtuber, influencer, etc., si sono ritrovati costretti in DAD, chiusi in casa senza nessuno scambio sociale se non virtuale. Appena si è presentata l’opportunità hanno trovato un nuovo luogo di ritrovo: un “muretto” naturale che inconsapevolmente ha ridestato il legame profondo con la terra e la natura. Negli ultimi anni alcuni studi (Zabini, Meneguzzo, Albanese, Nocetti, Brunetti, Neri, Baraldi, 2020) hanno ribadito l’esistenza di una predisposizione innata, che mette l’essere umano in relazione con l’ambiente naturale circostante, generando benefici sia dal punto di vista psichico che fisico.

Biofilia è il termine usato per indicare questa attrazione che l’essere umano ha nei confronti della natura e delle altre forme di vita. Probabilmente deriva dall’abitudine ancestrale di vivere in ambienti naturali e se basta la visione di un paesaggio naturale a stimolare una sensazione di benessere, possiamo eleggere a curativo anche un piccolo boschetto. Sostare nel bosco induce condizioni di benessere grazie agli effetti dell’ambiente nel quale ci si immerge.

L’educazione alla conoscenza e alla salvaguardia delle aree naturali dovrebbe essere tra le priorità delle comunità locali alla luce delle minacce ambientali legate ai rischi derivanti dall’inquinamento, dall’eccessivo sfruttamento delle risorse e dai cambiamenti climatici. Per questo è importante fondare un patto con la natura, che presupponga nuovi intenti, una maggiore consapevolezza, un cambio di prospettiva per cominciare a vedere il bosco (anche un piccolo bosco) come un alleato e non come un panorama da attraversare o solo una riserva da cui sottrarre qualcosa.

Gli intrecci e le potenzialità del bosco

Un elemento chiave dell’idea progettuale è creare una rete di attori con l’obiettivo comune di favorire lo sviluppo di una coscienza etica ed ecologica in un’ottica di comunità educante, termine con cui intendiamo “un tessuto di relazioni solidali e collaboranti, costituito e alimentato da coloro che vivono e operano in un territorio, che ne hanno a cuore il destino e che riconoscono la responsabilità dell’abitarlo insieme” (Cau M., Maino G., Maturo M., 2021). Il percorso prevede di costruire una serie di proposte volte a diffondere buone pratiche attraverso la reale scoperta e conoscenza della terra, del bosco, dei fenomeni naturali e del vivere con consapevolezza il rapporto con la natura; senza divieti perentori che rischiano di essere percepiti come azioni radicali e distanti dal quotidiano. Il messaggio che il progetto intende trasmettere è che ciascuno può essere parte di questa nuova relazione con l’ambiente.

Il ruolo delle biblioteche e della lettura

Uno strumento privilegiato per innescare le attività è la lettura ad alta voce, di conseguenza i primi partner potrebbero essere le biblioteche (del cui ruolo innovativo avevamo già riflettuto qui, ndr). Le attività di promozione della lettura per bambini e ragazzi svolgono un ruolo educativo, ma senza precisi scopi didattici.

I lettori imparano e riflettono su temi importanti attraverso le storie e i libri, che riescono a veicolare messaggi significativi coinvolgendo con leggerezza. In particolare gli albi illustrati sono una valida alternativa alla lezione canonica frontale e l’attuale panorama editoriale offre un’ampia varietà di proposte che, attraverso il proficuo connubio tra linguaggio iconico e verbale, possono  guidare nell’esplorazione di una realtà complessa o verso un percorso di introspezione, suscitando emozioni che invogliano la conoscenza.

Volendo ampliare la definizione di Tadashi Matsui (Morlin, 2012) che ci consente di comprendere la ricchezza degli albi illustrati: testo + figure = libro con figure mentre testo x figure = albo illustrato, possiamo proporre la seguente equazione: lettura (conoscenza e riflessione) x esperienza (in natura) = ecosaggezza (apprendimento immersivo).

Un’aula a cielo aperto per le scuole

Partendo dai libri e dalle biblioteche si potranno coinvolgere altri partner, pubblici e privati, che condividono le finalità del progetto, in primo luogo le scuole. Scuola e natura possono realizzare un intreccio proficuo per entrambe: la scuola ha il compito di educare al rispetto dell’ambiente e la natura può fornire location dalle potenzialità sconfinate. “Il Bosco è un’aula a cielo aperto dove possiamo reimparare ad abitare il mondo.” (Granata, 2021, p. 60). Anche senza prevedere nessuna attività organizzata, il semplice stare nel bosco è un’esperienza forte per molti ragazzi e ragazze (come avevamo già avuto modo di raccontarvi, ndr).

Gli ambienti naturali potrebbero ricoprire il ruolo di contenitore e di contenuto di svariati progetti. Nel bosco si possono affrontare argomenti ecologici ma è possibile anche affrontare tematiche completamente estranee all’ambiente naturale. Lo spazio naturale che abbiamo descritto si presta così a usi molteplici, in primo luogo l’organizzazione di momenti ricreativi in cui poter coinvolgere varie fasce d’età e diversi gruppi sociali: anziani, scuole, famiglie, associazioni o gruppi eterogenei.

Avere un luogo fisico da cui partire (il boschetto) è un vantaggio ma non deve rappresentare un limite: fin da subito si potrà aprire il progetto ad altre aree del circondario, più o meno immerse nel verde, collegandole fra loro, creando percorsi di benessere.

Sassolini nello stagno

I promotori di iniziative e i vari attori coinvolti nel progetto, in modo attivo o complementare (in qualità di co-promotori o sponsor) diventano sassolini lanciati nello stagno, punti da cui parte la diffusione di ecosaggezza, la sollecitazione e l’impegno ad abitare la Terra con saggezza (Bruno, 2020), in modo leggero e piacevole.

Così, come i sassolini lanciati nello stagno producono onde concentriche che di diffondono e si intrecciano sulla superficie, allo stesso modo le buone pratiche ecologiche, apprese con gioia dai bambini, dai ragazzi o dagli adulti, possono diffondersi e riflettersi spontaneamente in famiglia o tra i compagni di scuola e di gioco e intersecarsi con altre esperienze ecologiche, contribuendo alla costruzione di una coscienza ambientale diffusa.

I soggetti coinvolti, promotori e conduttori di eventi, potranno trarre un beneficio personale o professionale, pubblicizzando le proprie attività e orientando la riflessione verso le tematiche sulle quali sono impegnati, fornendo al contempo un servizio alla comunità e all’ambiente.  Tra i possibili soggetti coinvolti dobbiamo ricordare anche il ruolo degli ospiti (gli agricoltori ad esempio) e dei partner inusuali che contribuiscono a promuovere gli eventi. In un ciclo di incontri e di attività sarebbe interessante annoverare tra i soggetti co-promotori gli agricoltori che promuovono la biodiversità, l’insegnante di yoga che conduce un incontro sulla consapevolezza del respiro, il guardiaparco che promuove la tutela e la conoscenza degli ecosistemi locali.

Proposte per tutte le stagioni

I pro della natura come ambiente di apprendimento sono tanti e nulla vieta di organizzare attività nel bosco anche in autunno e inverno, ma stagionalità e meteo possono presentare inconvenienti da considerare. Biblioteche e scuole sono le sedi ideali per muovere i primi passi del progetto, per un incontro di avvio, per attività che richiedono alle referenti di scuole e biblioteche investimenti graduali, per dare maggior sicurezza nella stagione più critica offrendo una valida alternativa nel caso le condizioni meteorologiche ostacolino l’uscita sul campo. Tra le attività da svolgersi in ambienti interni, più adatte ai primi passi o efficaci in preparazione alle uscite vi sono:

  • letture ad alta voce per bambini in biblioteca o a scuola;
  • costruzione di mappe tematiche per bambini e ragazzi a partire da risorse digitali o bibliografiche;
  • ludoteca e giochi da tavolo per bambini e adolescenti;
  • laboratori sul bosco, le piante, la natura, gli animali;
  • incontri in presenza o in video con esperti per approfondire temi legati all’alimentazione e alla biodiversità;
  • incontri di scoperta e di approfondimento sui temi dell’agenda 2030.

Alcune delle attività citate possono essere svolte sia in ambienti chiusi che all’aperto, oppure si prestano ad essere avviate in ambienti chiusi per poi svilupparsi in un secondo momento nelle aree verdi. Sarebbe interessante valutare l’incisività di proposte svolte in due fasi: per esempio, un primo approccio con la scuola collegato ad un secondo tempo aperto, invece, agli alunni (anche con le loro famiglie). A fare da sfondo naturale si potrebbero – insieme al boschetto – valutare anche altre aree verdi sul territorio, in modo da scoprire gli spazi di prossimità, valorizzando la passeggiata nel verde come momento di svago senza grandi dispendi organizzativi.

Le proposte in questa fase (anche senza investimenti particolarmente onerosi) possono essere:

  • itinerari guidati e attività organizzate per le famiglie (creare un momento di incontro, offrendo lo spazio per una merenda o un pic-nic);
  • momenti di gioco in naturaper bambini di diverse età;
  • ludoteca nel bosco per ragazzi e adulti;
  • momenti di incontro nel bosco senza altri obiettivi se non la passeggiata e l’ascolto della natura;
  • sedute di pace nel bosco, creando un oasi relax minimal e molto naturale, per contrastare il venir meno delle esperienze di contatto con la natura;
  • lezioni di yoga o di consapevolezza del respiro tenute da esperti.

In collaborazione con il Parco Adda Sud, parco che si estende tra le province di Lodi e Cremona nel quale il territorio agricolo e il boschetto si trovano, si potrebbero individuare le nuove piante da mettere a dimora, coinvolgendo le scuole superiori e le/gli adolescenti. E, sempre in collaborazione con il Parco Adda Sud, si potrebbe approfondire la conoscenza sulle specie arboree locali e poi muoversi nell’ambiente naturale per il riconoscimento e la mappatura delle essenze, scegliendo se sfruttare e come utilizzare gli strumenti tecnologici (riconoscimento e rilevazione digitale).

Tre iniziative concrete

In teoria sembra tutto facile, positivo e bellissimo, ma come cominciare? Ecco alcuni spunti per favorire inneschi operativi.

Calendario eventi e raccolta punti

L’idea è di creare una serie di eventi o proposte laboratoriali, indirizzate a bambini o famiglie, suddivise in tematiche. La partecipazione potrebbe essere inserita in un grande gioco che prevede traguardi che fanno guadagnare punti ai bambini o alle famiglie. I diversi traguardi per ciascun tema daranno diritto ad un distintivo (potrà essere una coccarda o altro). In questo modo si possono motivare i partecipanti a seguire gli incontri sul territorio e per i bambini è facile tenere traccia del percorso fatto e delle abilità acquisite. Un esempio di possibili aree: piante, animali, esperienze, scoperte, alimentazione, biodiversità. Sarà necessario investire in un lavoro di costruzione del gioco per diventare “grande ecologista” e in una veste grafica.

Mondo naturale chiama mondo digitale, mondo digitale risponde

Creare una piattaforma (all’inizio può essere una pagina social o blog wordpress o mail) dove indicare i luoghi e gli eventi collegati al progetto. In cui verranno inseriti i progressi, gli obiettivi. Porre QR-code di richiamo nel boschetto e nei luoghi degli eventi, linkando tutti gli operatori che partecipano o sostengono il progetto.

Biblioteca delle idee

Un’iniziativa utile (e impegnativa, da sviluppare progressivamente) prevede di fornire attraverso un blog una serie di progetti-tipo da cui attingere spunti e idee per avviare la realizzazione di progetti legati ai libri e alla natura. Si tratta di costruire, passo dopo passo, una sorta di ricettario da cui mutuare, condividere, diffondere e rielaborare idee pratiche. Tra i principali fruitori possono esserci scuole, centri ricreativi, fattorie didattiche… e chiunque abbia bisogno di un supporto creativo.

Condizioni facilitanti per passare dall’idea alla realizzazione

Il boschetto reale da cui abbiamo tratto spunto per immaginare il nostro progetto, altri boschetti, o altri luoghi naturali potrebbero svolgere da cornice a svariate attività, scolastiche, associazionistiche, e così. Le potenzialità dei luoghi naturali facilmente raggiungibili vengono spesso surclassate dalle difficoltà organizzative o dalla mancanza di comunicazione tra i referenti delle aree e gli interessati. Non si sa mai chi deve fare cosa, chi deve cominciare questi progetti che spesso restano nel mondo del “sarebbe bello se…”.

Organizzare o collocare attività nella natura, anche quando l’ambiente funge da pura cornice, ha un grande valore sociale anche senza necessariamente insistere sulle dimensioni didattiche, sul carico di conoscenze da trasmettere. Un modello costruito su una relazione eterodiretta (io ti spiego – tu recepisci – un giorno applicherai quello che io ti ho insegnato) è tanto obsoleto quanto devastante per le capacità creative, per sviluppare autonomia e senso critico nei ragazzi fin dalle loro prime esperienze formative. […] Affacciarsi, attraversare le cose, sentire che dobbiamo prendercene cura: è questo il senso della conoscenza dei luoghi. (Granata, 2021, p. 73 e 74).

Per conoscere l’ambiente e progettare il cambiamento servono il desiderio di fare esperienze, il piacere di immergersi nella bellezza e il gusto dell’immaginazione.

Considerazioni conclusive

Il boschetto che ha innescato queste riflessioni esiste veramente. È un luogo facilmente accessibile alle persone ed è di facile localizzazione visiva, anche a distanza, perché si tratta di un folto gruppo di alberi tra le pianure coltivate. Questo boschetto nella sua naturalità è l’elemento da cui scaturisce il progetto che va prendendo forma.

Un progetto che vuole valorizzare gli spazi naturali come luoghi di apprendimento, e che ricerca intrecci e collaborazioni molteplici. Il territorio, la terra, il bosco, i fiumi, la vicinanza con il luogo della confluenza fra i due fiumi, sono un grande libro di testo; un contesto di conoscenze vive, che può incontrare prospettive di apprendimento diverse, basate su approcci didattici diversamente strutturati.

Un progetto che mira alla costruzione del dialogo fra prospettive di apprendimento: mettendo in relazione i saperi di chi nel territorio vive (abitanti, agricoltori), i saperi di chi lo tutela e lo promuove (parchi), di chi desidera conoscerlo e apprezzarlo (scuola, biblioteche, associazioni, cittadini e cittadine); è possibile immaginare progetti e percorsi condivisi, ponti fra prospettive, intrecci di linguaggi, dialoghi fra discipline, nuove collaborazioni che riconoscono desideri conoscitivi diversi e provano a metterli in relazione.

Riferimenti

 


Questo contributo è parte del Focus tematico Collaborare e partecipare, che presenta idee, esperienze e proposte per riflettere sui temi della collaborazione e della partecipazione per facilitare cooperazione e coinvolgimento. Curato da Pares, il Focus è aperto a policy maker, community maker, agenti di sviluppo, imprenditori, attivisti e consulenti che vogliono condividere strumenti e apprendimenti, a partire da casi concreti. Qui sono consultabili tutti i contenuti del Focus.