Fondazione Finanza Etica e Ashoka Italia hanno lanciato CiviCo25, un bando dedicato all’innovazione civica e alla cittadinanza attiva, aperto a imprese sociali, enti del Terzo Settore, e gruppi, anche informali, gestiti da giovani under 29. Lontano da approcci erogativi tradizionali, CiviCo25 adotta un modello ispirato alla finanza etica: si parte dalla fiducia, si supera la logica del progetto, si affianca al sostegno economico un accompagnamento centrato sulla missione e sul rafforzamento delle capacità organizzative. Di seguito vi raccontiamo la logica con cui è stato costruito e gli obiettivi che intende raggiungere.

Logo Focus Filantropia e FiducidaQuesto articolo è parte del Focus Filantropia e Fiducia, spazio online curato da Secondo Welfare che raccoglie riflessioni, interviste e ricerche sulla filantropia trust-based e sull’impatto che potrebbe avere nel nostro Paese.

Uno sguardo diverso sulle giovani generazioni: come nasce CiviCo25

In Italia, la cosiddetta questione giovanile – un’etichetta che spesso nasconde disattenzioni strutturali e scelte politiche poco lungimiranti – è una costante nel dibattito pubblico. Tuttavia, l’enfasi discorsiva tende ad essere prevalentemente focalizzata sulle “mancanze”, sulle fragilità, sulle debolezze delle nuove generazioni. In tal senso, gran parte delle risorse allocate al capitolo di spesa “giovani” risponde alla medesima logica: basta scorrere le diverse misure per notare che sono largamente rivolte a popolazioni target deprivate, con il tema dei NEET (Not in Employment, Education or Training) che attrae gran parte delle risorse.

Nel disegnare CiviCo25 siamo partiti esattamente dalla direzione opposta: ripensare il tradizionale disegno delle politiche rivolte alle persone giovani, lavorando così sulla dimensione dell’attivismo e del protagonismo delle nuove generazioni. Questa scelta di posizionamento di CiviCo25 non è frutto di un’intuizione; piuttosto, è stata alimentata dalla sistematizzazione delle lezioni apprese, a partire dall’esperienza portata avanti da Ashoka nel programma triennale Generazione-C e dal lavoro sulla community delle persone under 35 in Italia e Spagna per il Gruppo Banca Etica (rispettivamente GenEtica e Jóvenes por Fiare).

Attraverso azioni di ricerca valutativa partecipata, gli insight raccolti hanno consentito di identificare i principali effetti positivi vissuti dalle persone partecipanti e gli elementi abilitanti dei diversi interventi sperimentati nell’ambito della promozione del protagonismo giovanile. In primo luogo, la questione legata al riconoscimento del proprio ruolo di attore del cambiamento: acquisire, dunque, la consapevolezza di poter trasformare la realtà, con l’innesco di meccanismi fiduciari che agiscono sulla dimensione dell’autoefficacia. In secondo luogo, l’essere parte di una comunità, più ampia rispetto alla dimensione della prossimità relazionale, che consente l’abilitazione di collaborazioni inedite. Un ulteriore insight è collegato al valore della partecipazione a momenti di trasferimento di competenze e ad esperienze formative fortemente esperienziali.

Cosa offre CiviCo25 per i giovani e le giovani partecipanti

Nel concreto, la partecipazione all’iniziativa consente ai giovani e alle loro organizzazioni di accedere a varie forme di interventi che possono aiutarle ad essere protagoniste del cambiamento secondo la logica sopra descritta.

  • Supporto finanziario: erogazione di un contributo economico pari a 5.000€ per le organizzazioni informali e a 8.000€ per quelle strutturate, finalizzato a sostenere i progetti che esse portano avanti;
  • Accompagnamento e formazione sui temi della progettazione sociale e del coinvolgimento della comunità di riferimento; è prevista inoltre la partecipazione a un percorso di formazione che culminerà con una due giorni in presenza di tutte le realtà sostenute dal bando, co-costruita tra Fondazione Finanza Etica e Ashoka Italia;
  • Creazione di una rete tra attori, esperienze e progetti diversi su tutto il territorio nazionale.

L’offerta così composta mostra come CiviCo25 affianchi al contributo economico tipico della filantropia erogativa diverse forme di supporto non-finanziario, tradotte in momenti formativi e di networking. In altri termini, viene ripensato il modello di granting come parte integrante di un processo, non come semplice erogazione filantropica.

La strategia di CiviCo25 in una prospettiva trust-based

CiviCo25 ha fatto propria una strategia di “fertilizzazione”, che non si rifà ai modelli filantropici tradizionali, ma alla logica della finanza etica: una attività strutturata di gestione delle risorse, orientata al rafforzamento delle realtà coinvolte attraverso organizzazione, coordinamento e finanziamento. Come dice il presidente della banca di microcredito ecuadoriana Codesarrollo, Giuseppe “Bepi” Tonello: “per fare un progetto bastano i soldi, ma per fare un processo servono visione e strumenti condivisi”.

In tal senso, CiviCo25 mette a disposizione tagli di finanziamento di piccola entità, diversificati in base alle caratteristiche del soggetto richiedente (organizzazioni o gruppi informali con governance under 30), con un formulario molto agile, al fine di alleggerire il tempo dedicato alla compilazione della richiesta di supporto.

Un ulteriore elemento significativo è legato all’assenza del “progetto” come obiettivo erogativo, poiché, in linea con gli approcci della trust-based philanthropy, il supporto dovrebbe essere veicolato in via prevalente al sostegno della missione. Come dimostra la letteratura1, approcci erogativi basati sul supporto al “progetto” hanno contribuito ad alimentare il fenomeno dello “starvation cycle” – una condizione strutturale di fragilità finanziaria – che determina crescenti distorsioni sia a livello di sostenibilità che nel perseguimento della strategia, costringendo spesso le organizzazioni ad andare “fuori missione” per procacciarsi nuove risorse2.

Strette dalla costante pressione per l’approvvigionamento di nuove opportunità di funding, le organizzazioni della società civile rischiano di erodere il principale asset, ovvero il capitale fiduciario costruito in anni di relazione con le comunità. CiviCo25, in tal senso, non intende soltanto offrire risorse che vadano in via esclusiva al rafforzamento della missione, ma lo fa seguendo il principio della proporzionalità, ovvero richiedere a organizzazioni poco strutturate o nascenti una rendicontazione puramente narrativa.

Le risposte alla call e l’ampliamento delle risorse a sostegno del protagonismo giovanile

Da un punto di vista di outreach, la call di CiviCo25 ha raccolto 155 domande, coprendo quasi l’intero spettro geografico del Paese. Inizialmente, in base alla previsione del budget, la call avrebbe dovuto individuare tra i 10 e i 12 potenziali realtà beneficiarie del grant; a seguito dei risultati, è stato deciso di aumentare la dotazione complessiva, portando a 24 il numero di soggetti formali e informali che riceveranno supporto finanziario e saranno coinvolti nelle azioni di capacity e networking.

Ci auguriamo che questa prima sperimentazione produrrà insight preziosi, sia per riflettere su un possibile nuovo ciclo di sostegno, sia nell’alimentare il dibattito sulle modalità più efficaci di accompagnamento alle iniziative promosse da realtà con governance under 30, un ambito che sta suscitando crescente attenzione da parte di realtà pubbliche e private. Al medesimo tempo, una linea di sviluppo è collegata all’identificazione di altri partner che possano contribuire alla piattaforma di CiviCo, favorendo così il consolidamento di alleanze di scopo sul protagonismo giovanile per scalare l’impatto dell’iniziativa.

 

Note

  1. Gregory, A. G., & Howard, D. (2009). The Nonprofit Starvation Cycle. Stanford Social Innovation Review; Lecy, J. D., & Searing, E. A. M. (2014). Anatomy of the Nonprofit Starvation Cycle. Nonprofit and Voluntary Sector Quarterly; Eckhart-Queenan, J., Etzel, M., & Silverman, J. (2014). Ending the Nonprofit Starvation Cycle. Bridgespan Group.
  2. A livello italiano, questo dibattito è stato innescato dal contributo “Due miti da sfatare per evitare l’agonia per progetti del Terzo Settore” di Carola Carazzone (2018) apparso su “Il Giornale della Fondazioni”.
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