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Grazie ad un’intesa firmata lo scorso 17 gennaio, sottoscritta dalla Ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia Elena Bonetti, dall’Amministratore Delegato di Fincantieri Giuseppe Bono e dei Segretari generali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm, Roberto Benaglia, Francesca Re David, Rocco Palombella, Fincantieri promuoverà la realizzazione di un asilo nido in ogni cantiere e sito produttivo del Gruppo.

Grazie alla contrattazione di secondo livello, il gruppo cantieristico navale del nostro Paese avvia una importante – e innovativa – iniziativa di welfare aziendale per tutti i 20.000 lavoratori e lavoratrici.

La contrattazione “spinge” il welfare in Fincantieri

L’accordo prevede – a partire dalle sedi di Trieste, Monfalcone e Porto Marghera, per poi arrivare a tutti gli altri siti del Gruppo – la costituzione da quest’anno di servizi di asilo nido presso le sedi aziendali o, dove la domanda fosse molto elevata, di un sistema di convenzioni con le strutture presenti nel territorio.

Come ci ha detto Roberto Benaglia, Segretario di Fim Cisl, questo accordo rappresenta “un primo importantissimo risultato di questa stagione contrattuale che coglie i nuovi bisogni delle persone che lavorano. L’accordo risponde in maniera indiretta anche alla necessità di politiche e servizi per la natalità di cui l’Italia ha un gran bisogno“.

In un Paese come il nostro, afflitto da un inverno demografico e da una crisi della natalità“, ha continuato Benaglia, “abbiamo il bisogno e la necessità di valorizzare e moltiplicare questi risultati contrattuali che riorientano la contrattazione per sostenere i bisogni concreti delle persone. Questo segna sempre più la centralità del welfare contrattuale mutualistico dentro la contrattazione collettiva. Averlo sottoscritto oggi, presso il Ministero delle Pari Opportunità e la Famiglia è un ottimo segnale che deve tradursi in politiche pubbliche che investano in questa direzione“.

Rafforzare i servizi nel campo del welfare aziendale

Il valore di questo intervento – che si inserisce in un sistema di welfare già articolato – risiede negli obiettivi che l’accordo si pone. L’azione promossa dalle parti sociali è, di fatto, finalizzata a sostenere i dipendenti del Gruppo con figli piccoli.

La possibilità di poter usufruire di asili nido presso le sedi aziendali consentirà, in primo luogo, di avere nuove opportunità per conciliare al meglio i tempi di vita e quelli di lavoro. In questo caso non parliamo di una “semplice” integrazione della retribuzione che i lavoratori possono utilizzare per il rimborso di prestazioni e servizi o per “voucher welfare”. L’intervento che l’azienda e le parti sociali hanno scelto di avviare si basa piuttosto sulla creazione di un vero e proprio servizio per le famiglie.

Va sottolineato, poi, che grazie all’investimento fatto i costi di questi servizi andranno ad incidere molto meno sui redditi delle famiglie interessate. Come spesso è stato evidenziato nel corso degli ultimi anni, le spese riguardanti le rette degli asili sono un ostacolo rilevante per molte famiglie italiane.

Molte ricerche hanno messo in luce come queste spese siano una tra le molteplici ragioni che portano a posticipare o, addirittura, a rinunciare alla genitorialità (ne abbiamo parlato anche in una recente inchiesta che abbiamo curato per Corriere Buone Notizie). In molti casi, inoltre, i costi elevati degli asili nido sono tra le principali ragioni per cui i neo-genitori (quasi sempre le donne) decidono di interrompere – talvolta per sempre – la propria carriera lavorativa.

Aver scelto di investire proprio negli asili nido è un importante segnale di come il welfare aziendale e la contrattazione possano fornire risposte concrete anche alla sfida demografica che il nostro Paese si trova ad affrontare. Anche per tale ragione, come ci ha detto in conclusione Benaglia, “i bisogni crescenti di conciliazione vita-lavoro non potranno però essere tutti soddisfatti dallo Stato e pertanto è necessario incentivare attraverso sgravi e finanziamenti accordi come questo che devono pilotare una stagione ricca di contrattazione aziendale che deve moltiplicare soluzioni che rispondano ai nuovi bisogni di padri e madri che lavorano“.