Governance

In vista delle elezioni amministrative di metà maggio, il Forum Disuguaglianze e Diversità e l’associazione Ti Candido rilanciano il progetto per sostenere candidati che siano attenti a istanze sociali e ambientali che, altrimenti, faticano a trovare spazio nel dibattito politico.
Coprogrammazione e coprogettazione, che poggiano ormai su un quadro giuridico chiaro, potrebbero essere utilizzati anche per perseguire gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ma per evitare "gare mascherate" servono strumenti radicalmente alternativi a quelli competitivi.
La diminuzione delle emissioni prevista dal Green Deal europeo chiede alle istituzioni nazionali e regionali di trovare soluzioni adeguate per affrontare gli effetti occupazionali e sociali. Regione Lombardia ha recentemente adottato un piano dedicato, che andrà implementato attraverso una governance il più possibile partecipata e collaborativa.
In questo articolo un approfondimento sull'esperienza della "Rete Terzo Tempo" di Cantù (Como) nella partecipazioni ai processi locali di co-programmazione degli interventi socio-assistenziali previsti dai Piani di Zona.
Come sfruttare pienamente le opportunità del PNRR? Francesco Gaeta e Daniele Germiniani mostrano la necessità di definire prioritariamente le strategie e gli obiettivi, rispetto ai progetti stessi.
Il Quinto Rapporto sul secondo welfare intende offrire una fotografia inedita su presente e futuro del welfare italiano scosso dalla pandemia. I contenuti del Volume sono stati approfonditi dal gruppo di ricerca del Laboratorio e discussi dai rappresentanti delle principali Alleanze di scopo del nostro Paese nel corso della presentazione nazionale del 27 gennaio.
A partire da una comune esperienza di introduzione di processi di mentorship in una grande organizzazione pubblica, alcune considerazioni su diversi modi attraverso i quali guardare al senso della mentorship nel suo complesso
Franca Maino intervistata da Senza Età delinea la situazione dell'Italia dopo che l'Unione Europea ha approvato il PNRR nel quale sono state recepite molte delle proposte avanzate nei mesi scorsi dal Network Non Autosufficienza
La pandemia di Covid-19 ha determinato enormi cambiamenti nel mondo del lavoro ma nonostante tutto il welfare aziendale continua a riscuotere l'interesse di imprese e dipendenti. Proprio per questo appare ancora più cruciale capire come favorire la crescita di questo fenomeno in maniera equa e sostenibile. È il tema della nostra ultima per Buone Notizie del Corriere della Sera.
Stefano Neri, docente dell'Università degli Studi di Milano, ci ha raccontato del suo ultimo libro dedicato ai servizi sociali comunali e ci ha ricordato l'importanza di percorsi accademici in grado di formare competenze adeguate per gestire il welfare territoriale. Due esempi? I corsi di laurea in Management Pubblico e della Sanità (MAPS) e Amministrazioni e Politiche Pubbliche (APP) della Statale.
Per contrastare la corruzione e la criminalità d'impresa il decreto legislativo 231/2001 ha previsto l'adozione di un modello organizzativo volto a gestire la correttezza dei comportamenti e il rispetto delle norme. Maria Giovanna Salaris e Graziano Maino, in occasione dei 20 anni dall'approvazione del decreto, ci propongono quattro metafore per comprendere meglio la portata di tale norma: navigatore, sistema di allarme, torre di controllo e paracadute ausiliario.
Per fronteggiare la nuova fatica professionale imposta dal ricorso intensivo alle videoconferenze può essere molto utili iniziare con il piede giusto. Qui qualche spunto operativo per farlo.
La pandemia ha messo a nudo l'inadeguatezza del nostro welfare. Secondo Giuseppe Guerini è necessario ripensare il nostro sistema di protezione sociale per far sì che esso diventi una chiave per nuove occasioni di sviluppo: il welfare non deve però essere percepito come un costo, ma come un investimento indispensabile ad assicurare la tenuta e la competitività del sistema sociale ed economico.