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Il paradigma dell’economia civile, all’interno del quale si sviluppa il modello dell’economia sociale, è diventato via via pervasivo, se non sempre in fase di implementazione quantomeno come oggetto di animati dibattiti politici.

Ciò si è verificato anche grazie all’impulso delle istituzioni europee che, chiedendo ai singoli Stati membri l’impegno ad adottare piani nazionali per l’economia sociale entro il 2025, hanno spinto le realtà e le amministrazioni locali a giungere al disegno e all’adozione di modelli sì plurali, ma tutti ispirati dall’idea che il paradigma economico attuale di stampo capitalistico non sia più consono, da solo, a sostenere lo sviluppo sociale e il benessere della comunità.

Tra le iniziative di sviluppo dell’economia sociale all’interno del panorama italiano è senza dubbio da annoverare quella del Comune di Milano. In tale contesto, l’Amministrazione Pubblica ha voluto indicare un chiaro segnale politico istituendo una Commissione Consiliare Speciale per l’Economia Civile e lo Sviluppo del Terzo Settore. Ne abbiamo parlato con Valerio Pedroni, Consigliere Comunale e Presidente della Commissione, con cui abbiamo discusso dell’importanza di una visione politica chiara per lo sviluppo di iniziative che abbiano come prioritario l’impatto sociale.

Economia sociale a Milano: un orizzonte complesso ma tante opportunità

Adottando il paradigma dell’economia civile, diverse sono le componenti che, all’interno del Comune di Milano, si stanno impegnando nello sviluppo di forme e configurazioni di collaborazione. Stante come obiettivo prioritario il raggiungimento dell’impatto sociale e ambientale, in questo orizzonte ampissimo dobbiamo necessariamente annoverare, tra le realtà concretamente operative a livello locale, da un lato, la cooperazione sociale, l’imprenditoria sociale e il Terzo Settore; dall’altro, le società benefit, le B Corp, il tema delle responsabilità sociale d’impresa.

Si tratta dunque di un orizzonte vasto, all’interno del quale la Commissione Consiliare Speciale per l’Economia Civile e lo Sviluppo del Terzo Settore colloca anche l’amministrazione condivisa, in cui l’Amministrazione Pubblica governa in partnership con il Terzo Settore. Un orizzonte che non sembra esaurirsi, come ci ricorda lo stesso Consigliere Pedroni, annoverando forme di abitare collettivo, laddove l’economia civile regola anche la vita dei privati in considerazione della condivisione degli spazi comuni. Un orizzonte che ricomprende anche forme di economia circolare, al fine di preservare la sostenibilità ambientale, e iniziative inerenti l’economia di prossimità, con l’obiettivo di accrescere la ricchezza del territorio secondo criteri redistributivi di equità e forme di coesione sociale e territoriale, quali il commercio di vicinato.

Dunque, la prospettiva è quella di una visione di governo della città che miri ad un futuro positivo e vivo grazie all’animazione sociale. Un contesto in cui ricchezza, opportunità di accesso e tutela dell’ambiente crescano insieme all’interno di tutte le forme di economia e imprenditoria.

Come il Comune garantisce l’indirizzo politico

Attore chiave di questo lavoro di costruzione della visione politica è stato senza dubbio il Consiglio Comunale, all’interno del quale è stata istituita la Commissione Consiliare Speciale per l’Economia Civile e lo Sviluppo del Terzo Settore, congiuntamente alla Giunta che è chiamata a tradurre in atti concreti e azioni pratiche l’indirizzo fornito dalla Commissione. L’istituzione della Commissione mira a implementare il Piano d’azione europeo per l’economia sociale1 approvato dalla Commissione Europea nel 2021 per favorire la crescita delle imprese sociali, delle cooperative, delle fondazioni e delle organizzazioni non profit, e agevolare le transizioni verde e digitale. A livello operativo, il Piano europeo prevede 38 azioni concrete da implementare entro il 2030, declinandosi specificatamente in tre settori, quali la legislazione fiscale, gli appalti pubblici e le normative sugli aiuti di Stato; accesso ai finanziamenti e a nuovi strumenti finanziari; attività di comunicazione, ricerca e corsi di formazione per funzionari pubblici.

La Commissione, istituita dall’amministrazione milanese il 22 novembre 2022, si compone di 23 consiglieri nominati proporzionalmente ai Gruppi Consiliari. Ha il compito di delineare linee guida politiche per implementare azioni riguardanti la governance delle imprese sociali, le collaborazioni tra Terzo Settore e Pubblica Amministrazione, gli appalti, la formazione, l’innovazione economica e sociale, e altre iniziative connesse. La Commissione si è impegnata a completare i suoi lavori entro 36 mesi dall’insediamento, presentando al Consiglio Comunale una relazione sulle attività svolte e sui risultati ottenuti

Inoltre, l’esercizio dell’amministrazione milanese di costruzione di indirizzo politico concretizzatasi nell’iniziativa di istituzione della Commissione Consiliare ha visto il confronto necessario con gli Enti del Terzo Settore, in particolare con il Forum del Terzo Settore, riconoscendone l’importanza2, ma anche con le centrali cooperative e il mondo delle aziende. Oltre a questi soggetti, Valerio Pedroni ha sottolineato l’impegno costante nella costruzione di “una serie di relazioni positive” con il mondo delle società benefit, delle B Corp, ma anche la connessione sviluppata con la Commissione Europea.

Dalla visione politica agli atti pratici per l’implementazione

Di indubbio interesse sono quindi le articolazioni specifiche della visione politica dell’economia civile abbracciata dal Comune di Milano. Tra queste c’è senza dubbio il Regolamento per l’amministrazione condivisa, che ingloba servizi civici, cultura, educazione, giovani, sport, lavori pubblici e piano casa, ma sono numerosi anche gli strumenti specifici.

Un esempio è il Regolamento per i beni demaniali di interesse generale, che prevede la possibilità di rendere i beni demaniali oggetto di iniziative di economia sociale, ma anche il Piano triennale per l’economia di prossimità, che intende incentivare e finanziare iniziative di imprenditoria sociale e civile di varia natura. Da segnalare c’è poi il Progetto europeo CENTRINNO, che promuove iniziative concrete sull’economia circolare, conferendo un bollino di sostenibilità alle imprese che si preoccupano della dimensione del riciclo nei processi produttivi.

Da citare ci sono poi diverse iniziative sui costi dell’occupazione pubblica, che prevedono scontistiche notevoli per lo sviluppo dell’imprenditoria sociale e, non da ultima, la promozione di una mozione all’interno del Consiglio Comunale sul social public procurement, che consente alle cooperative e alle imprese sociali di ottenere commesse di servizio ad alto impiego di manodopera.

L’effervescenza territoriale in relazione alla situazione nazionale

Nonostante le indicazioni europee circa la necessità di produrre piani nazionali per l’economia sociale e l’ormai innegabile importanza di puntare alla creazione di valore sociale accanto a quello economico, le iniziative politiche a livello nazionale si mostrano ancora frenate e prive di una chiara visione. Soprattutto se rapportate alla palese effervescenza territoriale che sta mutando i connotati di città e zone urbane (di recente abbiamo raccontato il caso della Città Metropolitana di Bologna, ndr), all’interno delle quali la forza del cambiamento manifesta tutta la sua portata.

Per quanto concerne il territorio di Milano, al netto delle esperienze regolatorie e progettuali sopra descritte, sono stati completati o sono ancora in atto processi di rigenerazione urbana da parte di cooperative – si pensi al lavoro della Cooperativa sociale EQUA che offre servizi alla comunità rivolti alla cura e inclusione di soggetti fragili, all’educazione e alla costruzione di relazioni positive per bambini e ragazzi, all’inclusione sociale e culturale attraverso l’accoglienza residenziale – che stanno lavorando in rete per la messa a terra delle indicazioni europee.

Le iniziative milanesi, peraltro, come sottolineato dal Consigliere Pedroni, rimarcano l’importanza di lavorare nella direzione di maggiore omogeneità, intendendo la stessa non in termini di annullamento delle specificità territoriali, ma di adozione di un chiaro indirizzo politico e di comprensione del valore sociale come foriero di miglioramenti in termini di lotta alle disuguaglianze e tutela dell’ambiente rispetto ad “un sistema economico che amplia le disuguaglianze e sta massacrando l’ambiente”.

In termini macro, le iniziative locali attive sottolineano la necessità di una spinta organica che favorisca e guidi la crescita dell’economia sociale, nonché di iniziative formative e culturali che portino ad una maggior alfabetizzazione sull’economia sociale all’interno delle Amministrazioni Pubbliche, degli Enti del Terzo Settore e della società civile.

 

Note

  1. COM(2021)778 – Communication from The Commission to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee, and the Committee of the Regions. Building an economy that works for people: an action plan for the social economy
  2. Si richiama la riforma del Terzo Settore avviata con la Legge 106/2016 che, insieme ai successivi decreti legislativi, ha rafforzato il ruolo degli enti del Terzo Settore nella vita economica e sociale, incoraggiando la collaborazione con la Pubblica Amministrazione.
Foto di copertina: Angelos Lamprakopoulos, Pexels.com