Come scrive Claudio Tucci su Il Sole 24 Ore, nelle ultime settimane i componenti del Governo hanno sottolineato a più riprese la centralità del welfare aziendale come leva di crescita e redistribuzione e di recente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricordato che il “welfare aziendale aiuta a distribuire meglio la ricchezza prodotta”.
A sostegno di questi punti di vista ci sono diversi dati di recente pubblicazione: secondo l’Osservatorio Welfare Edenred, nel 2024 le aziende hanno erogato in media 1.000 euro a lavoratore (+10% sul 2023); un report di Assolombarda sostiene che in Lombardia 2 imprese su 3 già ricorrano al welfare; una ricerca SDA Bocconi stima che i buoni pasto valgano lo 0,75% del PIL e sostengano 220mila posti di lavoro (dal 1° settembre è in vigore il nuovo tetto del 5% sulle commissioni, previsto dalla Ddl concorrenza, ne abbiamo parlato qui).
È anche alla luce di questi dati che la maggioranza sta valutando nuove misure da inserire nella Legge di Bilancio 2026. La senatrice Paola Mancini (FdI) ha detto che l’innalzamento della soglia di esenzione fiscale dei buoni pasto da 8 a 10 euro potrebbe essere una di queste.