Il welfare aziendale si conferma più diffuso nel Nord Italia, e in modo particolare in Lombardia. A dirlo sono i dati relativi agli accordi aziendali o territoriali che prevedono premi di risultato o partecipazione agli utili d’impresa che sono depositati presso il Ministero del Lavoro. Secondo questa fonte, a giugno i contratti che prevedono welfare aziendale rappresentano il 62% del totale, che per il 26% fa riferimento a organizzazioni con sede in Lombardia. A confermare il primato lombardo c’è ora anche un recente report di Assolombarda, che fa il punto rispetto a come sono andate le cose in tema welfare nel 2024 tra le sue associate, e che mostra un andamento al rialzo rispetto agli anni scorsi.
Il welfare aziendale in Lombardia
Assolombarda – l’unione delle imprese che operano nelle aree di Milano, Monza, Lodi e Brianza – pubblica ogni anno un Osservatorio sul welfare aziendale e contrattuale allo scopo di comprendere e approfondire l’utilizzo delle pratiche di welfare tra le imprese 1.
Secondo l’associazione, circa il 68% delle imprese coinvolte nell’indagine prevede forme di welfare aziendale. Tra i settori produttivi, il welfare aziendale è più diffuso tra le organizzazioni che operano nel settore dei servizi: il 72% delle imprese che appartengono a questo comparto ha introdotto azioni di welfare. Segue poi il comparto industriale, in cui questa percentuale si ferma al 65%.
Ci sono invece differenze rilevanti per quanto riguarda la dimensione delle imprese, cioè sul numero di lavoratori e lavoratrici assunte. Le organizzazioni che hanno un numero maggiore di dipendenti (sopra i 100 addetti) hanno infatti una percentuale più alta: l’80% di queste offre infatti misure di welfare. Tra quelle che hanno un numero di dipendenti compreso tra 25 e 100 la percentuale scende al 65%; e si riduce addirittura al 54% tra le imprese con meno di 25 dipendenti.
Il fattore dimensionale si dimostra quindi cruciale per poter sviluppare azioni e politiche di welfare all’interno delle imprese.
Il “punto di vista” degli operatori del welfare aziendale
L’Osservatorio di Assolombarda analizza e presenta poi alcuni dati forniti da operatori e piattaforme di welfare aziendale2. In merito, secondo le informazioni derivanti dai provider, il budget medio speso in welfare da lavoratori e lavoratrici è passato dai 588 euro del 2022, ai 610 euro nel 2023, fino a 654 euro nel 2024.
I dati delle “welfare company” permettono poi di analizzare all’utilizzo delle prestazioni da parte dei dipendenti delle imprese clienti in 9 aree: previdenza, assistenza sanitaria, area assistenziale, mutui e finanziamenti, scuola e istruzione, area culturale/ricreativa, programmi e servizi assicurativi, mobilità e fringe benefit.
Come illustrato nella Figura 1, le prestazioni maggiormente offerte dalle imprese nel 2024 riguardano i fringe benefit (la cui normativa è stata rivista fino al 2027, ve ne abbiamo parlato qui). Seguono poi le misure riguardanti l’area ricreativa (viaggi, palestre, attività culturali, ecc), i rimborsi per l’istruzione e la scuola dei figli dei dipendenti, la previdenza complementare e la mobilità (in particolare il rimborso degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale). Da segnalare invece una riduzione, rispetto al 2023, della sanità integrativa e dei servizi assicurativi.

Il welfare aziendale continua la sua corsa in Lombardia
La Lombardia si conferma come uno dei contesti territoriali in cui il welfare aziendale è più diffuso ed evoluto in Italia.
Si tratta di una conferma di quanto verificato anche dalla recente ricerca “Il welfare aziendale nelle cooperative della Lombardia”, condotta da Percorsi di Secondo Welfare e dall’Università degli Studi di Milano. Tale analisi, che mette in luce come il welfare aziendale e occupazionale in Lombardia sia particolarmente evoluto anche tra le realtà del mondo cooperativo, indica che oltre il 70% delle organizzazioni cooperative mette a disposizione azioni di welfare, attraverso la contrattazione o in modo unilaterale (per saperne di più).
Sicuramente questo è dovuto al fatto che in Lombardia l’economia è molto più sviluppata e qui si hanno sede tante organizzazioni strutturate che operano anche nel resto del Paese. In questo senso, la maggiore disponibilità finanziaria consente a tante aziende di investire su policy interne finalizzate a migliorare il clima e il benessere delle persone, come il welfare per l’appunto.
E questo genere di investimenti sono sempre più importanti, dato che – come vi abbiamo spiegato anche qui – nel nostro Paese quasi il 40% delle persone manifesta la volontà di cambiare posizione lavorativa e/o luogo di lavoro. Il welfare può essere infatti uno strumento che incoraggia la competitività delle imprese, proprio perché consente alle organizzazioni di garantire strumenti che non solo vanno a integrare la retribuzione, ma forniscono un supporto concreto per i bisogni delle persone che lavorano, come evidenziato anche da recenti studi.
Il welfare d’impresa oggi è infatti divenuto una leva strategica in ottica di attraction, cioè di attrattività del personale, ma anche di retention e di riduzione del turn over, utile cioè a ridurre i licenziamenti volontari. In un contesto, come quello Lombardo, in cui le imprese sperimentano forme di welfare da ormai oltre 10 anni, vi è sempre maggiore consapevolezza di tutto questo.
Note
- L’analisi si basa sui dati raccolti tra le circa 250 le aziende associate aderenti al Sistema, le cui sedi sono ubicate nel territorio di competenza di Assolombarda (la città metropolitana di Milano e le province di Monza Brianza, Lodi e Pavia).
- Gli operatori coinvolti sono: Aon Advisory And Solutions Srl, Day Ristoservice Spa, Doubleyou Srl, Edenred Italia Srl, Jakala SpA SB, Health Italia Spa, Howden Assiteca Spa, Timeswapp Srl, Welfare4you Srl.