Dalla doppia alla tripla crisi dei sistemi di welfare

La letteratura in politiche sociali ha spesso descritto gli ultimi due decenni come un periodo segnato dalla cosiddetta doppia crisi dei sistemi di welfare occidentali (Taylor-Gooby 2013): da un lato, l’aumento e il cambiamento dei rischi sociali ha portato crescenti domande di protezione; dall’altro, la recessione economica del 2008, le politiche di austerity, nonché le conseguenze della più recente pandemia (Béland et al 2021), hanno reso difficile soddisfare tali esigenze, ponendo molti dilemmi decisionali ai policy-maker.

Dagli stessi dilemmi sono emerse differenti strategie di espansione o, più frequentemente, di ricalibratura, conservazione o riduzione della spesa, degli impegni e degli obiettivi (Häusermann S. 2012), alla ricerca di nuovi equilibri tra protezione dei “vecchi” e dei “nuovi” rischi sociali (salute, vecchiaia, disoccupazione, disagio sociale e povertà, da un lato; nuove povertà, sottooccupazione, non autosufficienza, emigrazione e immigrazione, transizione istruzione-lavoro, conciliazione cura-lavoro e discriminazioni di genere, dall’altro).

Il welfare in transizione: il contributo di Secondo Welfare alla Conferenza di ESPAnet Italia 2023

Tuttavia, tali strategie non sono riuscite a contrastare l’aumento delle diseguaglianze. Inoltre, hanno contribuito in vari modi a una crescita economica continua e distruttiva per l’ambiente, alimentando nuovi o più gravi ed estesi rischi sociali di origine ambientale (Büchs e Koch 2017). Pur nella loro diversità, l’attuazione di tali strategie è rimasta ancorata alle idee keynesiane o neoliberali che hanno caratterizzato le traiettorie di sviluppo dei sistemi di welfare dopo la Seconda Guerra Mondiale, sostenendo un meccanismo industriale e un’organizzazione socio-economica che garantiscono la ricchezza di alcune società ma, allo stesso tempo, ne minacciano la sopravvivenza e ancor prima minacciano quella di comunità che di tale ricchezza hanno poco o per nulla beneficiato: la crisi ecologica (IPBES 2022, IPCC 2023, Richardson 2023).

Da qui, deriva una tripla crisi di sostenibilità del welfare, in cui le strategie sopra citate di espansione, ricalibratura, conservazione e riduzione, soprattutto se non pensate in sinergia con le politiche climatiche, rischiano di aggravare ulteriormente la crisi socio-ecologica, in una sorta di circolo vizioso (Villa 2020).

Ambiente e welfare: quali nessi?

Rischi e politiche sociali e ambientali sono tra loro interconnessi in molti modi (Johansson, Khan e Hildingson 2016).

In primo luogo, la crisi ecologica aggrava i rischi sociali esistenti come salute, povertà, disuguaglianza e sicurezza e, soprattutto in caso di inadeguate politiche di contrasto della crisi ecologica, possono mettere in pericolo le forme di convivenza e le economie locali, particolarmente nei territori più esposti a eventi distruttivi (incendi, alluvioni, siccità…), a rapide mutazioni ambientali (livello dei mari, temperature, instabilità meteorologica…) e a impoverimento di suoli e risorse naturali (disponibilità di acqua e condizioni dei terreni…), favorendo ulteriori processi di sfollamento, migrazione e conflitti. Inoltre, i rischi sociali di origine ambientale sono molto più complessi e con effetti più diversificati e ambigui sulla popolazione (a lungo termine e contingenti, nonché globali e locali allo stesso tempo) e si manifestano in un contesto in cui il tempo a disposizione per evitare un loro espandersi indefinitamente va rapidamente riducendosi.

I legami tra cambiamento climatico e welfare

In secondo luogo, le stesse politiche ambientali, se non pensate sinergicamente a quelle sociali ed economiche, possono facilmente aumentare rischi occupazionali e contraddizioni distributive (es. tasse, costi e accessibilità di energia, cibo, abitazioni, trasporti) tra gruppi, comunità, classi sociali, generazioni e Paesi, in un contesto in cui i soggetti più ricchi e maggiormente responsabili della produzione di emissioni sono allo stesso tempo i meno esposti alle, o più in grado di proteggersi dalle, conseguenze della crisi e della transizione ecologica (Leichenko e O’brien 2019).

In terzo luogo, le politiche sociali, se basate su misure mirate a contenere/ridurre la spesa pubblica, possono diminuire la capacità di protezione, particolarmente dei soggetti deboli, rispetto ai rischi sociali di origine ambientale; se invece basate su strategie di investimento ed espansione della spesa pubblica e/o creazione/salvaguardia di posti di lavoro, particolarmente in settori energivori, rischiano di rafforzare la dipendenza da una crescita economica distruttiva e, di qui, determinare un ulteriore incremento degli stessi rischi eco-sociali.

Il caldo non è uguale per tutti: i risvolti sociali del cambiamento climatico

Nel contesto della crisi e della transizione ecologica, le questioni sociali e ambientali assumono perciò un livello di complessità che pone sfide del tutto diverse a ricercatori, attori politici, sociali ed economici, a partire dalla necessità di integrare ricerca scientifica, processi politici e pratiche sul campo proprie di settori da sempre separati. Le politiche sociali possono per esempio svolgere un ruolo fondamentale per creare le condizioni per una transizione giusta, in cui cambiamenti, costi e benefici della stessa possano essere equamente distribuiti. Ma devono affrontare differenti problemi di sincronizzazione spazio-temporali tra eventi e politiche climatiche, trasformazione dei modelli di produzione, riproduzione e organizzazione sociale, processi di governance e risposte di welfare (per esempio in relazione al cambiamento dei modelli di mobilità, trasporto e commercio, delle fonti energetiche, dei modelli abitativi, dell’uso della terra, dell’organizzazione del lavoro, della produzione di cibo, ecc.).

Verso un “sustainable welfare

Dalla comprensione di tale complessità, negli ultimi quindici anni è cresciuta un’importante riflessione sul ruolo del welfare nella crisi ecologica e nei processi di decarbonizzazione e transizione verso condizioni di benessere rispettose dei limiti ecologici del pianeta e più equamente distribuite tra classi, popolazioni e generazioni (Koch e Mont 2016). La crescita degli studi su questi temi è andata delineando un nuovo campo di ricerca definito “sustainable welfare” e “eco-social policy” che propone vari approcci per un’analisi eco-sociale (o socio-ecologica) integrata dei fenomeni di crisi e delle necessità, possibilità, politiche e pratiche di transizione.

Il Master per approfondire il nesso tra welfare e sostenibilità

Tale crescita presenta ancora alcuni importanti limiti. Per esempio, si osserva ancora una certa separazione fra campi scientifici (sostenibilità, welfare, lavoro, produzione, ecc.), una frammentazione dell’oggetto di studio, nonché ovvie difficoltà nell’affrontare processi molto complessi, incerti e ambigui come quelli sopra accennati. In particolare, si pone la necessità di comprendere dinamiche che si sviluppano su molti livelli (tra locale e globale), che attraversano tutti i settori e che possono favorire nuovi tipi di rischi, conflitti e diseguaglianze. Da queste considerazioni emerge la necessità di una profonda trasformazione delle idee, dei presupposti teorici, dei metodi e delle pratiche di ricerca e intervento sociale e ambientale.

Il focus di Politiche Sociali/Social Policies

In tale contesto, il focus che abbiamo curato per Politiche Sociali/Social Policies 1/2023, propone – attraverso un’ampia raccolta di articoli – contributi teorici ed empirici, con l’obiettivo di ampliare il dibattito sui legami tra la crisi e i rischi sociali e ambientali e le politiche di transizione osservate sulla base di paradigmi diversi e mutevoli. I sei contributi, in particolare, guardano a come diversi disegni istituzionali, strumenti di policy, pratiche e azioni locali e caratteristiche dei contesti interagiscono producendo diversi risultati nel contesto della crisi e della transizione socio-ecologica.

Nello specifico, l’articolo di Koch, Büchs e Lindellee discute alcuni fondamenti di questa nuova generazione di politiche eco-sociali, analizzando i punti in comune tra il rapporto IPCC 2022 e la letteratura sul “sustainable welfare”, includendo una revisione della letteratura e l’analisi qualitativa di dati provenienti da forum di cittadini. Carrosio e De Vidovich esaminano le interdipendenze tra crisi ambientale e fiscale, delineando un quadro per il concetto di “eco-welfare”, discutendo le politiche per affrontare la crisi socio-ecologica e approfondendo il caso specifico della povertà energetica. Il saggio di Ruser esamina alcune implicazioni politiche del dibattito sulle politiche sociali nel contesto della transizione ecologica, sottolineando il rischio che le riforme in questo ambito possano veicolare alcune convinzioni normative implicite, includendo nuove distinzioni tra soggetti “meritevoli” e “non meritevoli” di protezione in base alla capacità di adattarsi a un’organizzazione sociale più sostenibile quando le stesse non sono però rese accessibili per tutti.

Crisi climatica: italiani consapevoli, ma preoccupati dai costi sociali della transizione

La ricerca di Sabato e Mandelli esamina, comparandole, le caratteristiche fondamentali di due strumenti di policy promossi dall’UE nell’ambito del Green Deal del 2019: il Fondo per la transizione giusta (JTF) e il Fondo sociale per il clima (SCF), mostrando come l’UE ad oggi affronta le conseguenze sociali della transizione ecologica in modo ancora timido e parziale e basandosi su un approccio più di investimento che di protezione sociale e più reattivo che preventivo. L’articolo di Natali, Raitano e Valenti propone un’analisi dell’impatto della transizione verde sulla politica pensionistica italiana, discutendo gli effetti economici più significativi della transizione ecologica, gli impatti ad oggi prevedibili sulla sostenibilità a lungo termine delle pensioni e le possibili strategie di riforma. Infine, l’articolo di Volturo indaga il ruolo del lavoro sociale verso un paradigma di welfare sostenibile, esplorando, attraverso una ricerca qualitativa, la prospettiva degli operatori sociali impegnati nel contrasto alla povertà, mostrando come tali politiche appaiano ancora incapaci di attuare interventi in grado di integrare giustizia ambientale e sociale.

Il lavoro sociale nella crisi ecologica

Nel complesso, i diversi contributi forniscono una visione articolata delle complessità implicata dalla crisi e transizione socio-ecologica e, allo stesso tempo, segnalano la necessità di ulteriori sviluppi teorici ed empirici per meglio comprendere le sfide e le possibili strategie di cambiamento.

 

I Policy Highlights di Politiche Sociali/Social Policies

Il presente articolo sintetizza alcuni degli esiti principali di un lavoro pubblicato sul numero 1/2023 di Politiche Sociali/Social Policies, rivista edita dal Mulino e promossa dalla rete ESPAnet-Italia. Per maggiori dettagli e citazioni: Cucca, R., Kazepov, Y. e Villa, M., Towards a Sustainable Welfare System? The Challenges and Scenarios of Eco-social Transitions, in «Politiche Sociali/Social Policies», 1/2023, pp. 3-26.

 

Riferimenti bibliografici 

Taylor-Gooby P. (2013), The Double Crisis of the Welfare State and What to Do About It, Londra, Palgrave Macmillan.

Béland D., Cantillon B., Hick E. e Moreira A. (2021), Social Policy in the Face of a Global Pandemic: Policy Responses to the COVID-19 Crisis, in «Social Policy and Administration», 55, pp. 249-260.

Häusermann S. (2012), The Politics of the New Social Policies, in G. Bonoli e D. Natali (a cura di), The Politics of the New Welfare State, Oxford, Oxford University Press, pp. 111-132.

Büchs M. e Koch M. (2017), Postgrowth and Wellbeing: Challenges to Sustainable Welfare, Londra, Palgrave MacMillan.

IPBES (2022), Report of the Plenary of the Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services on the work of its ninth session, IPBES/9/14/Add.2;

IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change (2023), AR6 Synthesis Report (SYR).

Richardson, K. et al. (2023), Earth beyond six of nine planetary boundaries,  in «Science Advance», 9 (37).

Villa M. (2020), Crisi ecologica e nuovi rischi sociali: verso una ricerca integrata in materia di politica sociale e sostenibilità, in G. Tomei (a cura di), Le reti della conoscenza nella società globale, Roma, Carocci, pp. 151-182.

Johansson H., Khan J. e Hildingson R. (2016), Climate Change and the Welfare State: Do We See a New Generation of Social Risk Emerging?, in M. Koch and O. Mont (a cura di), Sustainability and the Political Economy of Welfare, Londra, Routledge, pp. 94-108

Leichenko R. e O’brien, K. (2019), Climate and society. Transforming the future, Cambridge, Polity Press.

Koch M. e Mont O. (2016), Sustainability and the Political Economy of Welfare, Londra, Routledge.

 

 

Foto di copertina: Mohamed Nohassi, Unsplash