Cambiare la percezione delle migrazioni attraverso la riformulazione delle narrazioni presenti nel dibattito pubblico per riportare al centro dell’attenzione i temi della coesione sociale e dell’inclusione. E, di conseguenza, facilitare il processo di integrazione di giovani con background migratorio. Era l’obiettivo del progetto “Comunità di Pratiche Never Alone sul cambiamento della narrazione sulla migrazione” promosso nel 2023 da Never Alone1 e gestito da CISV Ets2, a cui ha collaborato Percorsi di secondo welfare.
Quel progetto rappresentava il primo passo verso la creazione di una Comunità di Pratiche (sapete di cosa si tratta?) sul cambiamento di narrazione sulle migrazioni, che ha poi assunto concretezza durante il 2024. Anche grazie a noi. Come abbiamo avuto modo di raccontarvi, tra maggio e giugno il nostro Laboratorio ha realizzato una survey originale nell’ambito del progetto “Towards a community of practice and a coalition to change the narrative on migration”, sostenuto da EPIM quale naturale proseguimento dell’iniziativa precedente.
La Comunità di Pratiche si è trasformata poi in una vera e propria Coalizione di organizzazioni attive sul tema della cittadinanza, della partecipazione e dei diritti – formata da CISV, CoNNGI, Codiasco, Percorsi di Secondo Welfare, Migrantour, Acra, Viaggi Solidali, Generazione Ponte, Soomaaliya – finalizzata a cambiare la narrazione sulle migrazioni attraverso la realizzazione di una campagna comunicativa.
Lanciata in questi giorni, la campagna “Che Italia!” racconta un Paese reale, vivo, plurale e in movimento, abitato da nuove italiane e nuovi italiani con background migratorio che ogni giorno contribuiscono a costruirlo e arricchirlo con le proprie storie e competenze. Un’Italia che esiste, ma che troppo spesso resta ai margini del racconto pubblico, oscurata da narrazioni parziali o distorte, che alimentano paure e divisioni invece di aprire possibilità.
Lo fa attraverso un video e una serie di materiali pensati per scuole, enti e cittadinanza, “Che Italia!” e offrendo strumenti per alimentare narrazioni capaci di far crescere senso di comunità e visione condivisa.
Di seguito vi raccontiamo nel dettaglio questo progetto che ha dato vita a “Che Italia”, approfondendo in particolare l’approccio con cui è stato affrontato il tema delle migrazioni.
Come narrare migrazioni e identità
In Italia il dibattito sulle migrazioni è contraddistinto da una forte polarizzazione: spesso, infatti, toni allarmistici, securitari ed emergenziali di una parte sono solo debolmente contrastati dalle narrative pietistico-umanitarie dell’altra. Mentre assistiamo ad una “normalizzazione” dell’emergenza (Vigneri 2024), manchiamo di riconoscere un semplice fatto: che le persone si sono sempre spostate (per necessità o per scelta) da un luogo all’altro e che dunque le migrazioni sono sempre esistite (Save the Children 2023).
Se i/le migranti sono sempre esistiti/e, quelli che non sono sempre esistiti sono, invece, i confini. Dimentichiamo spesso che lo Stato-Nazione è una “recente” invenzione umana – sicuramente più recente del fenomeno migratorio. La creazione della Nazione in quanto “comunità politica, naturalmente limitata e sovrana” (Anderson 1983) ha infatti posto il problema della definizione di valori comuni (o quantomeno percepiti tali) che permettessero di riconoscere e distinguere i nuovi “cittadini” che abitavano e aderivano agli ideali dello Stato-Nazione dagli altri.
In questo senso, ad esempio, se il nazionalismo può essere descritto come un progetto che mira a rendere congruente l’unità politica (lo Stato) con l’unità culturale (le persone), distinguere tra noi e loro diventa un passaggio fondamentale. Un passaggio che è stato storicamente connotato sia in base a criteri culturali (etnia) che fisici (razza), spesso appiattendo l’identità dello “straniero” su tratti caratteriali e culturali naturalmente associati al suo aspetto fisico e, in quanto tali, considerati immutabili.
Ma così come non è statico e immutabile il carattere degli esseri umani, non lo è neanche il sentimento nazionalista o l’idea di Nazione condivisa dalle persone che ne fanno parte. Entrambe, infatti, sono prodotte e riprodotte attraverso le pratiche quotidiane (discorsive, performative e consumistiche) delle singole persone. Nazione e nazionalismo non sono solo un argomento di discussione, ma uno schema culturale a cui fare riferimento per dare un senso al mondo che ci circonda. Per questo l’appartenenza nazionale non solo definisce i discorsi, le scelte, i significati e i consumi delle persone che ne fanno parte, ma è anche definita da essi, in una pratica ricorsiva e reiterata quotidianamente che la rende un costrutto sociale storicamente contingente in un determinato spazio/tempo e politicamente contestualizzato – non un fatto naturale che possiamo dare per scontato.
Se Nazione e nazionalismo sono influenzati e influenzano le narrazioni, questo è vero anche per le migrazioni. Al fine di contrastare una percezione delle migrazioni dominata dalla paura e di riportare i temi dell’inclusione e della diversità al centro del dibattito e dell’agenda politica, si fa spesso affidamento sulle contro-narrazioni: come esemplifica la Figura 1, usando argomentazioni razionali basate sui fatti e sui dati, sfatando i ‘falsi miti’ sul tema (debunking), tuttavia, si ottengono spesso reazioni negative e aggressive che hanno l’effetto di rinforzare le narrazioni che si vorrebbero invece contrastare (Lakoff 2014).
Cosa fare, dunque, per promuovere una diversa narrazione sulle migrazioni – una narrazione davvero capace di promuovere empatia e inclusione?
Come affrontare il cambiamento della narrazione
La forza di un approccio basato sul cambiamento della narrazione risiede nel partire da storie e valori condivisi dalla comunità per poi sfidare le posizioni divisive, attraverso un processo basato sull’ascolto reciproco e sul confronto aperto. Facendo leva sulla dimensione emotiva della comunicazione (più che sulla razionalità delle contro-argomentazioni proposte) prevede una riflessione su:
- le legittime preoccupazioni del pubblico
- i valori comuni e positivi
- il coinvolgimento delle persone in un dialogo emotivo: “attingendo da un set di emozioni (o valori) che sono radicati in un set di esperienze per controbilanciare un altro set di emozioni (o valori) radicati in esperienze diverse – un dialogo del cuore” (Ganz 2011: 277).
- la comunicazione di messaggi positivi e propositivi, creando un clima distensivo che favorisca l’apertura e il coinvolgimento del pubblico. Una volta generati sentimenti positivi, è possibile introdurre una prospettiva diversa, magari attraverso elementi che sfidano le idee preconcette, promuovendo un cambio di visione e prospettiva.
- l’ascolto e la formulazione di domande aperte, utilizzando un linguaggio pacato e costruttivo per favorire il dialogo, creando uno spazio dove sia possibile difendere con chiarezza posizioni più inclusive e meno populiste.
Una Comunità di Pratiche per cambiare la narrazione sulle migrazioni
Nel corso degli anni, Never Alone ha sostenuto la costituzione e l’avvio di una Comunità di Pratiche sul cambiamento della narrazione sulle migrazioni. Lo ha fatto facendo propri i principi dell’approccio di riformulazione sulle narrazioni delle migrazioni elaborato nel kit di strumenti Narrative Change, sviluppato dall’International Centre for Policy Advocacy (ICPA) e tradotto, adattato e messo a disposizione alle organizzazioni italiane da Never Alone.
Il progetto “Towards a community of practice and a coalition to change the narrative on migration” si pone in linea, oltre che con la strategia dello European Philanthropic Initiative for Migration (EPIM) e Never Alone, anche con un bisogno espresso dalle istituzioni europee relativo alla ricerca di strategie e buone pratiche per il cambiamento della narrazione sulle migrazioni. Per contribuire a capitalizzare e rafforzare la messa in rete dei soggetti, delle pratiche e delle metodologie sperimentate il progetto intende dare vita a uno spazio di confronto, consultazione, scambio e rafforzamento delle competenze per un network italiano di organizzazioni attive nella comunicazione per la coesione sociale. Questa stabile infrastruttura comunicativa, nell’idea dei promotori, sarà poi in grado di agire a più livelli e di valorizzare le diverse competenze e caratteristiche di ciascuna organizzazione.
La prima fase del progetto ha visto come obiettivi principali il consolidamento di un nucleo di organizzazioni che dessero avvio alla comunità di pratica e il progressivo coinvolgimento di nuove organizzazioni. Successivamente, è stato creato uno spazio (virtuale e fisico) in cui analizzare, valutare e decostruire le campagne comunicative esistenti sul tema migratorio per poi lavorare insieme sulla costruzione di un nuovo messaggio comunicativo rispondente ai principi dell’approccio di riformulazione (si accede da qui registrandosi). L’accompagnamento della Comunità di Pratiche nel processo di costruzione della Coalizione ha avuto l’obiettivo di mettere in pratica le competenze acquisite, attraverso la definizione di un’identità condivisa, un focus tematico su cui lavorare, un messaggio condiviso basato sull’approccio di riformulazione e, infine, una strategia e una campagna a livello nazionale.
I soggetti coinvolti
Nell’implementazione delle attività, CISV è stato affiancato e supportato da due consulenti Never Alone e nello sviluppo delle comunità di pratiche sono stati coinvolte varie realtà.
Ad esempio CODIASCO (Coordinamento delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale – Piemonte), un’associazione di secondo livello che nasce per trasformare il modo di fare cooperazione internazionale rendendo protagonista la rete delle Associazioni diasporiche presenti in Piemonte e valorizzando le capacità per la creazione ed il consolidamento di opportunità di promozione dello sviluppo dei paesi di origine. In sinergia con il progetto Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) “Tutta un’altra storia”, si è occupato di identificare e attivare in 20 regioni italiane nuovi membri della CdP-NM.
C’è poi CONNGI APS (Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane), un’organizzazione della società civile fondata da giovani italiani/e con background migratorio, nati/e e/o cresciuti/e in Italia coinvolta nel progetto “Tutta un’altra storia” di AICS.
Percorsi di secondo Welfare, invece, che già nel corso del 2023 ha realizzato una mappatura delle principali campagne comunicative esistenti che adottassero l’approccio del narrative change. Successivamente, nel 2024 ha realizzato la survey “Che cos’è l’italianità?” per individuare una platea differenziata di persone che, prendendo parte a due focus group online, hanno avuto modo di prendere visione e valutare la campagna realizzata dalla Comunità di Pratiche.
Altre organizzazioni coinvolte, nella formazione, nell’ampliamento della Comunità di Pratiche e (successivamente) nella diffusione della campagna sono, ad esempio, Associazione Soomaaliya, Viaggi Solidali, ACRA, Generazione Ponte, Nuovi Profili, Migrantour. il Consorzio La Rada, Oxfam, Tutori in Rete e ICPA.
I prossimi passi della campagna “Che Italia!”
Frutto di questo lavoro preparatorio, la campagna “Che Italia!” ora intende attivare concretamente narrazioni capaci di raccontare l’Italia reale, molto più complessa, plurale e in movimento di quanto si pensi.
Le realtà promotrici si augurano che ora altre voci, esperienze e visioni possano dare forza a queste nuove narrazioni e contribuire a un cambiamento. In questo senso scuole, enti, associazioni, gruppi informali e singole persone sono invitate a scaricare e condividere i materiali della campagna sui propri canali, contribuendo a diffondere una narrazione autentica e plurale dell’Italia di oggi.
La coalizione invita inoltre a promuovere iniziative, eventi o azioni sul territorio sotto il cappello condiviso di Che Italia!, per far vivere queste narrazioni nelle comunità, nei quartieri, nei luoghi in cui si incontrano le persone. Maggiori informazioni sono disponibili qui.
Per approfondire
- Ganz, M. (2011). Public narrative, collective action, and power. In Odugbemi S. & Lee, T. (a cura di) “Accountability through public opinion: From inertia to public action”, pp. 273-289. Washington DC: The World Bank
- Lakoff, G. (2019). Non pensare all’elefante! Come riprendersi il discorso politico. Milano: Chiarelettere.
- Save the Children (2023), Migrazioni: i principali fattori di spinta e la situazione ad oggi, 10 Febbraio 2023, Save the Children.
- Vigneri , F. (2024). Fatti e percezioni sull’ “emergenza” migratoria, 02 Febbraio 2024, Fondazione Feltrinelli.
Note
- L’iniziativa Never Alone, for a possible tomorrow vede la collaborazione di 9 Fondazioni nella promozione dell’autonomia e dell’inclusione di giovani minori stranieri/e non accompagnati/e, con l’ambizione di creare una nuova cultura dell’accoglienza. Tra le attività realizzate, la creazione di una partnership con l’International Center for Policy Advocacy (ICPA) per cambiare la narrazione sulle migrazioni, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale attraverso il coinvolgimento del “centro fluido”, ossia quei segmenti di popolazione che non possiedono una consolidata opinione sul tema e che possono essere più sensibili e aperti all’ascolto e al cambiamento. Le fondazioni coinvolte sono: Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione CON IL SUD, Enel Cuore, Fondazione CRT-Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Fondazione Peppino Vismara.
- Fondata nel 1961 a Torino, CISV – Comunità Impegno Servizio Volontariato ETS è presente in 11 Paesi e collabora con le Organizzazioni della Società Civile per realizzare interventi di cooperazione internazionale per uno sviluppo umano e sostenibile delle comunità locali, nonché per rimuovere le cause della povertà e dell’ingiustizia. In Italia, in particolare, si occupa di promuovere nelle scuole e nei quartieri l’educazione alla cittadinanza globale. L’impegno di CISV sul terreno del cambiamento della narrazione sulle migrazioni, in piena sinergia con la strategia di Never Alone, è orientato a condividere con le associazioni italiane i principi dell’approccio di riformulazione Narrative Change per arrivare a un’azione condivisa e collettiva.