L’Italia, come molte società occidentali, sta vivendo una trasformazione demografica senza precedenti: l’aumento della speranza di vita. Ma se da un lato questa rappresenta una conquista storica, dall’altro pone sfide nuove e complesse. Secondo i dati ISTAT, sono già quattro milioni gli anziani in condizioni di parziale o totale non autosufficienza, mentre tra gli over 74 cresce il senso di solitudine (ISTAT 2023). Questi numeri non sono solo statistiche, ma il segnale di un’urgenza che richiede di ripensare i modelli di cura e di vita per la terza età, superando l’assistenzialismo e promuovendo nuove forme di partecipazione e inclusione.

In questo scenario a Rivoli, in provincia di Torino, nasce Abitare Villa Mater, progetto che si propone come risposta integrata e innovativa: non solo un luogo dove abitare, ma un vero e proprio hub per la longevità attiva e collaborativa. L’obiettivo? Trasformare la sfida della longevità in un’opportunità di sviluppo comunitario e personale, sperimentando un modello che possa diventare riferimento anche per altri territori.

Villa Mater – Riccardo De Angeli è una villa ottocentesca circondata da un parco e tre fabbricati annessi, proprietà della Fondazione Ufficio Pio dal 1977. Adibita a casa di riposo per anziani, la struttura è stata chiusa alla fine del 2011. A partire dal 2017 l’Ufficio Pio ha avviato un percorso progettuale per la rifunzionalizzazione di questo immobile con l’obiettivo di realizzare non solo un investimento immobiliare, ma una iniziativa volta a proporre, sviluppare e testare un nuovo modello di abitare per anziani in Italia. Nel giugno 2023 la Fondazione ha bandito un concorso di progettazione internazionale volto a selezionare il miglior progetto per la rifunzionalizzazione della villa. A inizio 2024 è risultato vincitore il raggruppamento guidato da R3architetti. Nell’autunno dello stesso anno ha preso il via l’iter che porterà, entro la fine del 2027, alla ristrutturazione del complesso. Di seguito raccontiamo quanto emerso nel corso di un seminario su Abitare Villa Mater, che ha permesso di fissare molti elementi di senso che caratterizzano il progetto.

Oltre l’assistenzialismo: una nuova visione di welfare

Villa Mater si fonda su due approcci riconosciuti a livello internazionale.

Da un alto il cosiddetto Aging in place, ovvero la possibilità per le persone di invecchiare nel proprio contesto abitativo o in un ambiente a esso affine, mantenendo legami profondi con la rete sociale e la comunità di riferimento (Lodi Rizzini, Maino e De Tommaso 2024). Questo significa evitare il trauma dell’istituzionalizzazione, preservando autonomia e senso di appartenenza. In pratica, si tratta di creare condizioni che permettano agli anziani di restare protagonisti della propria vita, circondati da relazioni significative e da un ambiente familiare.

Dall’altro c’è l’invecchiamento attivo, approccio promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanitàche definisce l’invecchiamento come un processo di ottimizzazione delle opportunità legate alla salute, alla partecipazione attiva e alla sicurezza (WHO 2002). L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone longeve, considerandole non come soggetti passivi di cura, ma come risorse per la società, capaci di contribuire e partecipare.

Villa Mater non si limita a citare questi principi, ma li integra in una visione strategica che informa ogni aspetto del progetto: dall’architettura al modello relazionale, dalla governance alla costruzione della comunità.

Un hub per la comunità: la visione di Villa Mater

Villa Mater nasce con l’ambizione di essere molto più di una soluzione abitativa: vuole diventare un vero e proprio “hub per la longevità attiva e collaborativa”. Qui la vecchiaia, la fragilità e la solitudine non sono intesi come problemi individuali, ma come sfide collettive che trovano risposta nella partecipazione e nella costruzione di legami.

Principi guida del progetto Villa Mater
Figura 1: Principi guida del progetto Abitare Villa Mater. Fonte: elaborazione degli autori

 Tre sono i pilastri su cui si fonda questa visione:

  • Inclusione sociale. Villa Mater affronta il rischio di isolamento promuovendo uno stile di vita attivo, sia dal punto di vista sociale sia fisico e cognitivo. La persona non è vista come un’entità isolata, ma come parte integrante di una comunità. Le risposte ai bisogni sono pensate in chiave collettiva, con l’obiettivo di rafforzare il capitale sociale e costruire un welfare di comunità, dove la solidarietà e il mutuo aiuto diventano risorse fondamentali.
  • Autonomia abitativa. Il progetto mira a creare le condizioni perché le persone possano vivere in modo autonomo il più a lungo possibile. Questo si realizza attraverso la combinazione di spazi abitativi adeguati e un sistema di supporti proattivi e preventivi, che favoriscono l’indipendenza senza trascurare la sicurezza. L’attenzione alla qualità degli alloggi e alla presenza di servizi di supporto è centrale per garantire una vita dignitosa e soddisfacente.
  • Rigenerazione urbana. Villa Mater non è un’isola, ma un tassello che si integra attivamente nel quartiere Borgonuovo di Rivoli. Il progetto contribuisce a creare una “comunità amica della longevità” (Maino 2024), affrontando le sfide sociali in modo coordinato e integrato con il tessuto urbano e sociale esistente. L’apertura degli spazi esterni al quartiere favorisce l’incontro tra generazioni e la costruzione di legami tra residenti e cittadini.

Architettura della relazione: spazi che generano comunità

Per scegliere il progetto di ristrutturazione Fondazione Ufficio Pio ha optato per la strada del concorso internazionale di progettazione. Il processo che ha portato alla definizione delle Linee Guida di Progettazione del concorso può essere considerato un buon esempio di innovazione sociale e partecipativa. Questo processo ha combinato due metodi di lavoro complementari:

  • un approccio top-down che ha raccolto il contributo di expertise consolidate (epidemiologi, scienziati sociali, esperti di politiche pubbliche nell’ambito del settore welfare e casa) che ha validato le analisi territoriali e dei bisogni della popolazione target;
  • un approccio bottom-up che ha coinvolto associazioni e cittadini del territorio, con il contributo del consorzio socio-assistenziale locale, in un processo di ascolto e co-scrittura che ha raccolto indicazioni utili alla scelta delle funzioni complementari all’abitare da inserire nel progetto, rispondendo ai bisogni emergenti della comunità.

Uno degli elementi più innovativi di Villa Mater è l’attenzione all’architettura come strumento di relazione.  Il progetto si presenta infatti come un progetto di abitare, sul modello del senior housing, e di sviluppo di comunità oltre che di rigenerazione urbana e sociale. Integra funzioni residenziali, prive di servizi sanitari regolamentati, con spazi e attività per rivitalizzare l’area urbana circostante (parco, caffetteria, foresteria e sala di aggregazione, ma anche aree destinate alle famiglie per il gioco dei bambini, per fare ginnastica, attività di svago e di studio).

Il progetto selezionato offre l’opportunità di riflettere sulla “dimensione umana” (Gehl 2017) di questa porzione della città, privilegiando il punto di vista degli utilizzatori e proponendo un approccio olistico alla progettazione per la realizzazione di una città vivace, sicura, sostenibile, sana. Il parco cittadino rappresenta il nodo che tiene insieme i fili del tessuto urbano (Sennet 2019), mettendo in relazione gli edifici, le strade e gli spazi aperti, salvaguardando il rapporto tra interno ed esterno e tra attività formali e informali. Il mix funzionale che si vuole realizzare a Villa Mater (unità abitative, spazi comuni di supporto all’abitare, caffetteria, foresteria, sala polivalente, parco) è un valore fondante di questo progetto. È infatti importante che Villa Mater mantenga l’obiettivo di garantire la più ampia connessione e integrazione tra servizi e residenza, con la comunità e con il quartiere circostante, in modo da massimizzare le relazioni interno-esterno, animare il territorio e generare nuove pratiche relazionali.

  • Unità abitative: nell’edificio della Villa storica saranno realizzate 19 unità abitative della tipologia bilocale e trilocale, evitando i monolocali per garantire una qualità abitativa superiore e favorire progetti di vita a lungo termine. La progettazione degli spazi riflette la volontà di offrire stabilità e comfort, elementi fondamentali per una buona qualità della vita.
  • Spazi comuni di supporto all’abitare: cucina comune, lavanderia, spazi relax e per le attività di portierato sociale saranno localizzati al piano terra e in stretta relazione con i cortili interni e con le aree esterne destinate a parco. Questi luoghi non sono semplici servizi, ma catalizzatori di socialità, pensati per favorire l’incontro spontaneo, la conversazione tra vicini di casa, la condivisione e l’attivazione di pratiche di mutuo aiuto tra i residenti.
  • Aree esterne: il parco, l’agorà per eventi, gli spazi per attività di studio/lavoro/lettura/relax, i percorsi benessere e fitness, nonché un’area destinata a frutteto e a orti condivisi saranno aperti al pubblico in orari prestabiliti, trasformando il complesso da entità chiusa a risorsa per il quartiere. Questa scelta mira a migliorare la permeabilità urbana, favorire l’incontro intergenerazionale e rendere Villa Mater un luogo vivo e frequentato da tutta la cittadinanza.
  • Funzioni complementari all’abitare: la caffetteria, dotata di cucina per il food delivery, e la foresteria, pensata per i familiari dei residenti e i visitatori del vicino Museo di arte contemporanea presso il Castello di Rivoli, contribuiscono alla sostenibilità economica e sociale del progetto, creando un circolo virtuoso tra comunità e territorio. La sala polivalente sarà uno spazio flessibile destinato a incontri culturali, workshop e attività motorie, aperto sia ai residenti sia ai cittadini. Quest’ultimo può essere considerato il luogo di connessione per eccellenza, che rafforza il ruolo di Villa Mater come hub territoriale.

Il motore sociale: welfare generativo e attivatore di comunità

Il vero cuore innovativo di Villa Mater è il passaggio da un welfare assistenzialistico, basato sull’erogazione di servizi, a un welfare generativo, fondato sulla partecipazione e la reciprocità. Non si tratta solo di offrire spazi e servizi, ma di attivare una “regia sociale” che coltivi relazioni e valorizzi il contributo di ciascuno.

Al centro di questa regia c’è l’Attivatore di comunità: un professionista che svolge un ruolo ibrido, tra facilitatore di relazioni interne, promotore culturale e costruttore di comunità. Il suo compito è intercettare bisogni, valorizzare desideri e connettere le persone con le opportunità, trasformando il potenziale della comunità in azioni concrete. Questa figura rappresenta l’anello di congiunzione tra infrastruttura fisica (gli edifici) e infrastruttura sociale (la comunità), spesso assente nei progetti abitativi tradizionali.

Il modello di welfare circolare del progetto si articola su tre dimensioni:

  • Villa Mater per gli abitanti: servizi di supporto alla quotidianità, come aiuto nella gestione della casa e facilitazione nell’accesso a iniziative esterne.
  • Villa Mater con gli abitanti: co-progettazione e co-gestione delle attività, con i residenti che diventano co-ideatori di iniziative di mutuo aiuto e scambio intergenerazionale.
  • Villa Mater oltre gli abitanti: la comunità residente diventa risorsa per il territorio, contribuendo attivamente al benessere della comunità locale e superando la logica del mero consumo di servizi.
Un welfare di iniziativa e capacitante modello Villa Mater
Figura 2. Un welfare di iniziativa e capacitante: il modello di Villa Mater. Fonte: elaborazione degli autori.

Questo modello non è una semplice lista di servizi, ma un percorso di empowerment che accompagna i residenti da una condizione di ricezione di supporto a una di co-produzione di welfare, fino a diventare attori di rigenerazione per l’intera comunità.

Costruire la comunità: il processo di selezione

La costruzione della comunità residente è un processo strategico che inizierà nel 2026, parallelamente al cantiere, con l’obiettivo di concludere i lavori nella seconda metà del 2027 e accogliere i primi abitanti entro la fine dello stesso anno. L’obiettivo non è semplicemente “riempire gli appartamenti”, ma creare un nucleo fondante di persone che condividano e sposino attivamente il modello di vita collaborativo proposto.

La selezione sarà guidata da tre macro-aspetti fondamentali, le “3 A”:

  • Affordability (accessibilità economica): il costo abitativo, basato su un canone concordato e paragonabile a quello di mercato nella zona, assicura stabilità e permette ai residenti di partecipare alla vita comunitaria senza preoccupazioni finanziarie.
  • Agency (capacità di agire): si cercheranno persone proattive, dotate di competenze relazionali e animate dalla disponibilità a partecipare. Questo è essenziale per costruire una comunità solida, integrata e capace di autogestirsi.
  • Attachment (attaccamento territoriale): sarà valorizzato il legame, esistente o potenziale, con il territorio di Rivoli, per rafforzare la connessione tra la comunità interna di Villa Mater e quella esterna.
Approccio alla costruzione della comunità residente di villa mater
Figura 3. Approccio alla costruzione della comunità residente. Fonte: elaborazione degli autori.

Questo processo selettivo mira a gettare le basi per un esperimento sociale che punta a costruire una comunità resiliente e generativa, con implicazioni che potranno andare ben oltre il contesto locale.

Un laboratorio vivente per il welfare del futuro

Villa Mater si candida a essere molto più di un progetto di senior housing. L’intento non è solo realizzare un intervento di successo, ma “modellizzare” sia il prodotto (la struttura fisica e sociale di Villa Mater) sia il processo (le metodologie di co-progettazione, costruzione della comunità e governance). Si prevede di monitorare sistematicamente una serie di impatti – miglioramento della salute e della qualità della vita, mantenimento dell’autonomia, incremento del capitale sociale e potenziale risparmio sulla spesa sanitaria pubblica – per dimostrare scientificamente l’efficacia di questo nuovo paradigma.

Abitare Villa Mater, dunque, non rappresenta solo una risposta a un bisogno, ma si propone come un tentativo ambizioso di delineare un modello replicabile, capace di ispirare nuove modalità con cui la società si prepara ad abitare il futuro della longevità.

 

 

Per approfondire

  • Gehl, J. (2017), Città per le persone, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore.
  • ISTAT (2023). BES Rapporto 2022, Il benessere equo e sostenibile in Italia, ISTAT, p. 201.
  • Lodi Rizzini C., Maino F., e De Tommaso V. (2024), Ageing in place, healthy ageing: Local community involvement in the prevention approach to eldercare, Social Inclusion, 12, Article 7438. https://doi.org/10.17645/si.7438.
  • Maino F. (2024), Gli Anziani nella cornice del secondo welfare: un legame virtuoso tra partecipazione e co-produzione dei servizi, in Sangalli C., Trabucchi M. (a cura di) Partecipazione, fondamento per il benessere e la coesione sociale, 2024, Edizione il Mulino.
  • Sennett, R. (2018), Costruire e abitare. Etica per la città, Feltrinelli.
  • World Health Organization (2002). Active ageing: A policy framework, WHO.
Foto di copertina: Rendering degli edifici e delle aree esterne di Villa Mater. Crediti: Design team (R3 architetti, EQ ingegneria, Sintecna, Autentico Architettura e sostenibilità)