digitalizzazione

Il termine "abilitare" permette di fare diverse riflessioni sulle piattaforme di welfare italiane. Abilitare significa infatti costruire un ambiente gradevole in cui muoversi facilmente e rapidamente, significa facilitare il matching fra domanda e offerta e, ancora, significa attivare logiche di community building.
In questa lezione di "Pillole di Conciliazione" di WorkLife Community, la dottoressa Chiara Agostini di Percorsi di secondo welfare analizza le caratteristiche che le piattaforme devono avere per attivare le comunità in un'ottica di innovazione sociale.
In questa lezione di "Pillole di Conciliazione" di WorkLife Community, la professoressa Franca Maino dell'Università degli Studi di Milano approfondisce la relazione tra invecchiamento e politiche di conciliazione, focalizzandosi sulle misure pubbliche e private dedicate ai caregiver.
In questa lezione di "Pillole di Conciliazione" di WorkLife Community, la professoressa Stefania Sabatinelli confronta gli obiettivi di policy dei servizi per l’infanzia con quelli delle politiche di conciliazione, analizzandone i possibili trade off.
I dati raccolti nell'ambito del progetto WePlat indicano che, rispetto ad altri settori, le piattaforme di welfare operanti nel nostro Paese presentano caratteristiche ibride in termini di gerarchia, mercato e rete. Una complessità che porta con sé varie conseguenze.
Percorsi di secondo welfare, grazie al sostegno di Bolton Hope Foundation, sta realizzando una ricerca in tre scuole per comprendere come l'innovazione digitale della didattica può favorire l’inclusione sociale. Vi raccontiamo come è nato questo progetto, come sarà realizzato e quali risultati intende raggiungere.
L’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano ha organizzato un esperimento sulla raccolta fondi per mostrare le applicazioni per il non profit di questa tecnologia. Ve lo raccontiamo partendo da alcune parole chiave.
Si tratta di Book2Book, una piattaforma che genera connessioni tra le persone, crea rete tra enti pubblici e del privato sociale mettendo in circolo capitale culturale letterario inespresso. Un’esperienza interessante in un'ottica di welfare socio-culturale.